Il porto della Margonara

IL VOLTO DELLA MEMORIA 
 (Cento-nona parte)
IL PORTO DELLA MARGONARA

IL VOLTO DELLA MEMORIA 
 (Cento-nona parte)
IL PORTO DELLA MARGONARA

Dopo anni di rigoroso silenzio, le comunità locali (savonese ed albissolese) hanno ripreso discutere e polemizzare su due temi di decisiva importanza per l’avvenire nostro e delle future generazioni:

IL FRONTE MARE DI LEVANTE

IL PORTO DELLA MARGONARA

Molti nostri lettori, senza entrare nel turbinoso vortice delle polemiche, ci hanno semplicemente chiesto di essere correttamente informati sull’iter evolutivo della discussione ed, in particolare, di ottenere (finalmente!!) delle risposte, da parte dei pubblici poteri, alle quattro serie di domande che Aldo Pastore avevo posto a loro, nel contesto dalla quarantaquattresima parte della pubblicazione “IL VOLTO DELLA MEMORIA”.

 Aldo ho accettato ben volentieri l’iniziativa proposta dai nostri amici; tuttavia, prima di procedere alla nuova pubblicazione della 44ª parte, ci ha proposto di pubblicare questo articolo, antecedente, rispetto a quello da loro proposto, perché datato 25 settembre 2006 e così intitolato:

 

IL PORTO DELLA MARGONARA

Ho appreso, dai quotidiani locali, che “l’iter per l’approvazione del Porto turistico della Margonara dovrà ripartire dal principio.”

Mi sono detto: FINALMENTE! Ed ho inviato un silente, ma sentito, ringraziamento all’ Assessore del Comune di Savona, Rosario Tuvè, per la lodevole presa di posizione assunta.

Mi auguro, tuttavia, che l’iter procedurale non si limiti unicamente ad una semplice e scontata approvazione del progetto, ma venga, invece, ad interessare tutta la complessa problematica, che sta alla base della fattibilità o meno di questa sconvolgente struttura artificiale, aggettante sul nostro mare.

Credo, inoltre, che l’intera materia debba essere oggetto di una attenta ed approfondita attenzione da parte non soltanto del Comune di Savona, ma, anche, dei Comuni di Albissola Marina e di Albisola Superiore, oltre che dell’Autorità Portuale e degli Enti Istituzionali sovrapposti (regione Liguria ed Amministrazione provinciale).


La necessità di un esame pluricentrico discende da due ordini di ragioni, che, sinteticamente, desidero illustrare:

A) Non esistono confini rigidi ed inamovibili tra mare e litorale costiero; al contrario, esiste (ed è sempre esistita) una simbiosi innata tra le due componenti. In altri termini: la struttura geofisica e biodinamica del suolo è destinata ad incidere sulle condizioni statiche e dinamiche del mare; a loro volta, i movimenti e la direzione dei venti e delle correnti marine vengono a condizionare lo status del litorale.

Di conseguenza: le competenze delle singole istituzioni non possono essere rigide, ma, al contrario, debbono reciprocamente integrarsi, al fine di trovare la soluzione più razionale ai complessi problemi proposti; perciò, occorre uscire dalla logica del Piano Regolatore Portuale a sè stante per attuare, invece, un’autentica politica di coerenza con i Piani Urbanistici Comunali ( come espressamente stabilito dalle leggi vigenti).

B) E’ necessario superare il rigido municipalismo per giungere ad una visione intercomunale del progetto, tenendo presente che i confini tra Comune e Comune sono stabiliti da scelte puramente politiche e non già dalle leggi dettate dalla natura.

Ma, quali risposte è lecito attendersi da questo futuro dibattito?

Esprimo, al riguardo, le mie opinioni, sperando che esse possano giovare alla conduzione ed alle conclusioni del prossimo confronto politico.


1) Secondo le corrette indicazioni dell’Assessore Provinciale Enrico Paliotto, è necessario:

– avviare il monitoraggio della linea di costa, avendo una chiara visione sullo stato di fatto delle opere attualmente esistenti; acquisire ed esaminare un articolato studio sulla dinamica costiera;

– possedere uno studio sull’ integrazione del regime idrogeologico costiero e di quello meteo-marino;

– redigere la carta del rischio erosione, in rapporto alla tipologia degli interventi programmati.

2) E’ indispensabile procedere ad uno studio e ad un controllo sistematico della prospiciente area marina, tenuto conto che, in essa sono presenti Praterie di Posidonia (in eccellente stato ed in continua espansione), numerose specie di molluschi ed, infine, una grande colonia del corallo OCULINA PATAGONICA; si tratta di specie animali e vegetali protette dalla Normativa Comunitaria.

3) E’ altrettanto urgente possedere uno studio sulle futuribili conseguenze, derivate dalla realizzazione del porto, sulle spiagge delle due Albisole.

Ho sempre sentito affermare dai pescatori dello Scaletto delle Fornaci che, allorquando viene edificato un qualcosa che si introduce nel Mare del Ponente Ligure (es.: un pontile, un molo, un porto), la sabbia trasportata dalle correnti marine, si deposita sempre a Ponente del manufatto e mai a Levante, ove, anzi, si registra un progressivo impoverimento sabbioso.

Non so se queste osservazioni empiriche dei pescatori posseggono una valenza tecnico-scientifica, ma se questa previsione (dettata, peraltro, da persone che convivevano quotidianamente con il mare) dovesse rispondere a verità, ci troveremmo, entro pochi anni, ad una massiccia erosione delle spiagge albisolesi, con conseguenze economiche ovvie e, cioè, altamente disastrose.


4) E’ doveroso conoscere preliminarmente l’entità e la qualità della cementificazione, collegata alla nascita del porto turistico; non intendo svolgere considerazioni estetiche e parlare, quindi, della Torre di Fuksas, nè di altre futuribili soluzioni architettoniche ed urbanistiche.

Mi limito semplicemente a citare le recenti parole di Giorgio Rossini, Soprintendente ai beni Ambientali e Monumentali della Liguria:

 «Questa terra è ai limiti dello sfruttamento ambientale; le infrastrutture sono vicino al collasso. Sembrava che il piano paesistico fosse uno strumento utile per un regime di contenimento e di mantenimento dello stato attuale; invece sta scattando l’indicazione contraria: INCREMENTARE LA CEMENTIFICAZIONE».

5) E sempre a proposito di infrastrutture occorre preliminarmente conoscere quali potranno essere le vie di Comunicazione tra il futuribile Porto e le località costiere, tenendo conto che l’attuale Aurelia è già attualmente sovraccarica e sembrano definitivamente tramontate le ipotesi del Metrobus e dell’ Aurelia-bis.

Tutti questi argomenti debbono essere analizzati e discussi prima di giungere ad una seria conclusione sulla possibilità o meno di realizzare il progetto ipotizzato a tavolino; l’agire con superficialità porta fatalmente alle amare conclusioni di Ennio Flaiano (Don’t forget):

“L’uomo può essere spiegato come un errore della Natura, perchè riuscirà a distruggerla, insieme a sè stesso.”

 ALDO PASTORE   25 settembre 2006

Arrivederci alla prossima settimana per la lettura dell’articolo (datato 8 marzo 2007): Quattro serie di domande sulla Margonara, (con relative premesse)

 

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