DUE DOMANDE AL SINDACO RUSSO: PERCHE’ NON TRASFERIRE IL TEMPIETTO BOSELLI IN PIAZZA DIAZ? E PERCHE’ NON RAGGIUNGERE UN COMPROMESSO SULLA CHIUSURA AL TRAFFICO DI PARTE DEL CENTRO CITTADINO?

Tempietto Boselli

Questa settimana ritorno su un mio vecchio cavallo di battaglia e cioè il trasferimento del tempietto Boselli in Piazza Armando Diaz, più semplicemente nota ai savonesi come Piazza del Teatro. Ne riscrivo, dopo tanti anni, perché finalmente il Comune si è deciso, come da me a lungo auspicato, a ristrutturare la piazza, eliminando la sgradevole colata di asfalto che la caratterizzava.

Signor sindaco Russo, mi rivolgo a lei nella convinzione che sia persona di buona cultura umanistica, intelligente e dalla mente aperta e in quanto tale interessata a valorizzare Savona. 

Come lei sicuramente saprà, il teatro Chiabrera è una pregevole opera neoclassica, realizzata a metà ‘800, con la facciata dal doppio ordine di colonne, su progetto dell’architetto Carlo Falconieri ed è purtroppo ospitata in una piazzetta architettonicamente anonima e per giunta molto trafficata del centro cittadino, il cui spiazzo antistante l’edificio stesso in passato era utilizzato come parcheggio per poi trasformarsi in un inutile spazio vuoto asfaltato. Per fortuna adesso sono iniziati i lavori intesi a migliorare esteticamente la piazza. 

A Savona, tuttavia, esiste pure un piccolo, pregevole edificio a propria volta in stile neoclassico. Si tratta del cosiddetto Tempietto Boselli, un’elegante costruzione realizzata in muratura e ceramica albis(s)olese nel 1786 dal rinomato ceramista savonese Giacomo Boselli. Trattasi di opera a pianta rotonda e sormontata da una cupola, il cui corpo s’innesta su sei colonne ioniche la cui trabeazione continua rappresenta cavalli alati bianchi e festoni su fondo azzurro. Guardate quanto è bella:

Tempietto Boselli

Purtroppo il tempietto giace mestamene abbandonato all’interno dei giardini del Prolungamento a mare da decenni. Lì è ingabbiato da una cancellatura e circondato da alberi imponenti che ne ottundono la visibilità ed è ignorato e dimenticato da tutti, come se neppure esistesse, malgrado il suo indubbio valore artistico ed estetico. E allora, gentile signor sindaco, la prima domanda che le pongo è questa: perché non approfittare dei lavori in corso per trasferire l’edificio nello spiazzo antistante il teatro Chiabrera? Essendo entrambe le opere, come già sopra spiegato, neoclassiche, inserite nel medesimo spazio si valorizzerebbero a vicenda, dandosi maggior risalto, rendendo così più bella e attraente la piazza e di conseguenza l’intera città. Ripeto: perché non approfittarne?

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E già che ci siamo, signor Sindaco, in queste settimane è esplosa la polemica sulla chiusura al traffico automobilistico di alcune altre strade del centro cittadino, voluta dalla sua amministrazione comunale ma biasimata dai commercianti della zona questione. Entrambi le parti hanno le loro ragioni. Se mi si permette di esprimere un parere che è anche la mia seconda domanda, la soluzione più accorta non potrebbe essere quella (d’altronde un classico italiano) del compromesso? 

Da una parte mi pare, infatti, del tutto ragionevole interdire alle auto la striminzita Via Mistrangelo e il breve tratto di Via Manzoni che va da Piazza Sisto IV fino all’incrocio con via Paleocapa, essendo la prima, com’è ora, poco adatta al passeggio pedonale e il secondo già racchiuso in una zona interdetta al traffico e quindi d’indubbio disturbo. D’altra parte mi pare effettivamente dannoso vietare al traffico i restanti percorsi stradali, perché tale scelta servirebbe unicamente a intasare ulteriormente un traffico automobilistico già di per sé caotico e a diminuire ulteriormente i parcheggi in una città dove già ora sono meno numerosi delle auto circolanti.

A mio parere sarebbe inoltre saggio aggiungere un punto al progetto: chiudere al traffico quel tratto di Piazza del Popolo che attraversa pericolosamente a metà i giardinetti, motivo in più, questo, per spingere le mamme e non portarvi a giocare i propri bambini. Meglio che le auto girino intorno alla piazza lungo i suoi bordi piuttosto che l’attraversino dividendo in due i giardini, non crede? Saluti.

Testo e foto di Massimo BiancoMassimo Bianco

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