CONSIGLIO COMUNALE DI SAVONA

CONSIGLIO COMUNALE DI SAVONA

 Dalle caldarroste alle assicurazioni di Martino, dalla Siria a Sallusti, e l’ATA sul tetto (del 10%) che scotta.

CONSIGLIO COMUNALE DI SAVONA

 Dalle caldarroste alle assicurazioni di Martino, dalla Siria a Sallusti, e l’ATA sul tetto (del 10%) che scotta.
La vivacità non è sulle pratiche, ma su interpellanze e odg.
Iniziamo con ritardo accettabile, sala consiliare quasi al gran completo, mancano Prefumo e Marson, i recenti fuoriusciti dal PDL.

Interpellanza sui caldarrostai

 

La prima interpellanza, assai curiosa, è di Bracco PDL. In sostanza riprende le istanze di un artista che esponeva in strada, che si era chiesto: se per i caldarrostai vengono concesse deroghe per poter vendere la merce sotto i portici, perché per altri no? (In questi casi si parla in generale di regolamenti riguardanti le “opere dell’ingegno”).

 

L’assessore Apicella rispondendo afferma che sia strana una interpellanza a nome di una singola persona. C’erano state proteste in via Paleocapa per le bancarelle, da parte dei commercianti, specie per quelle di ortofrutta che sporcavano, da cui le restrizioni e la deroga per le tipiche caldarroste. A gennaio ci sarà una rivisitazione del regolamento.

 

Bracco ribadisce che si possono presentare interpellanze anche per un singolo, che la replica era iniziata male ma è soddisfatto del finale, cioè la revisione del regolamento.

 

Interpellanza sui contributi allo sport

 

Ancora una interpellanza di Bracco, e qui abbiamo un piccolo “giallo”. Si trattava di chiedere informazioni sui contributi allo sport, sugli intrecci con le società sportive assicurate da Martino, assicuratore per Groupama oltre che assessore al bilancio e allo sport.

 

Rispetto all’interpellanza originale protocollata e calendarizzata, però, Bracco aveva espunto la richiesta polemica, di dimissioni dell’assessore, o almeno la sollecitazione a cambiare lavoro.

 

Ora vuole leggere la versione modificata e “addolcita”. Da cui battibecco col Presidente, che non riconosce il cambiamento e gli chiede di attenersi all’originale.

 

Sembra che Bracco si arrampichi sugli specchi per smussare l’attacco originario.

Afferma che riconosce una disattenzione commessa in buona fede, alla luce di una verifica sugli atti, e che Martino non ha lucrato.

 

Alla domanda, comunque, su quante siano le società assicurate da Martino fra quelle che hanno beneficiato di contributi del Comune, risponde un po’ di malavoglia il Sindaco.

 

Compaiono tre soggetti con rapporto con Groupama.

L’associazione sportivi dilettanti Liguria football del campetto di via Trincee. Fideiussione con Groupama e premio di 100 euro.

L’unione sportiva dilettanti Legino, gestore del campo Ruffinengo. Polizza Groupama e premio di 1300 euro.

La SMS zinolese del palazzetto di Zinola con premio da 1350 euro.

 

Poca cosa, peccati veniali, rassicura Bracco, citando en passant la piscina di corso Colombo, polizza 1000 euro, e la piscina olimpica, 2250 euro, fuori dall’elenco in quanto non fra i beneficiati di contributo. (Almeno non di questi contributi).

 

Non sono cose da fare, rimbrotta benevolmente, come opportunità da parte di un assessore, anche se è chiaro che ha agito in buona fede per agevolare le società e non per altro. (…)

Interpellanza sulle pagine culturali del sito del Comune

 

La successiva interpellanza è di Pongiglione che si sofferma su un caso venuto agli onori delle cronache recenti, grazie a Marco Preve su Repubblica, caso riguardante la traduzione maccheronica delle pagine culturali del sito del Comune. Giò Pomodoro che diventa Giò Tomato, e simili.

Pongiglione

 Risponde l’assessore Di Padova, specificando che si tratta di pagine statiche, esterne, risalenti ad anni passati. Era stato tenuto un corso al CED per le persone, una per settore, che inserivano i contenuti. Il Comune non ha competenza per la promozione turistica, comunque le vecchie pagine andranno sostituite.

