Centrale biomasse a Calizzano? Un’opportunità per i boschi

Il presidente di Italia Nostra a Trucioli Savonesi
Centrale biomasse a Calizzano? Un’opportunità per i boschi
Ma occorrono precisi strumenti di controllo dei cittadini
Dichiarazione dell’ing. Cuneo e le prescrizioni finali all’impianto 

Il presidente di Italia Nostra a Trucioli Savonesi
Centrale biomasse a Calizzano? Un’opportunità per i boschi
Ma occorrono precisi strumenti di controllo dei cittadini
Dichiarazione dell’ing.Cuneo e le prescrizioni finali all’impianto

 Calizzano –  Conoscere per decidere. E’ il terzo articolo che Trucioli Savonesi dedica al progetto di realizzazione in corso della centrale a biomasse in un’area (12 mq)  di proprietà ed attigua allo stabilimento Acqua Minerale di Calizzano Spa. Si aggiunga quanto abbiamo già accennato, cioè il via libera ambientale ad una seconda piccola centrale. La notizia che non risulta diffusa dai giornali locali, compare sul sito della Camera di Commercio “Savona Economica.it” del 12 gennaio 2011.

Questo il testo: “La centrale a biomasse di Calizzano  proposta dalla società Nalca, non dovrà essere assoggettata alla procedura di valutazione di impatto ambientale. E’ quanto ha deciso la commissione regionale del Via, dopo aver esaminato il progetto che prevede la costruzione di una centrale di cogenerazione termoelettrica, alimentata a biomasse forestali.  L’iniziativa è di Nalca Srl, braccio energetico del Gruppo Benso di Calizzano, un’azienda attiva da oltre dieci anni su tutta la filiera del legno, dai boschi alla proprietà fino alla realizzazione di biocase a basso consumo energeticio in legno. La procedura di screening della Regione Liguria si è conclusa con la determinazione di alcune prescrizioni alle quali il soggetto promotore è tenuto ad adeguarsi….La centrale sarà realizzata presso lo stabilimento Gruppo Benso in località Stagnacci ed avrà una potenza termica pari a poco meno di un megawat. Ad alimentarla i prodotti forestali  dei boschi di Osiglia, Pallare, Murialdo e Calizzano di cui è proprietaria la stessa società”.

 

La centrale delle acque minerali ha invece una potenza di 3, 5 MW.

L’argomento al centro dell’attenzione dell’opinione pubblica soprattutto in seguito alla nascita del Comitato Calizzanese Territorio e Ambiente (apartitico e non aderente ad organizzazioni ambientaliste), di cui è presidente il neo ingegnere Alessandro Verzello. Il gruppo, giovani, e non solo, ha ottenuto l’adesione di centinaia di cittadini residenti e turisti, in gran parte proprietari di seconde case, o fedeli frequentatori estivi della località dell’Alta Valbormida.

Sull’argomento Trucioli ha ricevuto un stringata nota del presidente provinciale di Italia Nostra, ing. Roberto Cuneo.

Una presa di posizione pacata e comunque personale che invita tutti ad alcune riflessioni, approfondimenti, specie in tema di garanzie da richiedere in modo preciso, categorico. Sulla stessa linea, seppure con maggiore scetticismo sull’opportunità di ospitare l’impianto, si sono mossi i promotori del Comitato.

Cosa sostiene il presidente Cuneo, in via prioritaria?

“Una combustione di legna, con un impianto moderno e controllato, può essere utile. Meglio di tutto il bruciar di legna che ha accompagnato l’uomo nella sua storia. La potenza contenuta in 3,5 MW è una misura che può rappresentare un’opportunità in Val Bormida, se gestita da persone corrette e con il controllo dei cittadini, degli organi preposti.

Roberto Cuneo

 

Un’opportunità, dicevo, nell’ambito di uno sviluppo dell’industria del legno (coltivazione, taglio, eccetera) e con riutilizzo del calore, come si fa in Alto Adige ed in Austria, tanto per citare esempi a noi vicini.”

Quali garanzie imprescindibili?

Ancora Cuneo: “Nel progetto deve essere previsto anche un piano di coltivazione del bosco con controllo del mantenimento della superficie boscata – ripiantumazione e pulizia – e deve essere indicata la zona di approvvigionamento”.

Eppure il prof. Valerio dell’Ist di Genova, contrario alle biomasse, ha spiegato ed illustrato durante molte conferenze tutti i danni che possono causare alla salute dell’uomo per una forte emissione nell’aria di polveri sottili, assai pericolose.

 

L’ingegner Cuneo risponde: “Ho la massima stima di Valerio, collaboriamo in Italia Nostra, ma da tecnico esperto forse predilige le posizioni che stupiscono e piacciono  alle platee. Quando lessi un suo articolo in cui sosteneva che gli inceneritori riducono la percentuale di polvere nell’aria decisi di prendere le sue affermazioni con un certo distacco. A suo tempo, se non sbaglio, sostenne che gli impianti eolici producono energia ad un costo competitivo con  le altre fonti e ciò è ormai consolidato che non sia purtroppo così. Anzi.

 

Aggiungo che non bisogna lasciarsi trarre in facile inganno, quando si parla del tema biomasse,  in quanto c’è la combustione a legna, ma anche quella dei rifiuti, dei gas di porcellana, della sanse delle olive ed altra”.

Sul territorio nazionale ha scritto recentemente Il Sole 24Ore (giornale della Confindustria)  a fine 2009  erano presenti 419 impianti a biomasse, per una potenza installata di 2 mila MW ed oltre 7.500 GWh di energia prodotta. Di queste 272 sono centrali a biogas, mentre 122 utilizzano biomasse solide e frazione organica dei rifiuti. Sono 35 i siti che trattano bioliquidi.

