Cruelty Free

Cruelty Free

Una dicitura che si trova sempre più spesso su vari prodotti di consumo, specialmente detersivi e cosmetici, ma anche detergenti per l’igiene personale

Cruelty Free.

Cruelty free, senza crudeltà. Una dicitura che si trova sempre più spesso su vari prodotti di consumo, specialmente detersivi e cosmetici, ma anche detergenti per l’igiene personale. Una dicitura che indica come il prodotto sul quale viene riportata è stato prodotto senza cagionare sofferenza agli animali. Senza test crudeli e inutili. Anche in Italia siamo, finalmente è il caso di dirlo, liberi di scegliere. Liberi di spendere i nostri euro preferendo prodotti che rispettino anche l’etica etica personale di chi, come la scrivente, reputa che ogni creatura abbia diritto di non soffrire. Ovviamente i prodotti che non recano alcuna dicitura i test li eseguono, perché in un’affermarsi in crescendo di una morale eco-animalista, anche questo è un elemento da sfruttare. Un sogno che, piano piano, si va realizzando. In un’Italia che ha trasformato in penale il reato di maltrattamento ed uccisione di animale, si respira aria nuova.


Come non sostenere, indipendentemente dalle proprie idee politiche, il progetto “La coscienza degli animali” del Ministro Brambilla? Finalmente si (ri)parla di abolizione della caccia, e lo si fa sul serio, raccogliendo migliaia di firme attraverso il sito del Ministro. Io ho firmato ieri ed è la prima forma di libertà che sento di aver potuto manifestare a livello civile da parecchio tempo a questa parte. Come non approvare la Coop che si è impegnata a vendere solo uova di galline allevate a terra? Semplicemente, se si ha una morale rispettosa della vita, di ogni vita, a mio parere, non si può. Vale la pena ricordare la legge del 2004, che ci pone ad un livello di civiltà degno di questo nome: “Il maltrattamento di animali, in diritto penale, è il reato previsto dall’art. 544-ter del Codice Penale ai sensi del quale:

 1. Chiunque, per crudeltà o senza necessità, cagiona una lesione ad un animale ovvero lo sottopone a sevizie o a comportamenti o fatiche o a lavori insopportabili per le sue caratteristiche etologiche è punito con la reclusione da 3 mesi a 1 anno o con la multa da 3.000 a 15.000 euro.

2. La stessa pena si applica a chiunque somministra agli animali sostanze stupefacenti o vietate ovvero li sottopone a trattamenti che procurano un danno alla salute degli stessi.

3. La pena è aumentata della metà se dai fatti cui al primo comma deriva la morte dell’animale.” Un mondo in cui valga la pena vivere, deve rispettare la vita, di tutti.

Giovanna Rezzoagli Ganci

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