BERLUSCONI E I PUTINIANI D’ITALIA

Con chi sta Berlusconi in questa nuova guerra civile mediatica italiana tra putiniani filorussi e atlantisti filo-NATO che si sta combattendo sugli schermi televisivi, sui giornali e sui social a colpi di finte o vere fake newse di ricostruzioni storiche di comodo (come abbiamo letto, absit iniuria verbis, anche su queste pagine online)?

Putin e Berlusconi

  La domanda è lecita dal momento che LaPresse ha diffuso una registrazione audio nella quale l’ ex premier afferma, nel corso di una riunione a porte chiuse con i deputati di Forza Italia il 29 settembre 2022, dopo aver chiesto loro il massimo riserbo, che la guerra tra Mosca e Kiev è colpa della Nato, di Biden e di Zelensky: “La cosa è andata così: nel 2014 a Minsk, in Bielorussia, si firma un accordo tra l’Ucraina e le due neocostituite repubbliche del Donbass per un accordo di pace senza che nessuno attaccasse l’altro. L’Ucraina butta al diavolo questo patto un anno dopo e comincia ad attaccare le frontiere delle due repubbliche, che subiscono vittime tra i militari che arrivano, mi si dice, a 5-6-7 mila morti. Arriva Zelensky, triplica gli attacchi. Disperate, le due repubbliche mandano una delegazione a Mosca e finalmente riescono a parlare con Putin: ‘Vladimir, non sappiamo che fare, difendici tu!’. Lui (Putin) è contrario a qualsiasi iniziativa, resiste, subisce una pressione forte da tutta la Russia. E allora si decide a inventare una operazione speciale militare. Le truppe dovevano entrare in Ucraina, in una settimana raggiungere Kiev, deporre il governo in carica, e mettere al posto di Zelensky, un governo già scelto dalla minoranza ucraina di persone per bene e di buon senso, un’altra settimana per tornare indietro. E’ entrato in Ucraina e si  è trovato di fronte a una situazione imprevista e imprevedibile di resistenza da parte degli ucraini, che hanno cominciato dal terzo giorno a ricevere soldi e armi dall’Occidente. Di qui la durata della guerra che non si capisce quando potrà finire…”. Questa è la versione di quanto accaduto tra Russia e Ucraina a partire dal 2014 che Berlusconi aveva già  esposto nel salotto televisivo di Bruno Vespa, il 23 settembre u. s. Se poi aggiungiamo lo scambio epistolare di amorosi sensi  con l’amico Putin, accompagnato da bottiglie di vodka per il caro Silvio e di Lambrusco per il carissimo Vladimir, ce n’è abbastanza per chiedere: “Ma Berlusconi da che parte sta?” Naturalmente, resosi conto della portata esplosiva di quelle dichiarazioni, l’esuberante e incontenibile Cavaliere si è affrettato a smentire alla sera quello che aveva detto al mattino, accusando la solita sinistra che ha “la pessima abitudine di trasformare la discussione politica in pettegolezzo, utilizzando frasi rubate registrate di nascosto…” e a ribadire la sua fedeltà agli Usa, alla Ue e alla Nato.

Ma ormai i buoi sono scappati, o meglio la freccia è scoccata e purtroppo “Voce dal sen sfuggita / poi richiamar non vale: / non si trattien lo strale, / quando dall’arco uscì” (Metastasio). Intanto lo strale ha fatto il giro del mondo, e Zelensky non l’ha presa tanto bene. E nemmeno Giorgia Meloni. Chi l’ha presa bene, invece – oltre ovviamente all’amico Putin –  sono stati i putiniani di casa nostra, convinti che quella voce dal sen fuggita sia quella della verità che non si può dire alla luce del sole per non disturbare il pensiero unico e dominante dei poteri forti: “Eppure, fuori dai luoghi del potere, quanti italiani pendono dalla parte di Putin, contro l’Ucraina? Quanti ritengono che sia un gioco estremamente pericoloso armare fino ai denti gli ucraini, e protrarre così la guerra all’infinito, con tutte le privazioni che un reiterato atlantismo ed europeismo comporta per la vita dei cittadini comuni…” (M. G. Pellifroni, su “Trucioli savonesi”, 23 settembre 2022). Come dire: “Cari (si fa per dire) ucraini, fatevene una ragione: non potrete mai vincere contro la Russia, quindi arrendetevi ora e scrivete la parola fine su questa guerra che fa tanto male a voi, ai russi, a tutta l’Europa e in particolare a noi italiani. Tanto più che il ricco – ma per quanto ancora? – Occidente, imperialista e corrotto, materialista ed edonista, non ha più niente da dire o da dare all’umanità, se non macchine, magari intelligenti, ma senz’anima.

