Arrampicarsi sugli specchi

Non volevo tornare a parlare di sanità, ma le farneticazioni che ho letto sui giornali, le difese di ufficio del piano sanitario, mi hanno spinto a tornare sull’argomento, soprattutto perché leggo che, con vero senso democratico, si bolla chi dissente come Gufo o Cassandra. Insomma siamo una banda di anti Liguri che tifiamo perché le cose vadano male.
Non è fare i gufi se diciamo che in un ospedale della Liguria nel pronto soccorso le persone sono state adagiate per terra. Ma si sa loro hanno il dono dell’infallibilità non sbagliano mai.

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Se invece di tagliare nastri, visitare croci e farmacie, presenziare ad ogni evento pubblico con lo scopo di fare passerelle elettorali, praticassero di più gli ospedali si renderebbero conto di come la sanità Ligure versa in una crisi irreversibile che sicuramente anche con la bravura, che non hanno, l’impegno che ci mettono, non sarà sanato nei prossimi tre anni.
E poi basta con la solita canzone è colpa di chi c’era prima! Certo hanno le loro responsabilità gravi e pesanti, ma voi avete avuto quasi dieci anni per mettere mano, e risolvere il disastro compiuto dai chi c’era prima di voi….e non lo avete fatto!
Il Piano sanitario è un esercizio teorico separato dai problemi che ogni paziente Ligure vive quotidianamente. Non programma le azioni per affrontare le urgenze del sistema: liste attesa, fughe, pronto soccorso intasati, carenza di personale in ogni settore:
90 mila liguri rinunciano a curarsi
52 milioni di euro di fughe l’anno
35 milioni di buco in bilancio nel 2022
Zero ospedali realizzati
1200 infermieri in meno
800 specialisti mancanti
1/3 del personale perso in dieci anni
100 mila liguri senza medico di base;
Emergenza liste d’attesa.
Leggo che questo piano sanitario sarebbe rivoluzionario che va a riorganizzare i bisogni del territorio….
Ma quando mai!
Punto primo: è una scatola vuota che non risolve nessun problema, accentua la disuguaglianza sociale in quanto se un paziente vuole avere una diagnosi velocemente si deve rivolgere al privato, per cui chi ha i denari si cura chi non ne ha aspetta.
E molte volte le lunghe attese divengono un problema per la salute del paziente.

Ma questi ammiratori estasiati del piano sanitario vanno ogni tanto a visitare i pronto soccorso?
Scoprirebbero che il cittadino subisce, a causa dei guasti portati dalla politica, le piante organiche sempre più corte, un trattamento da cittadino di serie Z, finendo, come già detto, coricati in terra.
Ma loro che ne sanno, se stanno male o i loro parenti hanno problemi vanno nel privato.
Tante le proteste dei cittadini. La sanità pubblica in Liguria è al collasso, denuncia un volantino del ‘Fronte Comune Ligure’ mentre quella privata accumula ricchezze sulla nostra salute e sulla carenza di cure. Diciamo ‘no’ alla volontà privatizzatrice della Regione, alla rinuncia alle cure per chi non può spendere! Come mai tanti professionisti lasciano il sistema pubblico?
Come mai tanti si licenziano?
Probabilmente perché lavorare nel sistema sanitario pubblico Ligure è mortificante e deprimente.
Questi sono argomenti seri, non i voli pindarici di qualcuno che vuole fare la copia brutta molto brutta di Toti disegnando a parole una sanità che solo loro vedono. Che dire ancora, questa situazione paradossale (vedi continuare a far nascere i bimbi in ambulanza) cosa inconcepibile in un paese evoluto, è la cartina tornasole di una sanità, volutamente pasticciata, demolita giorno dopo giorno, attendiamo con terrore i prossimi interventi. Ad abbondare saranno le promesse non mantenute le bugie e la campagne elettorali costruite su argomentazioni per i gonzi che ci credono ancora.
Ad ogni buon conto, visto che io non sono come loro, se realizzeranno un quarto di quanto promesso. Se ad esempio riapriranno il punto nascite, metteranno in condizione la seconda città della provincia di Savona come popolazione (Albenga) di avere un pronto soccorso degno di tale nome, e non un ambulatorio dei cerotti (nome efficacissimo dato da un membro del centrodestra che ha il merito di tifare per la propria città senza guardare in faccia nessuno).
Se faranno tutto questo chiederò scusa.
Ma se come al solito saranno chiacchere in libertà il conto ve lo chiederanno i Liguri statene certi.

Roberto Paolino

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