Esistono ancora i giornalisti?

Due vicende (fanno riflettere) portate alla ribalta da blog liberi
Esistono ancora i giornalisti?
A Savona c’è chi indaga e non pubblica
Storie curiose di telefonate al legale di un collaboratore di giustizia

Due vicende (fanno riflettere) portate alla ribalta da blog liberi
Esistono ancora i giornalisti?
A Savona c’è chi indaga e non pubblica
Storie curiose di telefonate al legale di un collaboratore di giustizia

 Nauseata dalla politica e dalla disinformazione asservita ai padroni, di destra o di sinistra, economici o politici, riporto alcuni esempi vissuti ultimamente:
1- informazione sui referendum dell’acqua

 Faccio parte di un comitato, da anni lavoriamo raggiungendo le persone solo attraverso le nostre forze e il volontariato, trasversali ai partiti, organizzati, trasparenti come l’acqua. Un movimento che ha risvegliato gli italiani, coinvolto i giovani, fatto impegnare molti cittadini in prima persona. Solo questo dovrebbe essere un evento da prima pagina! Eppure in questi anni nessuno dei grandi media ci ha considerato, non hanno cercato i fatti, i protagonisti, ma hanno ubbidito ai padroni di turno che chiedevano di depotenziare il movimento e far risaltare altre forze. Mi indigna questo non volere raccontare la realtà, questa incapacità di andare a fondo, questa inevitabile ignoranza che poi traspare negli articoli infarciti di errori e omissioni.
2- conferenza stampa di presentazione del decennale del G8 a Genova e mostra fotografica.
Si è parlato al 99% del programma, con eventi su lavoro, beni comuni, ambiente, povertà, ecc.. e solo all’1% si è accennato al ricordo della repressione del 2001. E’ stato ribadito con forza che il decennale non vuole essere il ricordo degli scontri, ma un nuovo ritrovarsi a discutere cose concrete, diritti umani, partecipazione. La mostra contiene centinaia di foto da tutto il mondo sui temi suddetti e solo qualcuna degli scontri del 2001. I pochi giornalisti presenti hanno fatto qualche ripresa e dopo pochi minuti se ne sono andati. Risultato: i servizi sulle TV locali o sui giornali mostravano SOLO le 3 foto degli scontri, rievocavano solo quelli, paventavano timori sulla sicurezza. Questo non è raccontare la realtà.
3- scontri NO TAV in Val Susa.
Il fatto: 70.000 persone manifestano pacificamente e 100 imbecilli tirano pietre. La sera apro il sito di Repubblica e i titoli naturalmente parlano solo degli scontri. Le foto danno la misura dell’indegnità di questa informazione: ci sono molte gallerie fotografiche dedicate al lancio di pietre, la singola pietra fotografata in alta risoluzione in tutto il suo tragitto con decine di scatti, da bravi ed esperti fotografi. Poi da un link nascostissimo ecco le foto della manifestazione pacifica: poche immagini di pessima qualità scattate probabilmente dal telefonino di qualche manifestante. Questo è l’emblema della disinformazione: tutti i migliori fotografi a coprire i 100 violenti, nessuno a coprire i 70.000 pacifici. Questa sproporzione è vergognosa. Probabilmente figlia di direttive dall’alto, perché tutti i giornali fanno gli interessi di qualcuno, che sia il capo del governo o sia il partito di opposizione sostenitore della TAV e della privatizzazione dell’acqua…
Io, cittadina qualunque, farei due appelli.
Il primo ai giornalisti, perché ritrovino dignità e professionalità, perché il loro lavoro sia raccontare la realtà, non distorcerla o ometterla. Dove è finita l’etica professionale?
Negli Stati Uniti molti giornali stanno chiudendo, dicono che è un dramma per l’informazione. Ma per come stanno le cose in Italia, io quasi mi auguro che anche i nostri chiudano, perché così come sono fanno solo danni alla verità. Vorrei vedere professionisti che studiano le cose, vanno sul posto e ci passano del tempo per capire.
Il secondo ai cittadini: non credetegli più! Oggi grazie a internet è possibile informarsi direttamente alle fonti, testimoni scrivono e fanno girare l’informazione. Sfruttiamola. Oppure andiamo noi in prima persona, quando possibile, a vedere, e raccontiamolo.
Naturalmente ci sarà anche qualche giornalista che lotta contro tutto questo, o qualcuno che crede che le critiche non siano per lui. Può darsi, ma io lo esorto in ogni caso a fare di più perché la sua voce onesta si faccia spazio tra le altre.
Silvia Parodi – cittadina di Genova (ripreso da Oli)

LA CASA DELLA LEGALITA’ rivela il ‘lavoro’ di un giornalista

A Savona c’è chi indaga in silenzio e non pubblica le notizie? 