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Semplice, no? Sulla stessa linea troviamo un altro putiniano doc che pubblica i suoi articoli (come peraltro il sottoscritto) sulla medesima rivista online; leggere per credere: “Che cosa ha detto Berlusconi ai suoi? Semplicemente quello che tutti, a cominciare dai compagni del Pd, sanno benissimo e  riconoscono nelle loro conventicole ma è proibito far sapere al popolo bue: Biden ha spinto Zelensky a provocare la Russia per costringerla all’intervento militare con l’obiettivo – al solito –  di destabilizzare il sistema politico moscovita, isolarla e tagliare i circuiti commerciali che ne alimentano l’economia. Così l’attore reduce dalla serie televisiva in cui interpretava l’amico del popolo, dopo essersi impegnato in campagna elettorale per una azione di pacificazione e democratizzazione  del Paese a cominciare dal  Donbass (in un Paese corrotto fino alle midolla in cui imperversavano bande armate di ispirazione nazista) una volta eletto si è comportato in modo diametralmente opposto e, sordo ai moniti del grande vicino, ha dato una  brusca  accelerata al processo di derussificazione delle regioni russofone, le stesse sottoposte da anni a continui bombardamenti da parte dell’esercito ucraino e alle vessazioni brutali del cosiddetto battaglione Azof” (P. F. Lisorini, 23 settembre 2022). A parte alcune perle come i “compagni del Pd” e le loro “conventicole” e “i moniti del grande vicino” e il “cosiddetto” battaglione Azof, è proprio l’impianto argomentativo del testo citato che non tiene, e non tiene perché ripete acriticamente la versione che del conflitto russo-ucraino ha fornito l’ufficio propaganda del Cremlino. Come si fa a credere che tutti i torti siano di Kiev e tutte le ragioni di Mosca?

Zelensky e il suo programma televisivo

Anche un bambino sentirebbe in questa narrazione così smaccatamente a favore di Vladimir Putin  puzza di bruciato: possibile che tutta la responsabilità di questa guerra atroce ricada, in definitiva,  su Biden e sugli alleati europei suoi servi, ucraini compresi? Possibile che i putiniani italiani siano così refrattari alle “storie” a cui esortava Ugo Foscolo, il 22 gennaio 1809, nella sua orazione inaugurale dell’anno accademico all’Università di Pavia, intendendo alle storie autentiche, ché a quelle di parte sono maestri? Come si fa, per esempio, a sostenere che nelle guerra del Donbass gli ucraini erano gli aggressori e gli insorti separatisti filorussi gli aggrediti, dal momento che sono stati proprio i separatisti filorussi ad aprire le ostilità contro gli ucraini filogovernativi? La guerra civile nel Donbass cominciò il 6 aprile 2014, quando  separatisti armati, con l’appoggio russo,  si impadronirono di alcuni palazzi governativi nell’Ucraina orientale, e precisamente nelle regioni (oblast) di Donetsk e Lugansk. Questi moti dei separatisti filorussi e antigovernativi avvennero in concomitanza con l’annessione della Crimea alla Federazione Russa poi sancita da un referendum di dubbia validità.

