I tesori d’arte di Ormea

Caro lettore di Trucioli, ad Ormea, Dolomiti della Liguria
siamo ricchi di tesori d’arte
C’è bisogno di restauri e valorizzare il richiamo turistico 

Caro lettore di Trucioli, ad Ormea, Dolomiti della Liguria
siamo ricchi di tesori d’arte
C’è bisogno di restauri e valorizzare il richiamo turistico 
 

Gentile lettore, ci siamo conosciuti a Bellagio, dove la persona che mi accompagnava è stata così intemperante da costringermi a chiedere scusa a lei e a tutti i presenti. Così, credo che difficilmente possa dimenticarsi di me, anche perché lo stesso giorno le ho consegnato un mio libro serio (“Condizionati a Credere“) con la presentazione di una persona (Giuliano Vigini) che lei conosce.  

Quanto ai restauri di Ormea, sono una faccenda delicata sulla quale, probabilmente, possiamo ottenere qualcosa in più se uniamo le nostre forze. Perché è vero che le opere da restaurare sono quasi sempre proprietà privata, ma è anche vero che i privati (anche se sono curie) non hanno quattrini da spendere o non li vogliono spendere. E non è lecito che altri privati si svenino al posto loro, perché si tratta di un fatto culturale di portata nazionale, che va risolto in qualche modo. E, in ogni modo, ci vuole altro che la nostra svenatura personale, per restaurare davvero il patrimonio culturale italiano.

 In questo momento mi sto occupando delle opere abbandonate di Ormea (2000 abitanti, Alta Val Tanaro): 260 (duecentosessanta!) piloni votivi e 34 (trentaquattro!) chiese, alcune delle quali davvero splendide, solo per parlare soltanto dei piloni e delle chiese. Me ne sto occupando gratuitamente, dedicando un sacco di tempo e di energia e cercando di allargare il giro come posso. Quindi sto “facendo cose”: ho iniziato un grosso lavoro sui piloni (le mando l’articoletto che ho scritto in proposito), ho preparato una presentazione verbale di un’ora (con una settantina di “slides”) per far sapere all’Italia di che cosa si tratta, sto facendo la stessa cosa per le chiese.

E ho appena finito la prima bozza di un libro che titolerà “Ormea e le Dolomiti della Liguria“, 220 pagine formato 17×24 e circa 170 foto a quattro colori, per cercare di far conoscere un posto che merita per ciò che è. Se vuole, la prima volta che vengo a Milano posso farle vedere qualcosa. Per ora le mando solo qualche foto e la copertina.

 Qui si tratta di creare un nuovo orizzonte culturale e una nuova mentalità positiva verso ciò che si lascia deperire colpevolmente, per trascuratezza, per ignoranza, per non aver capito, per aver creato priorità tanto diverse quanto false.

 A lei non chiedo nulla, salvo aiutarmi a trovare occasioni per diffondere queste idee, occasioni per fare queste presentazioni, occasioni per fare cultura. Nelle quali potremo naturalmente mettere anche la chiesa di cui lei si è fatto paladino.

  

Filippo Bonfiglietti


Bossieta

Alpisella P. Madonna del Carmine 

Mongioie

Porcirette Sott.  Sacro Cuore di Gesù

Crocifissione del Bungattu

Pian del Fo  Spirito santo

Profilo della Corsica

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