Ferrania e non solo

Ferrania e non solo

Ferrania e non solo

Mi è capitato diverse volte, da quando scrivo su questo sito, di far cenno alla situazione della Ferrania e l’ho fatto soprattutto per denunciare le carenze imprenditoriali e lo scarso aiuto dato dall’IPS, gestita da alcuni enfant prodiges della politica locale, a trovare una soluzione di prospettiva alla situazione.

Ma ai lavoratori alcune cose con grande franchezza vanno dette: siete 198 e da sette anni siete in cassa integrazione, talvolta l’ammontare della cassa integrazione è stato, sia pur di poco, incrementato da compensi regionali per lavori negli enti locali, notevolmente apprezzati, siete 198 è a me pare impossibile che in questi sette anni nessuno di voi abbia trovato una occupazione. Certo non avrete trovato occupazione all’altezza delle remunerazioni che ricevevate in Ferrania, certo avrete avuto offerte meno appetibili economicamente, meno adeguate allo status di lavoratore Ferrania, ma che non ci sia stata alcuna occasione questo stento a crederlo. Forse non è sufficientemente chiaro, che nelle pieghe della crisi economica, che stiamo attraversando la fabbrica per cui avete lavorato non tornerà di bel nuovo ad esserci è inutile raccontarvi quella della nicchia di mercato per le pellicole, perchè solo un genio dell’economia come Ruggeri (liceo artistico) può crederci. Semmai ci può essere il rimpianto per quando, sette anni fa, la fabbrica fu praticamente chiusa e tutti i lavoratori, forse non pienamente consapevoli di quello a cui sarebbero andati incontro, fecero una lotta un pò soft rispetto alla gravità del momento e gli enti locali che non ne capirono la gravità allora non vedo come potrebbero capirla meglio ora. Sulla soglia della mobilità forse vi attende l’epilogo più umiliante, se ancora non l’avete subito.
Ferrania
I colloqui, pressochè inutili, con funzionari e funzionarie dei vari centri per l’impiego. Concordo con Voi sono intrattenimenti di rito che non servono a nulla, salvo ai parapsicologi che li fanno e che, forse, vengono abbondantemente  retribuiti. Cercheranno di frugare tra le vostre motivazioni con quel clichè alla vasellina che caratterizza questo tipo di interventi.

Probabilmente anche i vostri sindacalisti non sanno a che cosa attaccarsi. Ma se pensate di farvi valere, se non aspettate solo la manna dal cielo, fuori un attivismo nuovo che cerchi nuove idee, nuove ipotesi praticabili, se voi davvero avete un know how dimostrate con capacità di muovervi. Perchè il distretto emiliano romagnolo del biomedicale ha già saputo tirar su la testa dopo il terremoto nel senso letterale del termine? Perchè non Vi rivolgete alla Lega delle Cooperative, che altrove, forse solo altrove, ha idee e mezzi da mettere in campo?

Fatelo anche per quel centinaio di giovani che in Valbormida o a Savona, non lavorano o non hanno mai lavorato, privi di alcun reddito (altro che cassaintegrazione) che attendono, anch’essi, qualche risposta alla crisi. Potrebbero persino diventare vostri concorrenti nello spartirsi le briciole di qualche nuova opportunità occupazionale. Una guerra tra poveri, come dice un ormai frusto luogo comune, in cui non saprei per chi parteggiare.

 

UGO TOMBESI     3.11.2012

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