Pongiglione prende atto con interesse. Chiede nel frattempo di cancellare le pagine e raccomanda di coinvolgere dei madrelingua nella traduzione.

 

Interpellanza su sedi ex circoscrizioni

 

Ancora Pongiglione sulle sedi delle ex circoscrizioni. Chiede con quali spese siano ospitate le associazioni, e i criteri per l’assegnazione dei locali.

L’assessore Lugaro risponde. Da quando nel maggio 2011 sono cessate le circoscrizioni si è dovuto identificare come mantenere un presidio amministrativo, come avere un punto di riferimento almeno per un giorno al mese.

Per ottimizzare i costi sono stati recuperati e portati in Comune pc e armadi, si sono tagliate le utenze. Solo per alcune telefoniche il risparmio è di 800 euro. L’anno precedente si erano spesi 7800 euro fra gennaio e giugno.

 

Tra le associazioni ospitate in modo fisso, il CAI pagava 2240 euro l’anno, il gruppo escursionisti 938, poi c’erano l’Unicef, la bocciofila…

 

Appena arrivato Lugaro si era trovato subissato di richieste, aveva adottato il criterio di ricevere tutte le associazioni e stabilire un criterio a rotazione, concedendo la sede per un periodo variabile da un’ora la settimana, a 2 o a 6 ore.

 

Rifiutando quelle che volevano uno spazio fisso erano state accontentate, con questa rotazione, 36 associazioni. Calcolando circa un minimo di 20 persone per associazione, fanno circa 700 persone. Lo spazio è concesso in comodato d’uso gratuito.

 

Per esempio fra i primi in Liguria è stata fondata la casa dell’ automutuoaiuto, che affronta varie problematiche sociali come gioco azzardo depressione alcolismo disagi.

 

Pongiglione si dichiara d’accordo sulla valenza socioculturale dell’ospitare le associazioni, ma ritiene che comunque ci starebbe bene un contributo, anche solo tipo 100 euro all’anno.

 

Designazioni per le Commissioni del nuovo gruppo

 

Il Presidente fa sapere le designazioni per le Commissioni del nuovo gruppo Prefumo/Marson. Legge una comunicazione sul risparmio raggiunto dalla presidenza, tagliando alcune spese e accorpando Commissioni per avere meno gettoni. Diverse migliaia di euro. Ci sta anche un gelatino- conclude polemico con i blog che avevano fatto le pulci a una sua nota spese.

Modifica Statuto Comunale
 
 
Si procede alla seconda votazione sul cambio di un articolo dello Statuto comunale, relativo alle Consulte e a chi può farne parte.
 
21 votanti, 21 favorevoli. Noi come altri non votiamo, se ne era già discusso nel precedente Consiglio, sarebbe bene accorpare vari cambiamenti ed eliminare alcune incongruenze dallo Statuto, piuttosto che affrontare la trafila della tripla votazione per una singola piccola modifica.

Livio Ditullio

 Pratica retrocessione terreni espropriati

 

Si passa alla pratica della retrocessione di terreni espropriati ad un privato.

Di Tullio afferma che, dopo i dubbi emersi in Commissione, si è proceduto a ricontrollare,

il privato ha pieno titolo su quelle aree.

Approvata con 23 sì.

 

Ricorso per esproprio

 

Ancora Di Tullio sull’esito di un ricorso per esproprio. Costo 48000 euro già messi a bilancio

19 voti 19 sì.

21 sì sull’immediata eseguibilità.

 

Regolamento sulle sanzioni amministrative per gli abusi

 

Dopo questi tre punti che in pratica la maggioranza si autovota, passiamo al regolamento sulle sanzioni amministrative per gli abusi in zone vincolate.

 

Una cosa sofferta. Come già detto nel resoconto in Commissione, che si sia provveduto ad aumentare le sanzioni e specificare meglio le tipologie (per esempio, equiparare una piscina a un muretto pareva troppo leggero), è buona cosa, ma il guaio sta a monte, nell’idea stessa dell’abuso sanabile.

 

Ci asteniamo, invece di votare no, giusto perché quanto meno se ne è discusso e c’è stato un minimo di apertura, e perché, appunto, in votazione è il regolamento per le multe e non la sanatoria in sé. Ma il problema di fondo resta.

Abbiamo 21 sì e 8 astenuti, la minoranza.

