Al Teatro Carlo Felice di Genova in scena due versioni di Norma
La Norma di Vincenzo Bellini arriva al Carlo Felice di Genova e sarà in scena dal 2 all’11 maggio con una novità; il primo e il secondo cast non saranno uno la riserva dell’altro, interpreteranno invece una diversa versione della stessa opera. Si tratta di una coproduzione della Fondazione Carlo Felice di Genova e della Fondazione Teatro Comunale di Bologna, con la regia di Stefania Bonfadelli; maestro concertatore e direttore è Riccardo Minasi e proprio lui ha deciso di proporre una doppia versione della Norma.
“Il ruolo dei giovani è molto importante ed è necessario che siano preparati ricordando che per gli studenti universitari l’ingresso a teatro è gratuito”, dichiara il Sovrintendente Claudio Orazi, “e questa coproduzione, realizzata in collaborazione con il Teatro Comunale di Bologna, arriva dopo due rappresentazioni di successo, Die Fledermaus e I Due Foscari.
Le azioni di sistema hanno natura e carattere strategico e gli spettacoli sono beni culturali immateriali molto importanti; avere grandi nomi ed un direttore famoso permette di portare in scena una grande opera. La Norma ha avuto successo a Bologna e sono sicuro che ne avrà anche qui poichè avremo un grande direttore come Riccardo Minasi ed una regista di grande fama, Stefania Bonfadelli; per noi è importante fare politiche per impegnare i teatri d’opera italiani con spettacoli di grande qualità artistica a costi contenuti. Una produzione visita più teatri del nostro Paese per svolgere servizio al pubblico contenendo le spese; sono sicuro che questo spettacolo sarà un successo perchè è stato così per tutte le rappresentazioni della stagione”.
Parole simili da parte del direttore artistico Pierangelo Conte :”Avremo due versioni di Norma ed è il secondo titolo della stagione diretto da Riccardo Minasi; abbiamo già fatto il piano di lavoro per le prossime due stagioni ricordando che Don Pasquale ha permesso il debutto dei ragazzi dell’Accademia. E’bello avere due cast alternativi per due versioni; l’operazione è stata pensata su un’importante banda avendo sul palco 40 elementi. La tradizione dell’800 prevedeva la presenza di bande con numerosi elementi ed avremo qui la Filarmonica Sestrese che ha suonato per la prima volta il nostro inno nazionale; quest’ultima è una delle bande più vecchie del nostro Paese e presso il loro archivio è presente un vero e proprio tesoro storico. Lo spettacolo è molto bello, valorizza la banda e spero che ci saranno tante persone”.
“Il discorso legato alla Norma è complesso poichè è impossibile associarla ad un’esecuzione specifica”, afferma il direttore Riccardo Minasi, “e Bellini lascia dubbi, ripensamenti e versioni diverse. Ho iniziato a lavorarci nel 2006 compiendo importanti studi; sono molteplici le polemiche ricordando che un amico del compositore chiese chiarimenti ma Bellini non completò la versione definitiva. La versione ufficiale che in genere viene eseguita si basa su un’edizione Ricordi del 1915 e differisce dall’autografo che è composto da due volumi contenenti diversi fascicoli assemblati in un secondo tempo; le differenze stanno nella strumentazione, nella Casta Diva, nel coro Guerra, guerra! e nel terzetto finale del primo atto. La presenza dell’orchestra è importante ma poco originale e voglio ricordare che l’archivio Ricordi ha avuto, ai primi del ‘900, un grande incendio che ha distrutto moltissimo materiale; andranno in scena due versioni diverse dell’opera e la nostra ricostruzione si basa sui rimasugli dei fogli ritrovati basandomi su fonti napoletane e toscane”.
“Norma è un’opera di donne ed il rapporto tra Norma ed Adalgisa è un’esempio di solidarietà femminile”, prosegue la regista Stefania Bonfadelli, “e portare in scena due versioni è un’importante scommessa. L’opera è materiale vivo poichè viene fatto da persone e cosa si interpreta è vivo; a Bologna è andata in scena l’edizione tradizionale con una prassi esecutiva obsoleta ed il rapporto tra invasi ed invasori ha in sè il lato drammatico della vicenda. Questa è una tragedia perfetta perchè sono presenti l’amore, il tradimento e la morte; facciamo drammaturgia musicale con una particolare attenzione alle fonti e l’effetto delle parole legate alla musica è importante.
Avremo due interpreti diverse tra loro che renderanno diverse le due versioni anche per il materiale umano; Norma ha su di sè un grande peso poichè è madre ed amante ma non può esserlo pubblicamente e nasconde la sua femminilità per avere il potere ricordando che lei desidera essere sè stessa ma è anche l’antagonista di sè stessa dividendo l’uomo con Adalgisa che però non ha il peso di essere un capo politico. Per me il libretto è un capolavoro e amo Bellini anche se non ho mai cantato Norma; lui ha sempre voluto il massimo dagli interpreti che vengono lasciati soli sul palco avendo poco supporto dall’orchestra. Le pause di Bellini sono difficili visto che bisogna riempirle di emozioni e questa sarà una Norma insolita visto che non ci sarà l’allestimento neo-classico; sono contenta di tornare qui e spero che l’opera possa riempire il teatro. Mi piace vedere molti giovani e vorrei che tutti potessero apprezzare questa mise-en-scène non convenzionale ma rispettosa”.
“In un anno e mezzo abbiamo dato a Bellini due contributi importanti ed avremo un altro titolo nella primavera 2024; l’opera lirica è un bene che deve essere valorizzato e vogliamo portare il nostro contributo al teatro musicale italiano”, conclude il Sovrintendente Orazi.