COMUNE DI SAVONA

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AAA poltrone offresi, politica inutile. No perditempo.

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AAA poltrone offresi, politica inutile. No perditempo.

Nella stampa locale degli ultimi giorni si prende conoscenza che il vertice al governo del Comune di Savona stia già pensando al prossimo quinquennio.

Gli attori di queste notizie sono quelli di sempre: il sindaco e la “sua” giunta, più o meno al completo.

Tralasciata quindi la politica intesa come ricerca ed espressione, si passa -nei fatti- agli strumenti che la politica offre, ribaltando completamente quanto si è visto sinora: gli strumenti (i posti di comando e le relative poltrone) diventano l’obiettivo e la politica (o meglio quel che rimane di questa) diventa il mezzo.

Essì che negli ultimi anni, e non solo a Savona, questo rovesciamento era già pienamente palese e abbondantemente perseguito. Si pensi, per fare un banalissimo esempio di questi giorni, quando a livello nazionale si procede alla nomina di soggetti a capo di ministeri inesistenti per accedere al “legittimo impedimento”.

Qui da noi le cose non sono così eclatanti, ma certo che seppur in salsa provinciale, non ci facciamo mancare nulla.

Ecco dunque che le dimissioni da incarichi di giunta diventano la barzelletta della settimana (non hanno ragione di occupare maggior spazio temporale) e il toto-assessorati ri/assegna cariche e bacini di elettorato utili alla riconferma pseudo/popolare, accelerando così gli elementi di coagulazione attorno al governo della Città.

Sia chiaro però che queste mosse hanno in se’ interessanti conseguenze.

Infatti: da una parte cancellano eventuali dibattiti e riflessioni sul quinquennio che sta per concludersi, perché non è, purtroppo, tempo per queste raffinate disquisizioni: sarebbe davvero tempo perso!

Inoltre questa personalizzazione di grado assai minore della politica ha l’effetto di un sasso in piccionaia, laddove si intenda come piccionaia la sede da cui affiorano i personaggi di cui sopra.

Cioè a dire: se si prevede che il soggetto Sempronio abbia le caratteristiche (tralasciamo quali, perché vi sono lati oscuri a molti incomprensibili, e tali vogliamo lasciarli) per vedersi rinnovato un incarico di sindaco o assessore, è possibile che la sede da cui affiora Sempronio abbia al suo interno altri esponenti che ritengono di avere altrettante caratteristiche, e si scatena così una lotta intestina non indifferente. Ma -attenzione-non una lotta politica, ma solo e squisitamente personalistica.

 

Ed il cerchio si chiude, con buona pace degli elettori, il cui ruolo si è da tempo trasformato in quello di “spettatori”.

Immaginiamo che ci possa essere una parte di questi elettori, più o meno aggregati in forme politiche, che chiederanno a gran voce lo strumento principe che da anni esautora senza ritegno l’asfittico palcoscenico “politico”, cioè le famose “primarie”, ma questa richiesta altro non farà che rafforzare l’alveo entro il quale si muovono i soggetti e le piccionaie già citate, portando semplicemente acqua al fenomeno torrentizio che ormai è la scadenza elettorale.

Mala tempora currunt. Ma non per questo crediamo sia impossibile immaginare e praticare una diversa concezione della politica.

Sarà un modello antico, e ci sarà certamente chi lo definirà superato e inadeguato in tempi di spettacolarizzazione e di esacerbamento del politicismo che approda ad un hin e nunc senza ritegno, ma riteniamo che tornare al concetto di rappresentanza politica (chi siamo), visione di modelli di sviluppo alternativi (cosa vogliamo), amministrazione della res publica (come lo facciamo) da cui far scaturire un progetto “altro” sia non solo praticabile, ma una giusta e dovuta iniezione di anticorpi per sconfiggere questa degradante e sconsolante fase storica italiana.

Certo è che questo non potrà essere fatto senza credibilità e onestà intellettuale che anche in politica deve essere componente essenziale….

Vedremo!

Patrizia Turchi

 

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