Altro slittamento del mercato tutelato: alcune riflessioni

La fine del mercato tutelato slitta ancora di un anno. L’ennesimo emendamento firmato questa volta dal capogruppo alla camera del M5S, e approvato negli ultimi giorni, ha cambiato nuovamente le carte in tavola.

Ormai il mercato dell’energia è entrato nella spirale dei processi “all’italiana” con la fine della tutela che continua a rimbalzare tra una data e l’altra in un infinito ping-pong tra i banchi di Montecitorio.
Perché il Mercato Tutelato non riduce i prezzi dell’energia?
“E’ dal 2017 che si continua a posticipare l’uscita da un mercato ormai obsoleto e che continua a minare la competitività tra i diversi provider” afferma Bruno Barone, esperto energia di Prontobolletta.
Ci si ritrova infatti ad avere, per un’altro anno, la presenza di ARERA come catalizzatore di un mercato popolato da centinaia di piccoli e grandi fornitori che non hanno la possibilità di agire secondo le regole del libero mercato.
Al contrario delle tariffe sul mercato libero, dove il prezzo viene fissato per 12 o 24 mesi, quelle nel mercato a maggior tutela sono infatti contrattate da ARERA ogni 3 mesi, in base ai prezzi di mercato, permettendo così di scaricare sui consumatori gli aumenti dei prezzi con una frequenza maggiore rispetto alle tariffe dei provider.

L’operazione messa in atto in questi giorni sembra più che altro una rudimentale “toppa” messa dalle istituzioni italiane per far fronte, con armi spuntate, all’inedito aumento dei prezzi che sta colpendo il mercato dell’energia in questi mesi post pandemia.
I fondi già stanziati dal governo Draghi sembrano non essere bastati per scongiurare il caro bollette che sta colpendo tutta la penisola e le idee per far fronte alla straordinaria situazione sembrano scarseggiare al pari dei fondi.
In un momento di rincari come questo forse la “maggior tutela” sarebbe quella di lasciare fare al mercato il suo corso permettendo alla competizione tra i singoli provider di calmierare i prezzi sul mercato.

Fonte: Prontobolletta

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