I ricchi scommettono per vincere e i poveri per perdere
Se a memoria d’uomo i ricchi e i potenti sono stati sempre schiavisti con i poveri; perché da tre quarti di secolo si dissanguano per esportare democrazia a cannonate, strappare il potere politico ai tiranni e consegnarlo ai popoli anche se sono già ridotti alla fame?
Perché la minoranza dei ricchi e potenti è così generosa da difendere una democrazia dall’invasione di un tiranno, e dal rischio che i cittadini sovrani finiscano ritrasformati in sudditi sfruttabili: ma poi ai poveri continua a negare persino l’elemosina e agli immigrati il salvataggio in mare?
Europa e America stanno rischiando la terza guerra mondiale atomica per difendere ad oltranza la democrazia Ucraina dall’aggressione del tiranno Putin.
Banchieri e industriali si tengono stretto il potere economico, e insieme al potere culturale gettano in pasto ai poveri anche il potere politico, perché questo per loro è un investimento che rende oro, non a “palate”, ma a “miniere”.
Infatti nelle democrazie la produttività schizza alle stelle, e finisce puntualmente razziata dai ricchi, mai perequata per salvare poveri.
Grazie alla democrazia, la condizione dei poveri passa dalla schiavitù, alla libertà suicida. E rischiano costantemente la vita, come gli immigrati nel Mediterraneo o gli allagati in Romagna. Dov’è l’inghippo?
Le lobby sono sempre in agguato per condizionare e muovere i governi democratici finti, a proprio vantaggio.
Se i popoli sovrani che dovrebbero fornire ai loro governanti sufficienti risorse finanziarie per governare, evadono le tasse o li contestano, fanno l’interesse di speculatori, sfruttatori, strozzini e lobbysti che commossi ringraziano.
Chi ha definito la democrazia autogoverno del popolo ci ha azzeccato in pieno. Se il popolo si rifiuta di aiutare il Premier e i suoi ministri nella titanica fatica del governare: per produrre e perequare, ci pensano le lobby a fornire “sostegno finanziario interessato”, per manovrarli poi a loro esclusivo interesse come burattini.
Per quale recondita ragione i ricchi hanno consegnato il potere culturale e politico nelle mani dei poveri che da sempre sono e saranno una schiacciante e immodificabile maggioranza: per renderli più forti, liberi e autonomi, o perché esercitando quei “poteri senza portafoglio” li avrebbe resi ancora più deboli, dipendenti e sfruttabili?
I ricchi non hanno mai scommesso per perdere.
E a quanto sembra continuano a vincere anche nel terzo millennio pseudo Democratico.
La cultura e la politica in mano alla maggioranza dei cittadini non aumenta la loro libertà e autonomia ma la loro dipendenza dal denaro dei Banchieri e dal salario degli industriali e quindi li rende deboli, condizionabili e sfruttabili: privi o quasi di potere contrattuale.
Sta tutto qua il miracolo delle democrazie dell’occidente progredito. Hanno una forma diversa dalle dittature ma la sostanza è uguale o peggiore.
I popoli poveri non arricchiscono economicamente se non dopo essere arricchiti di cultura e politica libera.
Ma nel mondo, cultura e politica continuano ad essere a passo di gambero. Invece di aiutare i poveri a sbarcare il lunario li costringono a contribuire a l’arricchimento criminale dei ricchi, subendo devastazioni ambientali ed economiche assassine.
La democrazia, dopo 25 secoli, ancora continua a mancare il bersaglio della Giustizia sociale. E altrettanto inutile in difesa dei poveri si è dimostrato il cattolicesimo per altri 20 secoli.
Lo insegnano anche a scuola come alleggerire del potere politico i regnanti francesi, ma come togliere ai ricchi del mondo quel minimo essenziale per conservare dignitosamente in vita i poveri ancora non l’ha capito nessuno.Franco Luceri da il rebus della cultura