Intervista a Canavese da La Repubblica

Canavese e il nuovo presidente del porto
“Nessuna manovra, eccola mia verita”

Canavese e il nuovo presidente del porto
“Nessuna manovra, eccola mia verita”
Rino Canavese

 PER sedici anni, otto da segretario generale e otto da presidente, ha di fatto retto le sorti del porto di Savona. Ma a fine luglio uscirà di scena. Sarà solo per qualche settimana, perché un’esperienza così è difficile che qualcuno se la lasci scappare, ma di certo la lunga stagione amministrativa alla guida dell’authority sta per chiudersi.

Ma presidente, dopo tutti questi anni lei un po’ “si sente” il porto?

«Non scherziamo. L’authority non è il porto. Il porto sono le imprese. Noi siamo solo al servizio».

Ma chi vedrebbe bene al suo posto fra i tre scelti dalle istituzioni?

«Non mi pronuncio di certo. Tocca al ministro scegliere e attendere l’intesa del presidente della Regione». Via, sa che cosa dicono? «No, cosa?» Che lei sia il mandante della nomina dell’ammiraglio Angrisano che arriva da Genova.

«Intanto Angrisano è stato per anni alla guida della capitaneria di Savona e, come tale, vicepresidente dell’authority. E poi pensare che ci sia una mia spinta è falso. La sua è stata una designazione di tutte le categorie economiche che chiedevano a gran voce l’indicazione di una persona che non fosse in alcun modo legata alla politica. Pensare a me come a una sorta di mandante crea solo equivoci, anche nei confronti della Regione».

A lei non sarebbe dispiaciuto restare ancora un po’, vero?

«Anche questa è un’altra leggenda. Non ho mai chiesto di fare il commissario, né un allungamento del mandato. La nomina non dipende da me, punto e basta. L’unico mio interesse è che si proceda celermente e che ci sia continuità con il lavoro fin qui svolto. E poi c’è una legge che dice che per fare il presidente di un porto ci vogliono certi requisiti. Staremo a vedere».

MA LEI è ottimista sul dialogo instaurato con questo governo?

«Direi di sì, ma questo è il frutto di un’azione di pressing che tutti i porti hanno fatto soprattutto con il viceministro dei Trasporti Ciaccia. Prima sono andati i porti liguri, poi Livorno, infine quelli dell’Adriatico.

Scommettere sui porti è un’opportunità di crescita per tutto il Paese.

Non si tratta di mettere uno scalo contro l’altro, ma di guardare al risultato finale. Prendete quello che sta accadendo a Rivalta Scrivia, che verrà rilevata da un gruppo belga. E’ una grande operazione, di respiro internazionale, e farà bene a tutti».

A proposito di azione corale, ha visto che cosa è accaduto ad Assoporti?

I presidenti di Genova e di Civitavecchia, Merlo e Monti, che si erano divisi i consensi, hanno deciso di procedere insieme, invece di darsi battaglia.

Angrisano
Gaggero

Marson

 

Che ne dice lei che è stato uno dei tre saggi?

«Dico che questo risultato è anche il frutto di quanto chiesto dai saggi e dalla base: far vincere il dialogo, l’interesse generale più che quello particolare, il programma comune. Poi vedremo cosa accadrà, se sarà una cogestione o una rotazione».

Il presidente della Regione Burlando si è detto certo che il sostegno finanziario alla realizzazione della piattaforma Maersk di Vado sarà inserito nel decreto Sviluppo. Lei che ne pensa?

«Io credo che Burlando abbia ragione e se sarà così dovremo ringraziarlo, perché è proprio per il suo lavoro che verrà centrato questo risultato. Burlando ha capito che la crescita di Vado non può che far bene all’intero sistema portuale».

 Il decreto potrebbe anche contenere l’autonomia finanziaria per i porti. Rispetto al 5% da cui si era partiti, però, siamo arrivati all’1.

«Sì, è così. Nel decreto ci sarà anche l’autonomia. Partiremo con una settantina di milioni restituiti attraverso l’1% dell’Iva incassata per lo Stato. Sono molto soddisfatto, al di là del valore economico potremo registrare un cambio di passo rispetto al passato».

Sicuri che il Tesoro non finisca per bloccare tutto?

«Il Tesoro ha problemi di copertura finanziaria, non ha tutti i torti in un periodo come questo. Ma l’articolo sull’autonomia ci sarà e garantirà un ritorno ben maggiore rispetto al mancato introito di quell’uno per cento. Le authority potranno investire quei soldi in strutture e infrastrutture che aumenteranno i traffici e, quindi, le entrate per lo Stato».

Presidente, dove va quando finisce il suo mandato?

«Vado in vacanza per un po’».

E al ritorno, ha già pensato che farà da grande?

«Non ancora. Adesso ho un mese e mezzo di lavoro, poi come le dicevo andrò in vacanza. E poi vedremo».

MASSIMO MINELLA

 

 

E per la successione all’authority l’ammiraglio sfida due avvocati

UN AMMIRAGLIO e due avvocati. Completata ufficialmente la terna dei candidati alla presidenza dell’autorità portuale di Savona.

Dopo il lungo regno di Rino Canavese (presidente per due mandati, più i due precedenti da segretario generale), il cui mandato scade a fine luglio, si deve eleggere il nuovo leader dell’ente savonese. E la partita si annuncia molto interessante, anche perché rappresenta il debutto del ministro dello Sviluppo Economico Corrado Passera (titolare anche delle Infrastrutture e dei Trasporti) nella vicenda delle nomine portuali. Toccherà infatti a lui pescare nella terna e attendere l’intesa del presidente della Regione Claudio Burlando. Il sindaco Federico Berruti, alla fine, ha deciso di puntare sull’attuale vicesindaco Paolo Gaggero, avvocato e uno dei professionisti più apprezzati in città. L’ammiraglio Felicio Angrisano, attuale comandante della capitaneria di porto di Genova, e che pareva destinato a incarichi romani per la guida delle capitanerie italiane, è invece il nome indicato dalla Camera di Commercio di Savona, dopo aver consultato le categorie economiche. La nomina di Angrisano è stata deliberata nei giorni scorsi dalla giunta camerale su proposta del presidente, Luciano Pasquale, dopo aver verificato la disponibilità dell’ammiraglio, che dal giugno 2001 al settembre 2004 è stato capo del compartimento marittimo e comandante del porto di Savona (e di conseguenza vicepresidente dell’authority. Angrisano, 62 anni, è dal 1975 nel corpo delle capitanerie di porto. Membro di varie commissioni istituite al ministero delle Infrastrutture e Trasporti, si è occupato in particolare di sicurezza marittima e dei lavori per la modifica della legge di riforma dei porti.

La Provincia di Savona ha invece indicato Paolo Marson, che aveva già sfidato Berruti alle ultime elezioni amministrative. Dalla terna Gaggero-Angrisano-Marson, quindi, uscirà il sostituto di Canavese che ha gestito in prima persona interventi come la realizzazione del Palacrociere gestito dalla Costa e le procedure per l’avvio della piattaforma contenitori della Maersk a Vado.

– (Massimo Minella)

 

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