Addio all’impresa edile De Francesco Manfredi

LOANO/ La storia
Quasi un secolo di onorato servizio
Addio all’impresa edile De Francesco Manfredi

LOANO/ La storia
Quasi un secolo di onorato servizio
Addio all’impresa edile De Francesco Manfredi
Giobatta De Francesco

Loano –   Ha compiuto 90 anni di onorato servizio. Ha conquistato con dignità e passione l’albo d’onore delle imprese edili della Provincia di Savona. C’è la pagina di un volume, andato a ruba, edito in mille copie dall’Unione Industriali, dal significativo titolo “Cento anni di lavoro”. Gli ultimi eredi, rispettando lo stile di vita e la tradizione famigliare, hanno mantenuto il basso profilo per l’addio finale all’attività.

 La chiusura della ditta “Edilizia De Francesco Giobatta & C. Sas”, con sede a Loano prima in via Cavour 7, poi via Boragine 4.

Un commiato all’insegna della nostalgia, ma anche l’orgoglio di aver ammainato la bandiera per anni simbolo di un’impresa capace di creare decine e decine di posti di lavoro, con operai semplici e specializzati andati in pensione dopo una vita di collaborazione, reciproco rispetto e soddisfazioni.

Le ultime tappe raccontano che alla fine del millennio scorso si è ritirato dall’attività il socio Manfredi; l’impresa ha proseguito con Giobatta De Francesco (una figura popolare a Loano, per i molteplici impegni nel volontariato, ad iniziare dal Cai di cui è stato presidente), i figli Laura e Marco, geometra. Tra i lavori più significativi dell’ultimo periodo, la completa ristrutturazione del presidio riabilitativo La Presentazione di Loano, di via Carducci; durato 7 anni, senza interrompere di una solo giorno  l’attività ospedaliera. E ancora, la costruzione  di capannoni in via degli Ortolani, e varie ristrutturazioni. Infine, prima della chiusura dei battenti e la cancellazione dal registro delle imprese alla Camera di Commercio, alcune ristrutturazioni e manutenzioni straordinarie per privati ed enti religiosi, con il passaggio del ‘testimone’ al geometra Marco.

E, sullo sfondo, l’impegno, la consulenza profusa da uno dei professionisti più affermati, autorevoli, in città e nel comprensorio, l’architetto Angelo De Francesco, vero e proprio stacanovista del lavoro.

Alle loro spalle la storia esemplare, ammirevole, iniziata dalle umili origine, che raggiunge la meta dello splendore, senza capitoli da dimenticare o degni della sordina.

Semmai un racconto in punta di penna. L’impresa De Francesco Manfredi fondata l’11 luglio 1922 dallo stesso De Francesco Manfredi; non andavano di moda anagrammi o nomi di fantasia. Non ci si nascondeva dietro sinonimi o sigle. Il ‘patriarca’ era della classe 1887. Tra il 1906 ed il 1915, esordio con un piccolo commercio per la vendita di materiali da costruzione. Nel periodo della guerra (1915-’18) fu richiamato alle armi nella Guardia di Finanza, lasciando alla moglie Caterina Aicardi la conduzione del negozio.

Tornato a Loano,  iniziò ad ampliare l’attività, con l’aggiunta di un  laboratorio, dedicandosi alla realizzazione a mano  di piastrelle da pavimento (restano i cimeli  delle vecchie forme in ottone). E ancora, altra iniziativa, l’apertura di due magazzini, uno in via Garibaldi 27, l’altro all’angolo di via Telescia, dove teneva anche legname per falegnameria.

Manfredi De Francesco

 L’attività edilizia in proprio comincia, per De Francesco Manfredi, nel 1922 e si sviluppa con la costruzione di un nuovo laboratorio  in piazza Mazzini, dove con l’aiuto dei figli e dei nipoti Giovanni Puca e Angelo Bosio, il pioniere (De Francesco Manfredi) produceva elementi di graniglia e lapidi di marmo incise per la realizzazione  di tombe (da camposanto).

 Si passa alla costruzione di ville e nel 1933, dopo alcune esperienze di cooperazione con altri titolari di imprese artigiane edili, costruisce la villetta in via Lungomare Madonna del Loreto 3, dove presero dimora i figli Vincenzo (il popolarissimo Cencin) e il più schivo Giuseppe. Si passa ad edificare il primo piccolo condominio in via Trento e Trieste, ora via Aurelia; segue una villa sotto Monte Carmelo.

Nel 1939, iscritta all’albo nazionale dei costruttori, l’impresa De Francesco si aggiudica la costruzione del Macello consortile per 200 mila lire, cifra favolosa a quei tempi, con l’obbligo di versare una cauzione di 18 mila lire.

Nel secondo periodo bellico, l’occasione di costruire lo stabilimento “Pisonis Fabbrica di marmellata”, in località dei Gazzi, dove ora sorge il complesso denominato “Villini Nuovi”.  Un appalto da 200 milioni di lire e due anni di lavori, con fornitori da fiore all’occhiello: la ditta Bargero di Casale (cemento) e la Morandi di Albenga.

