Intollerabile

Marco Sorbara, 57 anni, ex assessore di Aosta e Consigliere della Regione Val d’Aosta, ha trascorso 909 giorni di detenzione con l’accusa di concorso esterno per associazione mafiosa. E’ stato assolto in cassazione. Una vita ed una carriera politica distrutte. E nessun magistrato pagherà per l’errore commesso. Intollerabile ed ingiusto. Come una giustizia che ha per troppo tempo dimenticato la presunzione di innocenza ed utilizzato la detenzione come strumento di tortura e l’avviso di garanzia come una preventiva sentenza di condanna.

Marco Sorbara

C’è una notizia che squarcia il velo di ipocrisia collettiva sulla questione giustizia in questi giorni.
Una notizia che abbiamo udito troppo spesso, nonostante fra qualche mese ricorra il quarantennale dell’arresto di Enzo Tortora, uno dei simboli della malagiustizia e del trionfo dei forcaioli.
Si chiama Marco Sorbara, ha 57 anni ed è stato assessore al Comune di Aosta e consigliere regionale.
Ha passato ben 909 giorni di detenzione (sono andati a prenderlo di notte alle 3.15, 45 giorni in isolamento, per 33 non ha visto nessuno, 241 in carcere, e il resto ai domiciliari) con la gravissima accusa di concorso esterno per associazione mafiosa, condannato a 10 anni in primo grado e poi assolto in appello e in cassazione.

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Una vita distrutta, per non parlare della carriera politica.
Sputtanato sui soliti giornali e tv (come spesso è accaduto) al soldo di certa magistratura inquirente che per troppo lunghi anni ha dettato l’agenda delle scelte politiche sulla giustizia.
Una vicenda intollerabile e che dovrebbe far vergognare chi amministra la giustizia nel nostro Paese.
Nessun risarcimento potrà restituire la libertà e la vita rubata a quest’uomo da uno Stato che in questi casi diventa oppressore per mano di un giudice che ha sbagliato di grosso.
E la cosa più intollerabile è che tale risarcimento toccherà a tutti noi, perché il magistrato che ha sbagliato non pagherà mai il proprio errore.
Intollerabile ed ingiusto.
Come una giustizia che ha per troppo tempo dimenticato la presunzione di innocenza ed utilizzato la detenzione come strumento di tortura e l’avviso di garanzia come una preventiva sentenza di condanna.
Intanto, chiediamo scusa a Sorbara e restituiamogli l’onore .

Francesco Carbini  da PENSALIBERO

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