Ho visto Crepet piangere.

L’ho visto davvero in talk televisivo. Perché io guardo o ascolto anche la TV.  E non me ne vergogno.  Sono fra quelli che, secondo alcuni,  bevono tutto,  quelli che  i signori sottutto  insultano con arroganza dato che  ancora “usano” e considerano  la tv come modello di comunicazione. Come se la carta stampata fosse più veritiera. Niente contro i media stampati, ma non mi si venga a dire che  sono gli unici a dare notizie vere. Le fake, le bufale, le false o improprie comunicazioni  sono dappertutto, sui social, in tv e sui quotidiani o riviste.   Spesso anche sugli idolatrati libri.

https://www.la7.it/

Al contrario, credo, ed è lapalissiano,  che non si possono  dare giudizi se non si ascolta. Tutte, proprio tutte,  le possibili fonti di informazione.
 Vado oltre questo piccolo sfogo personale e ritorno a esporre un evento che mi ha colpito moltissimo.
Ebbene,  Il noto neuropsichiatra, sociologo, saggista, educatore, che conosce molto bene il mondo dei giovani piange  pubblicamente al ricordo della madre che mezzo secolo fa aveva fondato un centro che si occupava della violenza sulle donne.  E’ costretto ad interrompersi, addirittura. Mentre,  dice, non è cambiato nulla.

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Del resto non è certo il femminismo che ha reso i maschi più dolci e  protettivii. Anzi, li ha incattiviti.

Amore chiama amore , amorevolezza chiama amorevolezza, asprezza  e rancore chiamano asprezza e rancore se non additìrittura odio,  e,  troppo spesso, purtroppo, violenza.
 Il professore sostiene che non si diventa lupo in una notte e bisogna imparare a cogliere i segnali. Il raptus non esiste. ( Specie se si ha un coltello in tasca. Questo ci racconta una premeditazione. n.d r.).
“I genitori sbagliano a giustificare i ragazzi sempre e comunque. Vanno male a scuola? Colpa dei professori. Vengono bocciati? Ricorso al Tar” critica il modo in cui i genitori giustificano il comportamento dei figli, contribuendo alla creazione di individui incapaci di affrontare la frustrazione e il rifiuto.
Non vorrei parlare di patriarcato,  termine sotto accusa da parte di alcuni studiosi del settore, esaltato da altri , o addirittura negato da altri ancora.
Come al solito i soloni dicono la loro. Forse tutti hanno le loro ragioni perchè il tema è davvero complesso e delicato.
Certo è che l’emulazione di ciò che accade in famiglia,  la prima sotto  accusa, ha  una fondamentale importanza.
In realtà questi episodi sconvolgono tutti, e credo che nessuno degli eperti in materia possa chiarire  in profondità  la genesi, le  motivazioni e  i propositi di un orrore simile.
Infine  sottolinea l’importanza del supporto sociale e dell’intervento tempestivo per identificare e affrontare i segnali di relazioni potenzialmente pericolose. Ma anche in questo caso non è semplice individuare i tempi per intervenire, con chi, come e quando.
Personalmente, ma confesso che  questa è una mia idea fissa, sebbene  abbastaza supportata dai fatti, che l’uso e l’abuso di sostanze e alcool stia alla base di tanta violenza.
Ovviamente non sappiamo, o forse sapremo, se questa orribile vicenda  è stata favorita,  almeno in parte,  all’assunzione di sostanze.
Del resto stiamo vivendo in un momento in cui una carezza,  un apprezzamento, o un semplice complimento,  nei confronti di una donna da parte del maschio, è considerata molestia sessuale. Addirittura stupro.  Siamo al paradosso.
Sarebbe ora di arrivare ad un equilibrio.
La violenza,  psicologica,   fisica  o emotiva, è ben altro.
Ma,  come diceva un mio vecchio e saggio amico, l’italia è il Paese degli eccessi.
Interviene anche il Ministro Nordio sostenendo che in questi casi pene più severe non sevono. Come è abbastanza  intuitivo concepire.
Note a margine.
A proposito di associazioni che si ossupano della difesa della donna,  vorrei ricordare quella di giovani psicologhe di Firenze. il servizio che stanno  pubblicizzando con colloqui gratuiti fa parte di un progetto dell’associazione “Il Lumicino” in collaborazione con WeWorld Onlus e finanziato. Si concluderà a dicembre e sperano di poterlo riproporre. Il numero dell’”help line” è 347.5819672. Poi da anni portano avanti nelle scuole italiane, il progetto “a scuola di rispetto”, anche questo totalmente gratuito per ragazzi e scuole, finanziato dall’associazione Equlibra.
 Stanno operando  in quest’anno scolastico nelle seguenti regioni.
Calabria  Emilia Romagna,  Lombardia, Piemonte,  Liguria, Toscana, Sicilia, Lazio, Campania, Puglia, Basilicata,Sardegna.
Sono anni che lavorano  in prevenzione primaria e fanno cultura sul tema, così come  sull’emergenza ma come vediamo e come loro stesse sottolineano, purtroppo i fatti di cronaca ci dicono che dovremmo fare ancora di più
Associazione Equilibra per il benessere sociale

Carla Ceretelli

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