Il vero problema
Quello che accade a livello nazionale ed internazionale, spesso lo ritroviamo – con le dovute ma oculate proporzioni – anche a livello locale.
Ci si agita su problematiche che appaiono sostanziali e si trascurano i problemi cogenti per il futuro e la salute delle nuove generazioni.
A Savona
Abbiamo dibattuto su Savona Capitale della Cultura, sull’invasione cittadina dei cinghiali, sulle modalità e le tempistiche della raccolta dei rifiuti porta a porta, sulle scaramucce tra maggioranza e opposizione in consiglio comunale.
Esiste un problema sopra tutti, il vero problema.
Savona non è una città sicura, è vittima della delinquenza giovanile, della microcriminalità in tutti i quartieri (perfino in centro) e della criminalità organizzata che pratica spaccio e contrabbando a qualsiasi ora del giorno e della notte.
In questi anni si è popolata di gente di malaffare che non ha trovato alcun argine da parte delle forze dell’ordine; sono state tollerate azioni provocatorie ed illegali, sono stati ammessi presidî in aree verdi (piazza del Popolo, parco delle Nazioni Unite, via Verdi, Prolungamento a Mare) e sulle spiagge (dalla zona Priamar fino alle Fornaci).

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Gli stessi senzatetto sono aumentati in maniera smisurata e se da una parte sono ormai parte integrante della società dall’altra sono facili prede dell’illecito.
Ricordo la fatica che facevamo da adolescenti negli anni Settanta per distinguere le cose buone dalle cose cattive; è sempre stato così ma la famiglia allora ci indirizzava e sperava di non perderci.
I nostri ragazzi, giovani e giovanissimi, oggi sono allo sbando poiché ricevono messaggi controversi: le famiglie (laddove ancora sono salde e sane) latitano, la scuola si occupa di quel che può e talvolta sbaglia, rarissimi sono i riferimenti virtuosi quali oratori e campi estivi organizzati.
I nostri ragazzi escono e si confrontano con malviventi, malfattori o semplici furfanti; ne sono attratti e in buona percentuale sono loro vittime. Percentuali in aumento, ci dicono le statistiche.
Lo so, è più facile non affrontare il vero problema: conviene ciurlare nel manico fino a quando il vero problema sarà irrisolvibile.
Non sta accadendo anche per la terza guerra mondiale?