Gli inquinanti e la (presunta) barriera Acna e…

Gli inquinanti stanno oltrepassando la (presunta) barriera Acna e vanno verso Bormida. Presentato un esposto in Procura

 

Gli inquinanti stanno oltrepassando la (presunta)

barriera Acna e vanno verso Bormida.

Presentato un esposto in Procura

 

 

Esposto a Procure piemontesi e liguri, Province e Regioni piemontesi e liguri, Ministeri ambiente e salute, Unione Europea. Oltre a documentare l’inquinamento, la denuncia ricorda che in Valle Bormida ogni famiglia sconta ancora i gravi danni alla salute provocati dalle lavorazioni di Cengio, sia per gli addetti sia tra i residenti loro famigliari e concittadini. I medici locali sono testimoni dell’alta incidenza di specifiche neoformazioni correlate ai prodotti aromatici lavorati e depositati nelle discariche.  Dei residui di tali sostanze, nel sito ubicato tra Cengio (SV) e Saliceto (CN), com’è noto, ve n’è una ben visibile ed inquietante collina di milioni di metri cubi

 

L’ESPOSTO

 

 Ministro Ambiente   

 Ministro Salute   

 Regione Liguria    

 Provincia di Savona   

 Provincia di Cuneo      

 Provincia di Asti           

 Provincia di Alessandria 

 Procura di Savona       

 Procura di Cuneo 

 Unione Europea 

Nei giorni scorsi e tuttora perdurante, molti cittadini residenti a Saliceto (CN) e nella frazione di Cengio-Brignoletta (SV) hanno segnalato la presenza di forti odori che, da queste parti, sono ancora ricordati e riconosciuti.  La segnalazione è immediatamente pervenuta anche al nostro Gruppo Tecnico-Scientifico, parte integrante dell’Associazione per la Rinascita della Valle Bormida.

Alcuni nostri Tecnici si sono recati sul posto ed hanno constatato non solo la veridicità della allarmata segnalazione, ma ne hanno dedotto la provenienza e, plausibilmente, la fonte.

L’abitato di Saliceto, come è noto, si trova contiguo all’area SIN oggetto  di bonifica da  parte di Syndial-ENI ed ha una sua area  amministrativa all’interno dello stesso sito perimetrato ed oggetto degli interventi.

Osserviamo che:

 – Gli odori, caratteristici, sono certamente da addebitarsi a composti organici aromatici volatili;

 – Tali composti costituivano specificamente materie prime delle lavorazioni ACNA di Cengio;

 – Essendo cessate completamente le lavorazioni da quasi vent’anni, se ne deduce che esse non possono provenire che dai terreni oggetto della bonifica ancora incompleta o, più presumibilmente, da terreni contigui;

 – Uno di tali terreni sospetti, a suo tempo – ma successivamente  all’inizio  dei lavori  di  bonifica –  è stato ‘stranamente’ venduto da ENI ad un privato, pur essendo compreso nella delimitazione del SIN (Atto Registrato a Milano il  1 4/3/2001  con N° 5964 dal Dr. Ciro De Vincenzo, Notaio);

 – Recenti caratterizzazioni della suddetta area, denominata Area Merlo, da parte di ARPAL, hanno evidenziato superi incredibilmente elevati di numerosi solventi aromatici come il Benzene (fino a 744 volte i limiti di legge)  e composti alifatici e aromatici alogenati  e  nitrobenzeni cancerogeni  (fino  a 1 484 volte i limiti di legge), oltre a isomeri di Cloro-benzen-derivati (fino a 496 volte i limiti di legge).

 – L’area di cuisi tratta è delimitata tra una massicciata ferroviaria e la Strada  Provinciale 439 della Valle  Bormida e, non avendo mai ospitato impianti  chimici per la sua natura fortemente scoscesa, ha adsorbito tali sostanze dal piano campagna, dove era ubicato lo stabilimento ACNA;

 – In talcaso è facilmente desumibile chela notevole massa degli inquinanti abbi attraversato  la barriera recentemente creata per  isolare l’area  di discarica A1, su cui  aperta  la Procedura d’Infrazione comunitaria  2009/4426, che perciò non garantirebbe alcuna tenuta idraulica, pur essendo stata recentemente collaudata;

– Il dilavamento della suddetta area per effetto delle  precipitazioni, ma  anche della  sussistenza  di falda naturale, trascina gli stessi inquinanti meno volatili verso il fiume Bormida, all’area detta Basso Piave, dove consistono gli scarichi autorizzati del  Trattamento Acque interno;

– Ciò potrebbe spiegare il rintracciamento di analoghi parametri  inquinanti anche nelle acque della corrente fluviale, pur con valori diluiti.

 

Le condizioni meteo-climatiche di questa parte del mese  di Giugno 2019,  caldo e ipoventilato nell’area, hanno messo in evidenza l’alta concentrazione anche nella fase aerea di tali sostanze che, ne va dedotto, permangono tutto l’anno anche se al  di sotto della soglia di percezione.

E’ evidente che le operazioni di bonifica del SIN  di  Cengio, ribadiamo  perduranti da 20  anni, non hanno ancora  risolto il  primo  degli impatti, cioè la volatilizzazione delle  sostanze residuali delle antiche  lavorazioni, e probabilmente  neppure  quelli sulla  salute  dei cittadini e degli addetti alle operazioni.

Va ricordato che in quest’area valliva quasi ogni famiglia ricorda e sconta ancora i  gravi danni  alla salute  provocati dalle lavorazioni di Cengio, sia per gli addetti che da  qui  provenivano, sia tra i residenti loro famigliari e concittadini: pur non  essendo probabilmente  mai stata eseguita, o pubblicata, una specifica Indagine Epidemiologica, i medici locali sono testimoni dell’alta incidenza di specifiche neoformazioni specificamente correlate ai prodotti aromatici, sia di lavorazione che presenti come ‘impurezze’ nei cicli  di lavorazione. Dei residui di tali sostanze, nel sito ubicato tra Cengio (SV) e Saliceto (CN), com’è noto, ve n’è una ben visibile ed inquietante collina di  milioni dimetri cubi.”

In attesa di opportuni riscontri di specifica competenza, offriamo la nostra  pienadisponibilità e collaborazione

 

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