Ulteriori statistiche tuttavia sostengono che  oggi gli impianti sarebbero cresciuti a 540 unità (+29 per cento).

Con il termine biomassa  si indica la frazione biodegradabile dei prodotti, rifiuti e residui di origine biologica provenienti dall’agricoltura  – sia sostanze vegetali  che animali – dalla silvicoltura e dalle industrie connesse, comprese la pesca, l’acquacoltura, gli sfalci e le potature provenienti dal verde pubblico e  privato, nonché la parte biodegradabile  dei rifiuti industriali ed urbani. Questa è la definizione presente  nel decreto 28/2011 di recepimento della direttiva Ue sulle rinnovabili (28/2009/Ce) approvato lo scorso marzo.

Tale definizione include quindi  una grande varietà di materie prime e di residui di matrice organica che possono essere raggruppati in cinque categorie principali.

Agricoli, agroforestali, zootecnici, industriali,  e rifiuti solidi urbani.

PRESCRIZIONI PER LA CENTRALE DI CALIZZANO

In attesa di conoscere tutti gli atti della pratica che coinvolge il Comune di Calizzano e le parti in causa per l’impianto in corso di costruzione vicino allo stabilimento dell’acqua minerale, è opportuno far conoscere ai cittadini quanto risulta nelle considerazioni finali-bis della procedura di screeneing. Ecco il testo riprodotto.

Prof. Federico Valerio
CONSIDERAZIONI FINALI

 

L’adeguamento della documentazione e l’affinamento progettuale raggiunto consentono, alla luce di quanto sopra, di escludere la necessità di assoggettamento a VIA per l’impianto a biomassa di Calizzano, a condizione che:

1. siano dismesse le due caldaie a BTZ attualmente in uso allo stabilimento;

 

 2. siano riutilizzate le ceneri di caldaia;

 3. le biomasse non forestali utilizzate siano conformi alle condizioni di cui alla D.G.R. n. 1058/05 e quindi al DPCM 8/03/02 e al DPCM 8/10/2004; 

 4. la biomassa forestale sia prelevata da aree per le quali siano disponibili i piani di assestamento forestale, ovvero gli stessi e/o opportuni piani di gestione forestale mirati siano preventivamente elaborati e approvati dagli organi competenti; 

 5. nelle successive fasi di progettazione siano svolti i necessari approfondimenti delle problematiche di tipo geologico e geotecnico, in relazione alle esigenze di tipo fondazionale dell’impianto;

 6. i materiali in esubero derivanti dalla riprofilatura del terreno siano prioritariamente riutilizzati, compatibilmente con le loro caratteristiche alla luce degli indirizzi di cui alla DGR n. 878/06;

 7. a regime siano verificate le emissioni acustiche dell’impianto mediante idonea campagna di rilevamento, ed eventualmente attuate idonee misure mitigative;

 8. sia attuato il proposto monitoraggio sia delle emissioni che della qualità dell’aria, da concordare nel dettaglio con gli enti competenti in sede di rilascio dell’autorizzazione.
Si sottolinea l’incidenza che sul bilancio ambientale complessivo dell’impianto ha la rete di teleriscaldamento, che contribuisce peraltro a giustificare il dimensionamento a livello progettuale, e la conseguente priorità da assegnare alla sua realizzazione”.

E MASSIMINO E’ FINITO SOTTO INCHIESTA

Nella fase iniziale il progetto venne bocciato, non era previsto dal piano regolatore comunale.
La civica amministrazione, col sindaco Enrico MozzoniPdl ex Forza Italia, già Dc, al suo secondo mandato dopo la vittoria elettorale, ha tuttavia convenuto di andare incontro alle richieste dei privati, approvando una variante ad hoc nella zona industriale. Il sì definitivo del Comune risale al 2006. Un assessore pare abbia dato il suo consenso, alla  modifica, con un generico purché  fosse tutelato l’impatto ambientale. Che vuole dire tutto e forse nulla.
Intanto fa clamore, anche a Calizzano, l’indagine avviata dalla Procura della Repubblica, sul progetto di biomasse, già varato dal consiglio comunale, a Massimino, il più piccolo comune della provincia di Savona. Agli atti sarebbero emerse alcune curiose carte, con presunti illeciti di natura penale ed amministrativa.
Anche su questo fronte si era saputo poco o nulla, fino a quando non è esploso il bubbone. Mentre nella vicina Bagnasco (CN) contro la centrale a biomasse c’è stata  mobilitazione popolare.
 Nel corso di un convegno  di esperti, nel dicembre 2010, sono emersi altri elementi di valutazione. Produrre energia da fonti rinnovabili, come la legna, appare sempre una cosa migliore che bruciare combustibili fossili. Bisogna però vedere a che condizioni viene fatto, perché oggi tutte queste centrali comprano almeno l’80 per cento della legna all’estero e non da boscaioli del posto.  Per creare davvero un beneficio per i boscaioli – ha spiegato un relatore (Giuseppe Tresso) – la legna dovrebbe viaggiare intorno ai 70 euro a tonnellata. Le centrali la comprano a 45 euro, 60 al massimo. E alla fine acquistano fuori Italia.
Ma soprattutto i comuni hanno pochi modi, strumenti, per controllare, prevenire. I rischi, di conseguenza,  sono enormi. A questo punto i danni diventano nettamente superiori ai vantaggi.
 

R.T.
 
10 luglio 2011

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