Pubblichiamo, a puro titolo di cronaca, lo stralcio di un lungo servizio in cui la Casa della Legalità di Genova ha scritto a proposito dell’attività giudiziaria ed investigativa su possibile infiltrazioni mafiose in Liguria. Viene citato un episodio curioso, se reale, che chiama in causa la telefonata (una o più) di un giornalista di Savona, del quale si tace il nome, ad un avvocato di Palermo difensore di un pentito e collaboratore di giustizia, interrogato a Genova.

 Forse il giornalista che può aver agito in perfetta buona fede ed animato da interesse legato al suo lavoro – non tutto ciò che si fa deve essere necessariamente pubblicato a tamburo battente – farebbe cosa saggia uscire allo scoperto. Rendere noto cosa sia accaduto. Pur mantenendo, se il caso, il segreto professionale sulle fonti. Come è stato descritto, invece, il suo ruolo appare quantomeno equivoco.

 QUESTO IL TESTO STRALCIATO DEL SERVIZIO 

….Un giornalista savonese si dava da fare in quei giorni per contattare l’avvocato del collaboratore di giustizia a Palermo. Lo faceva non per fare un articolo, ma per capire (prima) se l’avvocato confermava e poi, una volta che aveva confermato quanto da noi scritto, per offrire pindariche giustificazioni al comportamento del Procuratore Scolastico. A quelle telefonate, in quei giorni, si sommavano altre strane telefonate a casa dell’avvocato, tutte dalla Calabria… Coincidenze… Semplici coincidenze, naturalmente…

Particolare curioso è il fatto che il giornalista savonese, che non scrisse mai un articolo in merito, conoscesse il nome di quell’avvocato ed il suo recapito telefonico… strano perché noi non pubblicammo il suo nome… non lo avevamo scritto quando pubblicammo gli articoli e, quindi, solo chi aveva accesso agli atti e gestito quell’incontro con il collaboratore di giustizia Sanfilippo poteva sapere chi era l’avvocato di Palermo!

L’altra unica risposta, anche se indiretta, è stata poi quella del pm Di Balme. Dopo il nostro articolo sul fatto che il boss della ‘ndrangheta Carmelo GULLACE (abita a Toirano ndr) scendeva in campo per difendere il procuratore Scolastico ed il pm Landolfi... fatto divenuto a noi noto perché il pm Di Balme nella chiusura indagini inviataci ci contestava il reato di diffamazione ai danni della parte offesa: Alberto Landolfi e Carmelo Gullace, il pm Di Balme ha pensato di riformulare la chiusura indagini e scindere i due casi, quello del boss e quello del pm, accomunati nel precedente atto.
A questo punto o si affronta la vicenda seriamente o la situazione si fa più inquietante del previsto… ben oltre alle “preoccupazioni” che esprimemmo nel luglio 2009 e delle critiche e rilievi (non offese!) che portammo dopo tale data, sulla base di fatti e atti e mai, in nessun caso, su chiacchiericci, segnalazioni anche pesanti che pur ci sono giunte negli anni, o questioni private.
Vogliamo oscurare i fatti o vogliamo cercare di capire cosa sia successo in questa Liguria? Questa è la domanda che poniamo… lo facciamo anche in considerazione del fatto che la Procura di Torino è anche quella competente alle questioni che riguardano i magistrati liguri e, quindi, ha tutti gli strumenti, se vuole, per capire dove stia il vero e dove stia il falso! Noi andiamo avanti, da “banditi” quali siamo, ed assumendoci sempre le nostre responsabilità, non taciamo e non accettiamo che vi siano intoccabili… il diritto di critica vale per tutti, anche per alcuni magistrati. Non abbiamo mai insultato nessuno e mai e poi mai abbiamo offeso… ma pare che i rilievi, le osservazioni e le critiche, quando rivolte a certi magistrati o potenti, non siano tollerate… e noi invece, testardi come siamo, continueremo ad esprimerle nel solo fine di contribuire ad affermare la Legalità, in ogni ambito!”
Trucioli Savonesi

10 luglio 2011

 

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