Al mercato “slot machine” i Banchieri vincono i Popoli perdono
In Italia, mezzo secolo fa, il Barone di una Università prestigiosa era una Super Autorità, tanto rispettato e potente, che per invitarlo in qualche congresso, si doveva predisporre una passerella di tappeti rossi dalla limousine alla porta del bagno se mai avesse avuto bisogno.
Idem per i politici di lungo corso che in banca entravano da padroni e dalla porta dei padroni. Un ingresso con maniglie in oro, col direttore in funzione di portinaio, e inchinato in segno di rispettoso saluto: posto che la nomina dei direttori di banca una volta dipendeva solo dai superpotenti della politica. Dagli Andreotti fermamente convinti che “il potere logora chi non c’è la”.
Ma ora, dopo mezzo secolo di cultura e politica “fraudolenta”, professori, professionisti e politici hanno accesso in banca dalla porta per gli addetti alle pulizie, previa perquisizione, e sempre che si siano recati là col cappello in mano per elemosinare.
Chi ha capito come quando e perché i banchieri, senza fatica, sono riusciti ad alleggerire il POTERE, prima ai Baroni dell’università e delle professioni e poi ai Machiavelli di lungo corso, avrà capito anche come sottrarre 8 miliardi di umani all’appetito famelico della Finanza e delle Multinazionali, che per naturale istinto di conservazione sono saltate sul carro dei banchieri giustamente nati per vincere.
Perché, se ogni cittadino avesse un portafoglio gonfio e inesauribile di denaro e non avesse più bisogno di lavorare, (alla faccia del reddito di cittadinanza) non rifiuterebbe il lavoro scarsamente retribuito; ma correrebbe a cercarsi il più ricco lavoro del mondo per assassinarlo a mani nude.
Un tale di cui mi sfugge il nome diceva:
“Far dipendere la vita dal possesso di beni materiali rende gli umani rapaci. Garantirla sempre e comunque rende indolenti.” Allora cerchiamo con moderazione e gradualità questa benedetta terza via prima che sia tardi.
Franco Luceri da il rebus della cultura