da La Repubblica

 
Porto di Imperia,
il blitz segreto della polizia

 
Porto di Imperia, il blitz segreto della polizia

IMPERIA – E’ stata una missione segreta che ha creato qualche imbarazzo diplomatico, quella che ha portato i due vicecapo della polizia italiana, Nicola Izzo e Francesco Cirillo a Imperia, alla fine dello scorso anno. Due le ragioni di questo disagio percepito negli ambienti giudiziari del ponente ligure. Il primo è l’ oggetto della missione: sostituire con gli investigatori della squadra mobile il gruppo di agenti della polizia postale impegnati da oltre un anno nelle delicate e riservatissime indagini sul nuovo porto che coinvolgono, tra gli altri, l’ ex ministro Claudio Scajola e il costruttore Francesco Bellavista Caltagirone.

Secondo aspetto: il prefetto Izzo, uno dei due emissari del capo della polizia Antonio Manganelli, è indagato a Napoli in un’ inchiesta che, seppur non a livello giudiziario, ha qualche punto di contatto con questo angolo della Liguria. Così come li ha pure un altro indagato dell’ inchiesta napoletana, l’ ex questore di Genova e del capoluogo campano Oscar Fioriolli. Che oggi è il direttore centrale delle specialità da cui dipende anche la Polizia Postale. Su questo “incontro particolare” è oggi possibile fare un po’ di luce. Al vertice che si tiene nel Palazzo di giustizia di Imperia partecipano i due prefetti Izzo e Cirillo, il facente funzioni di procuratore capo di Imperia Alessandro Boglioloe il procuratore capo di Sanremo Roberto Cavallone.

Il primo, con la collega Maria Antonia Di Lazzaro, è contitolare delle indagini che vedono indagate per associazione a delinquere finalizzata alla turbativa d’ asta una mezza dozzina di persone (ne parliamo in un altro articolo in questa stessa pagina). Cavallone e i suoi pm, in un anno di indagini serrate, hanno invece rivoltato come un calzino l’ estremo ponente portando alla luce intrecci tra politica, affari e criminalità che hanno prodotto anche il clamoroso scioglimento del Comune di Bordighera per infiltrazioni mafiose. La sezione imperiese della polizia postale segue fin dall’ inizio l’ inchiesta sul porto mentre a Sanremo ha sviluppato con la procura un filone importantissimo sulle infiltrazioni malavitose in ambienti politici e istituzionali.

Andrebbero premiati, penserà qualcuno. Invece, da Roma, i due vice di Manganelli arrivano per chiedere che la polizia postale venga restituita ai suoi compiti di ufficio e sostituita, o perlomeno affiancata, da uffici specializzati come la squadra mobile. Le due procure, con cortesia istituzionale, rispondono picche. Formalmente perché le indagini sono iniziate con la postale e perché i pochi agenti del nucleo hanno anche continuato ad assolvere ai loro doveri di routine. Ma anche perché hanno dato massima garanzia di riservatezza e autonomia ad indagini che, per progredire, dovevano essere immuni da ogni possibile controllo gerarchico e interferenza ambientale. I due prefetti tornano a Roma senza un risultato utile e lasciando anche un retrogusto amaro a Imperia. A Napoli, Izzo e Fioriolli sono indagati in una complessa indagine della Direzione distrettuale antimafia circa appalti per ristrutturazioni di commissariati e la realizzazione di un grande centro tecnologico.

Si cerca di capire il ruolo di Finmeccanica e in particolare delle sue controllate Elsag Datamat, che ha sede a Genova, e Selex. Quest’ ultima è amministrata da Marina Grossi, moglie di Pierfrancesco Guarguaglini presidente di Finmeccanica e manager di cui Claudio Scajola è sempre stato un grande sostenitore. Così come – all’ epoca nella veste di ministro dell’ Interno Scajola era vicino a Fioriolli, al punto di nominarlo questore di Genova nel torrido agosto post G8 del 2001. Vicende vecchiee recenti che si sono intrecciate a Imperia, in quella che, per i due prefetti, si è rivelata una “missione impossibile”. – DAL NOSTRO INVIATO MARCO PREVE

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