Il libro dei sogni

Pochi giorni fa il Presidente del consiglio in un video ha fatto un ottimo esercizio di fantasia descrivendo una situazione economica che solo lei percepisce

Nel video, Meloni ha anche rivendicato alcuni risultati ottenuti dal suo governo, in particolare sul fronte delle retribuzioni dei lavoratori. Secondo la presidente del Consiglio, grazie all’azione del governo «crescono i salari reali, in controtendenza con quello che accadeva nel passato». A supporto, Meloni cita questa statistica: «Tra il 2013 e il 2022, con i precedenti governi, nel resto d’Europa il potere d’acquisto dei salari aumentava del 2,5 per cento, mentre in Italia diminuiva del 2 per cento». E aggiunge: «Da ottobre 2023 la tendenza è cambiata e le famiglie stanno progressivamente recuperando il loro potere d’acquisto, con una dinamica dei salari che è migliore, e non peggiore, rispetto a quella del resto d’Europa».

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Proviamo con le poche conoscenze a disposizione a rimettere le cose al loro posto cioè come sono realmente :
Precisiamo si tratta di fonte Istat pubblicata dal sole 24 ore
L’economia italiana, sebbene con una crescita prevista del PIL dello 0,8% nel 2025, è ancora in una fase di rallentamento. L’industria mostra debolezza, con la produzione che è in calo. I consumi e gli investimenti rimangono fiacchi, mentre la fiducia delle famiglie è in calo. La pressione fiscale, che ha raggiunto un record del 42,6%, pesa ulteriormente sulle famiglie e le imprese. Già questi dati smontano la visione fantasiosa e ottimistica della Meloni.
Vogliamo parlare del lavoro?
Le scarse speranze di una nuova fase di espansione del lavoro arrivano dalle tabelle dei “flussi”, quelle in cui l’Istat mostra com’è cambiata la situazione lavorativa delle persone nel tempo. È in queste tabelle che emerge il problema: le persone che non lavorano tendono a continuare a non lavorare. Succede per gli inattivi, che sono 12,5 milioni di persone che non lavorano e un lavoro nemmeno lo cercano. Nell’ultimo trimestre del 2024 la quota di persone che hanno fatto il “grande salto”, passando dalla situazione di inattività a quella lavorativa, è scesa dal 7,5% al 5,4% (il minimo dal 2021, quando inizia questa serie statistica) mentre è salita dall’88,1% all’89,7% (e qui è invece il massimo degli ultimi cinque anni) la quota di inattivi rimasti tali. Altra fantasia smontata dai fatti reali,senza propaganda ma con un esposizione nuda e cruda della situazione reale
Parliamo di stipendi il salario medio italiano è più basso rispetto ad alcuni grandi Paesi europei come Germania, Francia e Regno Unito.
Il potere d’acquisto degli italiani è attualmente al di sotto della media europea, con l’Italia che si posiziona in fondo alla classifica. Si stima che in Italia il potere d’acquisto sia del 26% inferiore rispetto alla Germania.

Questo è il quadro attuale e attenzione ho riportato dati e cifre Senza commenti né retorica.
La questione e chiara a tutti, loro i politici vivono una realtà diversa dalla nostra e non percepiscono (fortuna loro) la gravità della situazione attuale
Volete alcuni esempi eccoli
Indennità Parlamentare:

L’indennità è un importo fisso stabilito per legge e rappresenta il salario base per i parlamentari.
Indennità di Missione:
I parlamentari ricevono anche indennità di missione per le spese sostenute durante le attività parlamentari, come viaggi e pernottamenti.
Altre Spese:
I parlamentari possono avere accesso ad ulteriori spese, come quelle per l’assistenza del personale o per l’uso di uffici.
Variazioni:
Le variazioni negli stipendi dei parlamentari sono generalmente legate a decisioni legislative e possono essere influenzate da fattori economici, come l’inflazione.
Avete finalmente capito?
Ci stanno prendendo per i fondelli.
Vorrei provare a farli vivere con uno stipendio normale rate da pagare mutuo,bollette salatissime e tasse varie,abituati a vivere alla grande come minimo finirebbero in depressione.
Dobbiamo riprenderci la cosa pubblica,la gestione dei partiti per stabilire l’equità sociale che manca da sempre in questo paese.
Non può esserci libertà senza giustizia sociale e non può esserci giustizia sociale senza libertà.”

 

Roberto Paolino

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