I cittadini liberi non bastano, senza “popolo” non c’è democrazia

Se in democrazia si passa dalla politica comunista alla liberale o viceversa, ma sì continua a tutelare una classe sociale a danno dell’altra, invece di Giustizia si genera “cannibalismo“.
L’intera comunità mondiale, impoverita dalla speculazione economica, prima per la pandemia, ora per la guerra, avrebbe bisogno di “politica ambidestra ecocompatibile“; con lavoratori e padroni, poveri e ricchi, fascisti e comunisti che dialogano alla ricerca del bene comune ancora sconosciuto dopo tre quarti di secolo di guerra civile spacciata per democrazia.
Oscar Wilde diceva: “nessuno può essere libero se costretto ad essere simile agli altri“. Se per disgrazia oggi si fosse trovato in Italia non credo che il signor Wilde avrebbe confermato questa sua opinione.
È ovvio che la libertà è migliore della schiavitù; ma non si può attentare alla sicurezza di un popolo dando libertà incondizionata a tutti.
La libertà dovrebbe essere concessa solo a chi, potendo, dimostra di usarla in funzione del bene comune.

PUBBLICITA’

Perché ogni cittadino vuole libertà illimitata per sé; ma limitabile per tutti gli altri, pretendendo dallo Stato protezione e tutela contro gli abusi altrui a suo danno.

È vero che a livello planetario la bomba de l’egualitarismo comunista, (e quindi la limitazione della libertà individuale) ha portato il comunismo alla bancarotta.
Ma se si vuole un sistema liberale fondato sulla esagerazione opposta, sul diritto inviolabile ad essere diversi per poter essere concretamente liberi, (vedi Italia) poi nessuna giustizia avrà mai potere e risorse sufficienti per impedire ai soggetti troppo diversi e troppo liberi, di abusare della propria libertà a danno della collettività o dello Stato.
Nel nostro fu Belpaese persino i neonati si sentono forza e diritto di malmenare l’ostetrica che li sta aiutando ad uscire di casa, o guardano la maestra dell’asilo dall’alto in basso, o aggrediscono i professori che vorrebbero interrogarli o peggio bocciarli.
Dove il mondo della cultura forma bravi professionisti capaci di fare un uso intelligente del loro sapere, ma solo per sé, mai per la collettività, mette a rischio il bene comune e il futuro di qualunque Popolo.
È vero, in un sistema democratico dove ogni soggetto in buona salute è chiamato a produrre e contribuire, non si può imporre ai cittadini l’uguaglianza comunista.che uccide libertà e produttività.
Ma garantirle entrambe a prescindere, come in Italia, fino a perdere il controllo della sicurezza e della giustizia, non è politica è apocalisse: è giungla infestata di predatori.
In nome del “disugualitarismo liberale“, furbi, disonesti, violenti e potenti la fanno da padroni; cominciando precocemente dalle baby gang e finendo alla criminalità politica, economica e mafiosa che generano un tale allagamento di poveri e debito pubblico, da uccidere popolo e Stato.

Franco Luceri da il rebus della cultura

Condividi

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.