 

Pratica ATA

 

Siamo alla pratica ATA. Pongiglione ribadisce tutte le perplessità espresse in Commissione, sul cambio di statuto che rende più vago il concetto di attività prevalente a favore del Comune azionista, e sull’ingresso dei vari paeselli in società.

Chiede espressamente il ritiro della pratica, che quindi viene votato.

8 favorevoli, la minoranza noi compresi, 17 contrari, la maggioranza salvo qualcuno che magari si è posto il dubbio, ma non tanto da appoggiare il ritiro.

La pratica non si ritira e va avanti.

 

Intervengo io, che a questo punto mi sono un pochino documentata.

Per esempio, nella relazione del Servizio Ispettivo della Finanza su ATA, eseguita nel 2011, quella da cui sono nati i successivi documenti della Corte dei Conti su ATA e poi sul Comune di Savona, con tanto di pesantissimi rilievi sul bilancio 2010, le cui conseguenze stiamo pagando tutt’ora e continueremo a pagare, si diceva questo a proposito del Comune di Vado, detentore del 15% di quote ATA:

 

“Al riguardo va evidenziato come il Comune di Vado Ligure, il quale, ripetiamo, non

ha avuto e non ha rapporti economici con la società A.T.A., ha subito una perdita “secca” del proprio capitale investito nella società A.T.A. medesima, pari ad € 405.629,52.

 

Tale perdita a parere di chi scrive, non trova giustificazione alcuna, e rappresenta una

vera è propria dispersione di risorse pubbliche.

 

L’ATA, non svolgendo attività diretta o indiretta in favore del socio pubblico Comune

di Vado Ligure, non avrebbe potuto, a parere di chi scrive, imputare la quota parte delle perdite d’esercizio (maturate esclusivamente per la gestione dei servizi resi in favore del Comune di Savona ed in parte in favore del Comune Albisola Superiore), al capitale sottoscritto dal Comune di Vado Ligure medesimo.

Dagli atti esaminati il Comune di Vado Ligure non ha beneficiato neanche del

conferimento in discarica dei propri rifiuti.”

 

Ora, che il Comune di Vado debba uscire da ATA per motivi legati alle nuove leggi vigenti, o che si tratti di uscita tardiva a fronte delle perdite ingiustamente subite, per il crollo di valore delle quote a seguito della chiusura di Cima Montà, resta il fatto che nel documento vadese che dà il proprio assenso all’ingresso dei nuovi comuni, si specifica chiaramente che la dismissione avverrà comunque, e se del caso se ne farà carico il Comune di Savona.

 

Che cosa rappresenterà questo per la collettività? La situazione finanziaria di ATA, soggetta a forte indebitamento, è davvero così solida come viene descritta?

 

Riguardo alla cancellazione del tetto del 10% sulle attività esterne di ATA, questo potrebbe essere visto come un discutibile vantaggio che si dà alla società. La giurisprudenza comunitaria afferma che:

L’effettuazione di prestazioni che non siano del tutto marginali a favore di altri soggetti renderebbe quella determinata impresa “attiva sul mercato”, con conseguente alterazione delle regole concorrenziali e violazione dei principi regolatori delle gare pubbliche e della legittima competizione.

Infatti le società partecipate dai Comuni “in house” rappresentano una tipologia che è sopravvissuta nelle pieghe delle varie liberalizzazioni, ma che è comunque sempre oggetto di interesse e nel mirino di cause e interpellanze a livello di Corte Europea, per evitare che possano trasformarsi in società come le altre, mantenendo però particolari vantaggi del pubblico e sfruttandoli in modo non corretto.

Livio Bracco

Si dice chiaramente che non debbano espandersi territorialmente più di tanto, anche a vantaggio di altri comuni, o si viola la prevalenza di attività.

 

Due sono i punti cardine: il requisito del controllo analogo, e appunto la prevalenza.

Il primo specifica che deve essere effettuato un controllo rigorosissimo da parte dell’ente pubblico verso la società, addirittura con limitazione dei poteri del consiglio di amministrazione. Proprio il contrario di quel che avviene con ATA, che in varie circostanze, compresa questa delibera, ha fatto e disfatto per conto suo mettendo in sudditanza il Comune, costretto a prender atto del fatto compiuto e delle decisioni già prese (non correttezza di rapporti sottolineata anche dalla Corte dei Conti).

