Amministratori e politici savonesi (sesta parte)

AMMINISTRATORI E  POLITICI
SAVONESI (sesta parte)

 

 

 

NERVI GIUSEPPE (Savona 1777-1859)

Nervi Giuseppe, avvocato, letterato, poeta, fu il miglior collaboratore dei Prefetti Napoleonici in Savona. Venuta Savona al Regno Sardo, fu della città Sindaco benemerito e lungimirante. (da F. Noberasco, «Savonesi illustri», pag. 39). 

Ottimo giurista, segretario cantonale della città e costante, felice ispiratore di Chabrol, a vantaggio del loco natio. Letterato provetto, colto filologo, non mediocre poeta, fu l’ultimo custode d’Arcadia. I suoi scritti, che seguironsi frequenti, le sue 171 poesie, andarono quasi omninamente perdute, comune retaggio ai Savonesi di quei tempi. (da F. Noberasco, Atti S.S.S. Patria, vol. IV, 1921). 

Dotto e stimato giureconsulto fu pure Giuseppe Nervi, di multiforme ingegno e di varia attività. Educato, prima della rivoluzione, all’enciclopedismo francese, coltivò, oltre il diritto, le lingue e letterature classiche e moderne, e si occupò con onore di storia sabazia, di cui diede alle stampe qualche piccolo saggio e lasciò memorie manoscritte, ora in gran parte disperse.

Si dedicò anche agli studi economici: a lui principalmente si deve la Statistica della Provincia di Savona, compilata per ordine del famoso prefetto napoleonico Chabrol, e da questi inserita nella grande opera statistica sul Dipartimento di Montenotte. Promosse fin dalla fondazione la benemerita Società Economica.

Fu l’ultimo Custode della Colonia degli Arcadi Sabazi e lasciò, sparsi per varie collezioni, belle epigrafi e non spregevoli versi. Amantissimo della città tenne la segreteria cantonale per molti anni e fu collaboratore costante e felice dello Chabrol. Come Sindaco di Savona preluse a quella moderna amministrazione che trovò poi il suo più valente ispiratore e propulsore in Luigi Corsi. Della sua scienza giuridica rimangono tracce in molti manoscritti. Come Paolo Giacinto Boselli portò nel secolo XIX gran parte dello spirito settecentesco e del liberalismo razionalistico e illuministico. (da I. Scovazzi, «Savona e la Sabazia», pag. 277).

 

PAVESE BATTISTA, consigliere di stato (   –  1566) 

Pavese Battista fu Luca, fu Stefano, autore di uno dei tre rami ebbe in moglie Violante Salineri donna celebrata per insigne da Giuseppe Bertusci nel suo dialogo intitolato: «Le immagini del tempo di Donna Giovanna d’Aragona». Detto Battista andò nel 1557 nel Piemonte alla Corte del Duca Emanuele Filiberto di Savoia e fu tenuto in gran fama particolarmente per un imprestito fatto per il bisogno della fortezza di Villafranca minacciata. dal Turco e per la compra del castello di Crevalcuore dai Signori Fieschi; perciò il Duca lo creò Consigliere di Stato; lo gratificò in appresso con il rescritto di scudi 20.000 oro dichiarando in esso «per benemeriti del magnifico nostro diletto Battista Pavese».

Dopo sua morte seguita nel 1566, Violante sua moglie fu dal Duca Carlo Emanuele gratificata 82 con l’usufrutto del delizioso Castello di Larenzo presso Torino. Fu ricchissimo cavaliere dei suoi tempi ed imprestò al Duca di Savoia scuti diecimila d’oro; furono suoi figli Stefano tesoriere generale di S.A.R. il Duca di Savoja; Gio.Luca che si fece cappuccino e morì nel 1592; Maria maritata nel conte Orazio Asinari astigiano, Geronimo tesoriere generale in Torino. (riduz. da «Famiglia Pavese», Atti S.S.S. Patria, vol. III, 1920, pag. 148)

 

  Tratto da  STORIA DI SAVONA di Nello Cerisola (editrice LIGURIA) e SCHEDARIO UOMINI ILLUSTRI IN SAVONA di  E. Baldassarre e Renato Bruno (A campanassa)

 

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