CARITATEVOLI O SCERIFFI?

Parto da un presupposto: qualunque cosa dica o faccia un uomo politico, man mano che sale di grado, e quindi di attenzione mediatica, è soppesata accuratamente in funzione dell’effetto che egli presume quella frase, discorso o azione, avrà sull’uditorio/elettorato. Non parte mai dal cuore.

Il presidente Mattarella in raccoglimento davanti alle numerose bare dei corpi ricuperati dal naufragio davanti a Cutro. Un funerale di Stato, come si riserva ai caduti in guerra. Con in più la promessa di rimpatriare le bare a nostre spese (not in my name, mi verrebbe da dire), quasi fosse colpa nostra il tragico avvenimento. Il conto dovrebbero pagarlo, oltre ai Paesi di provenienza, coloro che non hanno fatto che incoraggiare questo traffico, luttuoso e delittuoso, che ingrassa solo i negrieri libici, turchi e non solo

Questo il ragionamento che mi sono trovato a fare mentre ascoltavo la notizia che nientemeno che il presidente della Repubblica in persona ha deciso di andare a Crotone a fare le condoglianze ai famigliari degli annegati e ai sopravvissuti dell’ennesimo naufragio annunciato: basta stipare una carretta fino all’orlo, partire con condizioni di mare pessime e il finale è già scritto in partenza.

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Ah, se ci fossero state le navi ONG non sarebbe successo, dicono in coro i soliti caritatevoli. Anzi, ce ne vorrebbero di più, affinché neanche un clandestino fallisca nell’impresa di arrivare nella Terra Promessa, dove troverà adeguata accoglienza e collocamento lavorativo. Di cosa in realtà accada dopo gli sbarchi, i caritatevoli non se ne sono mai preoccupati, tant’è vero che stavano quasi per fare loro segretario Soumahoro: c’è voluta la Procura di Latina per renderli edotti.
Mattarella ha voluto fare quel gesto per ribadire urbi et orbi, quasi non lo sapessimo, la sua posizione, tutt’altro che super partes, sin da quando è stato eletto e, purtroppo, rieletto: porti aperti a tutti, vicinanza ai governi di sinistra e freddezza adesso che c’è un governo di destra, anche se all’atto pratico non si è discostato poi molto dal suo predecessore, fatto salvo il ministro Piantedosi, sul quale si sta scaricando tutta la furia dei perdenti alle urne, proprio perché sta cercando di porre un freno agli sbarchi di massa, col fiato sul collo, o meglio gli scarichi di pallettoni della sinistra e, per completare l’opera, della magistratura e dell’UE, che si fa sentire solo per redarguire; assente invece quando le si chiede aiuto.
Voglio dimenticare qui la posizione della Meloni sull’Ucraina, la NATO, l’invio di armi, contribuendo ad un’escalation verso uno scontro, non più per procura, tra due potenze nucleari. Per quanto riguarda l’immigrazione, invece, dice cose sensate, [VEDI] ma non riesce ad essere risolutiva perché i governi precedenti, tranne il troppo breve intermezzo del governo giallo-verde, le hanno lasciato un’eredità pesantissima, con l’Italia piena di afro-asiatici sulle nostre spalle, una criminalità proporzionale al crescere di costoro (inevitabile per chi arriva in un Paese di cui nulla conosce e non sa come rimediare almeno un pasto al giorno). Deve procedere sotto il fuoco di fila di ONG, opposizione e magistratura.
Il dilemma del titolo sembra non essere esistito durante i lunghi anni dei governi di sinistra (o presunta tale): erano così caritatevoli (a spese del popolo, certo non dei signori delle poltrone) che la Chiesa era spesso al loro fianco nella “difesa dei deboli”, ma solo se di colore: per i deboli italiani non provano nessuna empatia. Non per nulla sono stati bollati come il partito delle ZTL.

Il presidente salvadoregno, Nayib Bukele, la pensa diversamente dal suo omologo italiano in tema di libertà vs sicurezza, e ha usato il pugno duro contro i pandilleros, i trafficanti di droga, che spargevano violenza nel Paese. Ha costruito il più grande carcere di tutta l’America Latina e ve ne ha internati 60.000. Il 95% dei salvadoregni approva il suo operato

A prima vista, si ha l’impressione di un lager nazista. Invece sono trafficanti di droga (o solo sospettati) bersagli di un impietoso giro di vite del presidente di El Salvador, stanco di ospitare bande di criminali come questi. L’eccessivo lassismo porta sempre a reazioni contrarie, anche inumane. Vogliamo arrivare a questo, coi porti aperti e le frontiere colabrodo, rischiando di concentrare in Italia i criminali di mezzo mondo?