 

La prevalenza è altro criterio rigido: la tipologia di attività e i destinatari di questa, da parte della società in house, devono essere rigidamente controllati e specificati in modo molto stretto.

 

Abolire il limite del 10 % per le attività esterne, sostituendolo con formula molto più vaga, va nettamente contro questo principio.

Addirittura ciò che noi traduciamo con “prevalente” da varie lingue comunitarie andrebbe tradotto con “essenziale”, ancora più stringente.

 

Non solo. Si specifica che l’attività a favore di terzi deve essere irrisoria non solo come quantità, ma anche come qualità.

Questo mio sfoggio di erudizione improvvisata, in base a specifica documentazione sia su ATA, sia sulle società in house in generale, che dimostra come si stia andando in direzione opposta alla giurisprudenza comunitaria, non impressiona nessuno, né sortisce, ahimè, alcun effetto. Probabilmente mi ritengono noiosa.

 

Alcuni ascoltato a tratti, altri bisbigliano, sia fra i consiglieri di maggioranza sia in Giunta, tanto che a un certo punto mi interrompo, e dato che il brusio stava salendo di tono, il Presidente arriva a suonare il campanello.

 

Romagnoli aggiunge altre considerazioni critiche sull’operazione. Come mai, se il senso è quello di creare una sorta di ambito territoriale (prima affermato in delibera, poi negato perché non più previsto dalle leggi recenti…) non hanno aderito comuni più grandi? Anzi, alcuni della riviera interpellati, come Albisola, hanno negato di essere interessati alla cosa.

 

Tocca a Bracco PDL, che si arrampica un pochino sugli specchi perché si era detto a favore della pratica in Commissione, fatto salvo il discorso sui privati, e ora deve allinearsi al gruppo. Ribadisce comunque che non condivide il blocco ai privati.

 

Aschiero API UDC si dice al contrario favorevole al pubblico. E’ perplesso sulla pratica, ma lo accetta se è un sistema per continuare la gestione in house. Spera comunque che cambi il metodo per proporre questi temi.

Luca martino

Nella replica Martino è vago, affermando che vi siano tante argomentazioni ben la di là dell’oggetto, si dice disponibile ad approfondire, si suppone in altre occasioni, visto che non tocca alcuna delle questioni sollevate, limitandosi al dualismo pubblico privato che tanto piace a tutti, perché devia in fede e ideologia ciò che è questione amministrativa, gestionale e contabile.

 Lo preciso qui in sede di resoconto, caso mai non si capisse: anche noi siamo per il pubblico. Ma ciò non toglie che dovrebbe essere il Comune a governare ATA e non il viceversa.

 

Dichiarazioni di voto, Lavagna annuncia voto favorevole.

Frumento anche lui è per il sì, ma risolleva una giusta questione già posta in Commissione e a cui non era stato risposto: l’ingresso dei nuovi comuni serve a coprire i debiti? Inoltre chiede un impegno dell’amministrazione per entrare nel progetto del biodigestore di Ferrania.

 

Romagnoli fa notare come in sala vi siano due consiglieri di maggioranza, De Montis PSI e Lavagna Rifondazione, che sono dipendenti ATA e non perdono occasione per dirsi a favore di tutto ciò che riguarda ATA. E’ lecito questo?Possono votare?

Lo chiede al Segretario, che afferma non vi siano conflitti, perché non rivestono ruoli dirigenziali decisionali o di amministratori della società.

 

Altre discussioni riguardano lo statuto ATA, che ci viene fornito solo ora a fronte di molte richieste, anche se il Segretario afferma essere a disposizione in segreteria.

Il voto. 21 sì, la maggioranza, 10 no, la minoranza. Approvato. Son facile profeta se temo che ne sentiremo ancora parlare.

 

Cittadinanza onoraria a Colombo

 

E’ il momento degli ordini del giorno. Il primo odg riguarda la cittadinanza onoraria a Colombo, in virtù dei suoi natali savonesi su cui sarebbero emerse prove. Lo presenta Benvenuto PDL. Anzi lo ripresenta, perché gli si era già chiesto di affidare lo studio a una Commissione, visto che la cittadinanza onoraria striderebbe, come idea, con il fatto che sia davvero nato a Savona.

 

Intanto qualche consigliere inizia ad allontanarsi.

