And if I show you my dark side

 And if I show you my dark side.

And if I show you my dark side.

The Dark Side of the Moon era un’espressione di carattere politico, filosofico e umanitario che doveva essere comunicata

Quando la registrazione fu terminata portai una copia a casa e la feci ascoltare a mia moglie. Ricordo che si mise a piangere. A quel punto pensai : “questo ha sicuramente toccato una corda da qualche parte”  ed ero contento di questo. Sai, quando hai fatto qualcosa, di sicuro se hai creato un’opera musicale, quando poi la fai ascoltare a qualcun altro la senti con un orecchio diverso. E fu in quel momento in cui mi dissi «wow, questo è un lavoro abbastanza completo», e avevo molta fiducia del fatto che la gente avrebbe risposto”.

(Roger Waters)

Penso che quando fu terminato, tutti pensavamo che fosse la cosa migliore che avessimo mai fatto fino ad allora, e tutti erano molto soddisfatti, ma non è che qualcuno lo considerasse cinque volte migliore di Meddle, o otto volte migliore di Atom Heart Mother, oppure lo valutasse per il numero di copie che esso ha di fatto venduto. È stato… non solo un buon album, ma anche nel posto giusto al momento giusto.

(Nick Mason)

 

Erano i primi di marzo di quaranta anni fa. Noi della generazione del dopoguerra eravamo chi prossima alla Laurea, chi già alle prese con il servizio militare, chi già nel primo anno di lavoro che, allora, era così semplice trovare. Male che fosse andata la nomina in un Istituto Professionale la poteva disporre il preside. Ci scappò pertanto (almeno a parte della mia generazione)  l’uscita di questo Album (The Dark Side of the Moon) come, per molti di noi, con nelle orecchie  solo le canzoni dei Beatles, sfuggirono gli album precedenti.  Eppure The Dark Side of the Moon fu un successo immediato, mantenne il primo posto della classifica statunitense Top LPs & Tapes per una settimana e vi rimase per altre 741 dal 1973 al 1988.
Paradossalmente ricordo che non mi sfuggì il primo album “The Piper at the Gates of Down” dove un estroso e obliquo Syd Barrett dava del complesso una connotazione molto diversa da quella assunta già dal secondo o terzo  album dopo che ne venne estromesso. Infatti se i Pink Floyd dovettero a Syd Barrett il merito di avere fatto conoscere  il complesso,  con Syd Barrett non sarebbero sicuramente approdati a nulla.
Syd Barrett
 L’Album? Per una critica “musicale” è sufficiente uno dei tanti libri dedicati al complesso o la omologa voce sulla Wikipedia English. Molto più facile dire che cosa non è quest’album. Sicuramente non è un album “spontaneo”. Non è “Rock da palco”. E’ Musica assemblata mixando effetti sonori alla “Musica” eseguita e “messa in memoria”. Oggi diremmo un sapiente lavoro di “cut and past” ma su elementi analogici come un nastro di registrazione con il rumore  di cassa che ripete in loop. .Diverse le chiavi di lettura nelle quali non mi sento di addentrarmi, non essendo né un critico né un esperto, tranne nell’essere certo che il “tema” ricorrente in tutto l’album è la pazzia (o la caratteristica borderline di molti di noi). Dal battito cardiaco iniziale al riso “scemo” di Nick Mason fino agli ultimi due brani Brain Damage ed Eclipse dove riemerge la figura di Syd Barrett: il “lunatico” il “pazzo diamante”. Un “Album perfetto, mai uguagliato” decretò un mio studente di  una generazione più giovane. Non un solo suono, non un solo rumore “fuori posto o senza senso”.  Eppure mi pare di percepire a fianco della presenza di Syd Barrett (il pazzo pifferaio) la vera faccia oscura “umana” di Roger Waters (L’uomo e la sua solitudine).  Che poi è solitudine di ognuno di noi.

La ritroveremo non solo in questa faccia oscura della Luna, ma nel cinismo di Animals e in The Wall (un esempio di “Opera” Rock?)  per diventare fredda e lucida in The Final Cut dove tra elementi autobiografici emerge la vera faccia oscura di chi ha la paura più profonda. Quella che ha dato il titolo a questo mio scritto, del tutto fuori dalla mia area di expertise. Un pensiero che mi ha attraversato la mente è stato: “ma se fossimo arrivati all’oggi con i Beatles, i Rolling Stones e Bob Dylan solamente, che impatto avrebbe avuto oggi questo album? E’ un problema forse mal posto visto che, nel presente,  soffriamo di solitudine aggravata da una cronica insicurezza sul futuro

… And if I show you my dark side

will you still hold me tonight?

and if I open my heart to you

and show you my weak side

what would you do?

would you sell your story to rolling stone

would you take the children away

and leave me alone

and smile in reassurance

as you whisper down the phone

would you send me packing

or would you take me home ..

 

Se non ricordo male, da questi versi tratti da “The Final Cut” sono esattamente trascorsi 30 anni. Però, la faccia oscura della Luna rimane sempre quella.


Salvatore Ganci


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