Il giudice
Dato atto, ammette la deposizione con riserva di valutare la capacità.
Viene esibita al teste la produzione n°75 di parte convenuta e quindi dichiara: “Riconosco come mia la firma. Ricordo che ci fu una trattativa per l’integrativo in azienda seguita dai delegati e dalle strutture di categoria.
Ricordo che ci furono due assemblee di lavoratori alla presenza di un rappresentante dell’azienda per la prima e la seconda una sorta di referendum nell’approvazione della bozza di rinnovo del contratto integrativo elaborato nel corso delle trattative.
Preciso già all’epoca era orientamento del sindacato sottoporre all’assemblea dei lavoratori in via preventiva.
Si verificò un dissenso all’interno della r.s.u. e anche all’interno della componente della Cgil nell’approvazione o meno della bozza.
Mi pare che la questione venne perché l’azienda aveva unilateralmente riconosciuto somme a parte dei lavoratori, quelli con qualifiche più alte con compiti di coordinamento.
A domanda risponde-
Dopo l’assemblea io scrissi la lettera perché c’era una situazione di tensione a poi perché la nostra organizzazione era quella più seguita tra i lavoratori e io mi sentivo investito anche per il ruolo del dover intervenire.
Quando scrissi la lettera ero certo che i membri della Cgil avrebbero firmato l’accordo, cosa che poi avvenne.
Sul capitolo 85: “Mi pare che per la prima volta nelle elezioni del 2005 perdemmo il primato elettorale.
L’assemblea del 2003 aveva visto sconfitta la posizione dei nostri rappresentanti.
Dopo l’assemblea non ci furono cambiamenti nei nostri rappresentanti all’interno dell’azienda.
Nell’analisi del risultato delle elezioni del 2005 si valutò anche il ruolo che aveva avuto l’esito dell’assemblea nell’integrativo del 2003 che ci aveva visto su una linea sconfitta dal voto dei lavoratori.
A domanda risponde- Dopo il licenziamento del Pizzorno la Cgil contribuì a promuovere e partecipò compatta agli scioperi che vennero indetti in ragione dello stesso.
Letto e sottoscritto, Livio Di Tullio
DA INTERNET UNA SORPRESA DALL’ABRUZZO
Se a Savona non si era saputo quasi nulla (ad eccezione di un paio di articoli iniziali su Il Secolo XIX e notizia ad una colonna su La Stampa), scopriamo che il sito www.filtabruzzo.it aveva riportato il 19 maggio 2008 l’intervento del Lavoratore Portuale Giorgio Pizzorno, delegato della Filt Liguria, salito sul palco in occasione della Conferenza di organizzazione della Filt Cgil, ad Abano Terme.
Non solo, sempre su internet, troviamo la lettera che l’odierno silenzioso Pizzorno ha scritto e firmato: <…Navigando in rete vengo a conoscenza del fatto che una vicenda locale savonese viene riportata sul vostro sito regionale, le prime domande che mi pongo sono se ho parenti/amici/conoscenti in quella regione d’Italia, può darsi ma la cosa non mi risulta, ne deduco di conseguenza che qualche compagno in qualche modo è venuto a conoscenza della notizia e presumo che se quella notizia viene inserita sul sito ufficiale è un modo concreto di fare quadrato e/o manifestare la propria solidarietà ad un altro compagno.
La cosa mi colpisce positivamente…>.
C’è un mistero, pure piccolo, significativo. Nel suo intervento, con data che emerge dal sito stesso del 19 maggio 2008, c’è questa frase, poi scomparsa: <…come mai sul mio territorio (leggi provincia di Savona e Liguria ndr) nessuno si è assunto lo stesso comportamento? Sarà mica a causa della parsimonia tutta ligure o meglio savonese…>.
Fa parte dei contesti in cui si è mosso il gigante Golia? Nessuno conosce il suo vero volto.
“Un caro abbraccio” concludeva la lettera di Pizzorno (Filt Cgil Savona). Abbraccio a chi? Esteso a chi?
Se, a Savona, Giorgio Pizzorno non esiste, è muto. Parola di Belfagor!
L.C.
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