Anche la Giunta si assottiglia, fino alla fine rimangono solo Di Padova e Lugaro, e il Sindaco a tratti.

 

Benvenuto incassa solidarietà da Carlevarino PD e da Frumento che biasima chi irride la questione.

Dopo lunga ed eccessiva discussione si va al voto.

14 sì, 6 no: Bianchi, De Montis, Aschiero, Aquilino, Zunino, Pesce. Astenuti Arecco, Bagozzi, Lavagna. Noi non votiamo.

 

Sanatoria stranieri irregolari

 

L’odg di Arecco Lega Nord è sulla sanatoria degli stranieri irregolari. Vorrebbe un impegno per chiedere al governo una moratoria.

Vignola gli dà una risposta molto argomentata, per dimostrare che il problema esisteva soprattutto a causa del precedente governo, non di quest’ultima legge.

Al voto 3 sì: ad Arecco si aggiunge Parino, più Casalinuovo che ha sbagliato pulsante. 17 no fra cui i nostri, 2 astenuti Bracco e Benvenuto.

 

Solidarietà con le vittime in Siria

 

Arriviamo a un odg di solidarietà con le vittime dei massacri in Siria, presentato da Zunino.

 

Ne approfitto per fare una dichiarazione: in generale ritengo che questi odg con argomenti di portata nazionale o internazionale, in cui si chiedono pronunciamenti o appelli al governo da parte dell’amministrazione comunale, abbiano poco significato nell’ambito del lavoro del Consiglio, utilità limitata, e siano soprattutto occasione per i consiglieri di dar sfoggio delle loro pur legittime visioni ideologiche in lunghe discussioni.

 

La tendenza per noi, visto che ci sentiamo soprattutto cittadini eletti da altri cittadini per discutere e decidere sulle questioni di diretta competenza del Consiglio, sull’amministrazione della città, sarebbe quella di non votarli. Ma ci rendiamo conto che questo darebbe adito a molte strumentalizzazioni. Perciò ci riserviamo di votare sì, no, o di non votare affatto, secondo argomenti.

 

In questo caso è un sì, se si parla di solidarietà con le vittime, anche perché è un appello largamente condiviso, firmato anche dal nostro consigliere Delfino.

 

Interviene Parino PDL (ancora per poco, sta per confluire nella nuova formazione di Meloni Crosetto La Russa): giustamente fa rilevare come si parli sempre e solo dei massacri di Assad, mentre molte voci riferiscono di atrocità compiute anche dai ribelli.

 

Non c’è da meravigliarsi, gli rispondono in molti, purtroppo in guerra non esistono mai i buoni e i cattivi, ma solo i peggio e i “più peggio”.

 

Si vota, 20 sì, i soli 2 no di Romagnoli e Parino. Astenuto Benvenuto.

 

Solidarietà a Sallusti

 

L’ultimo argomento è un odg presentato da Bracco, di solidarietà a Sallusti (che di lì a poco sarebbe stato fatto oggetto di ben più alta solidarietà, con la proposta di grazia passata per le mani di Napolitano).

 

Qui non mi tengo e affermo che, contrariamente ai miei propositi, devo intervenire, per dire che, se il fatto che sia previsto il carcere per i giornalisti è pericoloso per la libertà di stampa, il personaggio in questione avrebbe compiuto reati di diffamazione, che l’autore dell’articolo incriminato sarebbe un giornalista radiato e noto per le sue falsità conclamate e da lui stesso rivendicate, che tra l’altro con la scusa del “salva Sallusti” si stavano per approvare regole deliranti e, quelle sì, lesive di qualsiasi libertà di stampa, una sorta di bavaglio totale che ci avrebbe portati ancor più giù nella classifica sulla libertà di informazione.

 

Pongiglione si unisce alla mia voce. Se si fosse trattato di solidarietà ai giornalisti che rischiano il carcere per norme obsolete, va bene, ma per il personaggio no.

 

Altri rincarano la dose, come Frumento, che dice che chi diffama lo merita sì, il carcere. Qualcuno è più cauto.

 

Alla fine una valanga di no. Votano sì solo lo stesso Bracco e Parino. E per la maggioranza, Maida, evidentemente garantista a oltranza. Per Zunino e Aquilino invece il garantismo comporta l’astensione.

 

Finisce qui, ci si rivede nel 2013.

 

Milena Debenedetti

da Savona 5 stelle

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