Il dopo guerra segna un altro intervento impegnativo. Il ripristino del Capo d’Anzio, via Aurelia, tra Borghetto e Ceriale. Oltre alla sottostante galleria, fatta parzialmente ‘saltare’, come il soprastante passaggio dell’Aurelia, dai tedeschi. Un particolare curioso. Il lavoro venne affidato sulla ‘parola’; in galleria tre turni di lavoro di 8 ore ciascuno. Da qui la benemerenza acquisita dai dirigenti dell’epoca dell’Anas e delle Ferrovie dello Stato.

E’ seguito un periodo di crisi, stagnazione. Cosi De Francesco Manfredi cerca lavoro fuori dai confini e si aggiudica l’appalto per la costruzione  della stazione merci di Imperia-Oneglia (1946). Lo spostamento degli operai avveniva in treno sino a quando non furono sistemati presso il cantiere, con dormitorio e mensa gestiti direttamente. Il lavoro, riporta il volume storico – curato per l’Unione Industriali dal prof. Mario Lorenzo Paggi, personaggio noto nel levante savonese, per essere stato anche presidente dell’Azienda di soggiorno di Noli -, ultimato nel termine stabilito, fu saldato solo nel novembre del 1952. La sorte volle che alle ore 19 di quel giorno si spense il capostipite titolare Manfredi.

L’attività  è continuata con la denominazione  Fratelli De Francesco fu Manfredi, con sede in via Damiano Chiesa. I tre fratelli Domenico (Menego), Vincenzo (Cencin) e Giuseppe (Pippo), coadiuvati  per la parte amministrativa,dal 1948 al 1963, dalla figlia di Cencin, Rinuccia De Francesco, hanno avviato altri importanti lavori aprendo cantieri, costruendo palazzi, ville e alberghi (il più importante ed impegnativo, inaugurato nel 1968, il Grand Hotel Garden Lido, 97 camere, il primo complesso a 5 stelle della provincia di Savona, ora a 4 stelle e stessa proprietà), sia a Loano, sia nei comuni vicini.

Nel 1972, i tre fratelli Domenico, Vincenzo e Giuseppe Manfredi che fino allora erano stati coadiuvati dai rispettivi figli (Luigino, Battistino e Manfredino), si ritirano, insieme a Luigino.  L’impresa resta in vita con i cugini Manfredi e Giobatta.

Il mondo, prendendo a prestito un detto comune, è però drammaticamente cambiato. Nell’edilizia la rivoluzione ha segnato una svolta a 360 gradi. Fino a qualche anno prima la concorrenza si faceva assumendo personale, cosiddetto extracomunitario (basso costo). Poi impetuosa, l’irruzione e la propagazione di imprese artigiane condotte direttamente da meridionali, ma soprattutto albanesi, romeni.

E la competizione per le aziende tradizionali, basate su manodopera affiatata, fidata e retribuita nel rispetto dei contratti di lavoro e dell’etica imprenditoriale, è andata scemando. Impossibile competere, stare sul mercato. Combattere.

Scomparse dalla scena savonese tutte le vecchie e gloriose imprese di famiglia (chi facendo fortuna e chi meno), altre hanno resistito, ma di fatto con una presenza limitata di dipendenti e il sub appalto costituisce gran parte del fatturato.

Loano, al terzo secolo dopo Cristo, ha raggiunto sviluppo, urbanizzazione poco oculata e previdente, ampi strati di malessere e disuguaglianze crescenti, ma potrà andare fiera dei suoi “figli migliori”.

Con il loro lavoro e senza mai occupare la stanza dei bottoni (e dei profitti) di Palazzo Doria, hanno fatto onore a Loano.

Un grazie postumo, magari con qualche amarezza, è dovuto ai De Francesco Manfredi, benemeriti e laboriosi concittadini. Un buon esempio che è ai nostri giorni è difficile immaginare alla stregua di un seme, capace di germogliare, produrre il bene comune, virtù e rettitudine pubbliche, civica onestà.

R.T.       

11 marzo 2012      

L’ALBUM/

 LA SEQUENZA DI FOTO STORICHE INEDITE DELLE FAMIGLIE DE FRANCESCO MANFREDI, ED ALCUNE OPERE REALIZZATE   

    

 

Loano storica: da sin. Domenico (Menegu), Caterina Aicardi (morta nel 1952), la sorella Nina, Giuseppe (Pippo), De Francesco Manfredi, Vincenzo (cencin) 

 

Loano, il capostipite Manfredi De Francesco

Loano, foto della numerosa famiglia dei De Francesco Manfredi

 

La copertina del libro Cento anni di lavoro dell’Unione Industriali

 

Premiazione con Giobatta De Francesco ( a sin), il presidente all’epoca della Provincia, Alessandro Garassini, il sindaco di Savona Ruggeri e il presidente Giancarlo Mori (Regione)

Giobatta De Francesco premiato dall’allora ministro Claudio Scajola

 

Loano, ultima realizzazione dell’impresa De Francesco, Ca’ Cencin agli Orsolani 

 Loano, nell’insediamento artigianale Ca’ Cencin, esposta la vecchia “pressa” per realizzare piastrelle  a mano

La targa riconoscimento ricevuto dalla Camera di Commercio di Savona

Dall’album dei ricordi personaggi e costruzioni nel corso degli anni di attività dell’impresa De Francesco

Un’impresa edile impegnata nelle costruzioni civili e nel restauro di chiese

 

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