Esistono ancora i giornalisti?
Due vicende (fanno riflettere) portate alla ribalta da blog liberi
Esistono ancora i giornalisti?
A Savona c’è chi indaga e non pubblica
Storie curiose di telefonate al legale di un collaboratore di giustizia
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Due vicende (fanno riflettere) portate alla ribalta da blog liberi
Esistono ancora i giornalisti?
A Savona c’è chi indaga e non pubblica
Storie curiose di telefonate al legale di un collaboratore di giustizia
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Nauseata dalla politica e dalla disinformazione asservita ai padroni, di destra o di sinistra, economici o politici, riporto alcuni esempi vissuti ultimamente: |
Faccio parte di un comitato, da anni lavoriamo raggiungendo le persone solo attraverso le nostre forze e il volontariato, trasversali ai partiti, organizzati, trasparenti come l’acqua. Un movimento che ha risvegliato gli italiani, coinvolto i giovani, fatto impegnare molti cittadini in prima persona. Solo questo dovrebbe essere un evento da prima pagina! Eppure in questi anni nessuno dei grandi media ci ha considerato, non hanno cercato i fatti, i protagonisti, ma hanno ubbidito ai padroni di turno che chiedevano di depotenziare il movimento e far risaltare altre forze. Mi indigna questo non volere raccontare la realtà, questa incapacità di andare a fondo, questa inevitabile ignoranza che poi traspare negli articoli infarciti di errori e omissioni. |
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LA CASA DELLA LEGALITA’ rivela il ‘lavoro’ di un giornalista A Savona c’è chi indaga in silenzio e non pubblica le notizie? Pubblichiamo, a puro titolo di cronaca, lo stralcio di un lungo servizio in cui la Casa della Legalità di Genova ha scritto a proposito dell’attività giudiziaria ed investigativa su possibile infiltrazioni mafiose in Liguria. Viene citato un episodio curioso, se reale, che chiama in causa la telefonata (una o più) di un giornalista di Savona, del quale si tace il nome, ad un avvocato di Palermo difensore di un pentito e collaboratore di giustizia, interrogato a Genova. |
Forse il giornalista che può aver agito in perfetta buona fede ed animato da interesse legato al suo lavoro – non tutto ciò che si fa deve essere necessariamente pubblicato a tamburo battente – farebbe cosa saggia uscire allo scoperto. Rendere noto cosa sia accaduto. Pur mantenendo, se il caso, il segreto professionale sulle fonti. Come è stato descritto, invece, il suo ruolo appare quantomeno equivoco. QUESTO IL TESTO STRALCIATO DEL SERVIZIO ….Un giornalista savonese si dava da fare in quei giorni per contattare l’avvocato del collaboratore di giustizia a Palermo. Lo faceva non per fare un articolo, ma per capire (prima) se l’avvocato confermava e poi, una volta che aveva confermato quanto da noi scritto, per offrire pindariche giustificazioni al comportamento del Procuratore Scolastico. A quelle telefonate, in quei giorni, si sommavano altre strane telefonate a casa dell’avvocato, tutte dalla Calabria… Coincidenze… Semplici coincidenze, naturalmente… Particolare curioso è il fatto che il giornalista savonese, che non scrisse mai un articolo in merito, conoscesse il nome di quell’avvocato ed il suo recapito telefonico… strano perché noi non pubblicammo il suo nome… non lo avevamo scritto quando pubblicammo gli articoli e, quindi, solo chi aveva accesso agli atti e gestito quell’incontro con il collaboratore di giustizia Sanfilippo poteva sapere chi era l’avvocato di Palermo! 10 luglio 2011
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