I separatisti, sulla traccia di quanto accaduto in Crimea, chiesero anch’essi un referendum per l’indipendenza da Kiev, che naturalmente fu negato dal governo ucraino. Ciò malgrado il referendum per l’indipendenza, non riconosciuto da nessuna organizzazione internazionale, si tenne  l’11 maggio 2014. A questo punto Kiev lanciò una massiccia offensiva che ridusse drasticamente le zone controllate dai separatisti filorussi. Nell’agosto dello stesso anno, unità militari corazzate russe entrarono nei territori ucraini del Donbass, già abbondantemente infiltrati da “volontari” filorussi. L’Ucraina e la diplomazia internazionale denunciarono gli aiuti russi alle milizie separatiste  in quanto si è trattato di una vera e propria invasione dell’Ucraina da parte della Russia. Va detto che i tentativi di tregua siglati a Minsk il 5 settembre 2014 e il 12 febbraio 2015 fallirono per il fatto che  le autoproclamatesi repubbliche indipendenti di Donetsk e Lugansk si rifiutarono di restituire, in cambio della pace,  i loro territori all’Ucraina, in quanto non potevano disattendere i risultati dei loro referendum nei quali la maggioranza si era espressa a favore dell’indipendenza. Così la guerra civile nel Donbass, con tutto quello che comporta per la popolazione civile, si protrasse fino al 24 febbraio del 2022, quando entrò nel più ampio quadro del conflitto russo-ucraino innescato, come è (o dovrebbe essere) universalmente noto, dall’invasione dell’armata russa nel territorio ucraino, non dall’invasione dell’esercito ucraino nel territorio russo. Questo per dire che i torti e le ragioni non si possono tagliare con l’accetta come fanno i putiniani. Rimane da capire perché così tanti italiani sono filorussi, come è chiaramente emerso in seguito alla diffusione dell’ormai famoso, o meglio famigerato, audio carpito all’imprudente Cav. Da tempo assistiamo al “dibattito” sulle responsabilità della guerra in Ucraina. E’ già stato notato che diversamente da quello che avviene negli altri Paesi dell’Europa occidentale, nei salotti televisivi italiani si sta dando uno spazio eccessivo alle posizioni filorusse (come già ai no vax), più o meno dichiarate.

Putin e Biden

Se questo fenomeno si può ricondurre da una parte a motivi di audience, cioè di spettacolarizzazione dello scontro “dialettico” tra tesi contrapposte,  da un’altra parte è indubbiamente un sintomo della confusione e del disagio di tanti nostri concittadini messi di fronte ad avvenimenti che superano le nostre, per forza di cose, limitate informazioni e la tradizionale, come sopra accennato, refrattarietà italiana allo studio della storia patria, figurarsi di quella delle altre patrie, in questo caso di quella degli ucraini. In più, grazie a quel video, abbiamo avuto contezza di quanto sia ancora viva e vegeta, in una parte dell’opinione pubblica italiana, l’avversione per i “liberatori” angloamericani dall’occupazione nazifascista del nostro territorio nazionale; e un’altra parte è rimasta attaccata, ahimè, al mito dell’Unione Sovietica vittoriosa contro il nazismo e come portatrice di pace e uguaglianza nel mondo intero. Riguardo agli americani, stare con loro in questa circostanza, sia chiaro, non li assolve  dai loro crimini in Viet Nam, in Iraq, in Afghanistan e in altre parti del Terzo e Quarto mondo; ma non per questo dobbiamo accettare i ricatti di Putin, e il suo espansionismo neoimperialistico e dichiaratamente anti occidentale, cioè non solo anti Usa e anti Nato, ma anche anti Ue di cui noi italiani siamo parte integrante; o vogliamo uscire dall’Occidente? E per andare dove? E’ chiaro (e non vedo come possa essere smentito, ma dai putiniani, come dai no vax, c’è da aspettarsi qualunque cosa) che Putin vede nell’Ucraina un avamposto dell’odiato Occidente e che, combattendo contro gli ucraini combatte anche contro tutto gli occidentali, quindi anche contro di noi. E noi che cosa dobbiamo fare? Arrenderci (come se la resa ci salvasse dalla dall’infamia e dalla schiavitù)?

Fulvio Sguerso

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