Ora, vorrei sottoporre a chi mi sta leggendo qualche immagine della maxi-retata decisa dal presidente di El Salvador per stroncare il cancro delle gang che prosperano producendo e spacciando droga (e violenza). Immagini che ricordano come i nostri allevatori trattano gli animali da macello. E mi ritrovo a provare assai più compassione per questi ultimi che per criminali che spargono la morte in mezzo mondo. Quanti inorridiscono, a parole, nel guardare questi delinquenti, privati di ogni briciolo di dignità umana, mentre, in cuor loro, la vedono come la meritata punizione, per tutto il male che hanno fatto?

[VEDI] Confine USA-Messico. Il presidente Biden, partito con programmi caritatevoli durante la campagna elettorale, ha dovuto arrendersi alla realtà, con flussi di migranti di entità ingestibile, continuando ad applicare il rigido Titolo 42, ereditato da Trump e confermato dalla Corte Suprema

Il male ha raggiunto livelli tali di intensità e diffusione che ci troviamo a compiacerci, nel nostro intimo, per punizioni esemplari, come accade ai cittadini di El Salvador, che le approvano in numeri plebiscitari. Altro che civiltà occidentale, stiamo regredendo, in mezzo a forbiti discorsi libertari, verso metodi repressivi come tentativo estremo di arginare una piaga cancrenosa. Le opposizioni hanno ripreso a parlare di fascismo: ma non sono proprio loro che ne stanno creando le premesse attirando disperati e delinquenti da tutto il mondo?
Ora, di tutti i clandestini che sbarcano sulle nostre coste, quanti sono i criminali di partenza o “di necessità” una volta che hanno provato l’umiliazione dei cosiddetti centri di accoglienza per poi essere abbandonati a se stessi, ad “arrangiarsi”, dall’accattonaggio alla prostituzione forzata, all’adesione alle varie mafie, nazionali ed estere, magari degli stessi Paesi di provenienza, Nigeria in testa? Le strade urbane e periferiche di notte sono diventate il regno degli spacciatori. E non dimentico l’orrenda fine riservata a Desirée Mariottini da parte di quattro spacciatori immigrati da Senegal, Nigeria e Ghana. [VEDI] A tal proposito, mi chiedo cosa sia più duro: l’ergastolo, comminato loro per questa efferatezza, o il 41 bis, confermato spietatamente per l’anarchico Alfredo Cospito, che si lascia morire per le proprie idee politiche.

Giustizia c’è stata, con 2 ergastoli e due condanne di oltre 20 anni

E poi, dove sta scritto che Africa e Asia debbano scaricare i propri esuberi, magari malavitosi, in Italia? Le ONG evitano Malta, per le ridotte dimensioni territoriali, la Tunisia per avere essa stessa problemi di immigrati clandestini, altre nazioni per essere troppo distanti. Rimangono la Grecia e l’Italia, con quest’ultima privilegiata per la “bontà”, fino a ieri, dei suoi governanti; ma di fatto ancora oggi, nonostante il cambio della guardia a palazzo Chigi. Dice bene il governo: più degli sbarchi dobbiamo attivarci per bloccare le partenze, cominciando con l’evitare il nostro “effetto calamita” sui Paesi di origine. Agendo a valle, per cominciare, ma in prospettiva anche a monte. Molto interessante l’intervista al titolare di una ONG che opera in Nigeria da 10 anni [VEDI]

La nuova segretaria PD, Elly Schlein. Nel partito delle ZTL è stata catapultata, grazie all’appoggio di tanti estranei,[VEDI] una donna di sinistra, ex Occupy PD. Con tuttavia alle spalle gran parte del vecchio apparato, che avrà il suo bel da fare a tenerla a bada. Tranne sull’immigrazione. Emulando Mattarella, ha voluto conferirsi visibilità e schierarsi subito pro-immigrazione clandestina, andando a Crotone e incolpando il governo per la tragedia.

Stride il diverso trattamento dei governi verso gli italiani, oppressi da una montagna di leggi e sanzioni, con quello verso gente che ha deciso di abitare a casa nostra senza averne i requisiti e senza esservi stata invitata. 
A furia di tenere i porti aperti, inveendo contro chi cercava di regolare le entrate, il PD, con le primarie, ha provato a cosa si va incontro permettendo a chiunque di eleggere il proprio padron di casa: si è ritrovato al vertice una Schlein, che poteva benissimo provenire da Articolo 1 o dai Verdi, che il PD ha sempre guardato con sussiego. Quanta libertà di manovra avrà costei, con tutto il vecchio apparato tuttora alle sue spalle, resta poi da vedere. Ma sugli slogan di immigrazione a go-go e antifascismo, piena identità di vedute. Vedremo che seguito avranno tra gli italiani.

Marco Giacinto Pellifroni   5 marzo 2023

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One thought on “CARITATEVOLI O SCERIFFI?”

  1. Complimenti per l’ottimo articolo. Non ricordo neppure da giornalisti importanti di aver letto un analisi così lucida e reale della situazione del nostro paese. Ormai siamo alla deriva e nessuno dei nostri politici pare interessato a cambiare le cose

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