ADDIO A RENATA MINUTO

Renata Minuto

Ho appreso solo ora la notizia della morte dell’artista savonese Renata Minuto, deceduta all’ospedale S. Paolo, la sera di lunedì 3 ottobre 2022. Un’altra importante figura del “Cenacolo degli artisti” che hanno fatto di Savona e di Albisola un punto di riferimento dell’arte contemporanea non solo italiana. Penso ad artisti come Agenore Fabbri, Wifredo Lam, Asger Jorn, Antonio Agostani, Carlos Carlé, Ansgar Elde, Antonio Sabatelli, Carlo Giusto e ai più giovani Pier Paolo Parini, Giorgio Bonelli, Giannici, Daniel Bec che hanno vissuto e operato tra Savona e Albisola, ormai tutti scesi nel regno di Persefone…Renata Minuto nasce a Savona nel 1934; frequenta giovanissima l’ambiente artistico albisolese che, in quegli anni era veramente un crocevia di pittori, scultori, critici d’arte che, provenienti da diverse parti d’Italia e anche dall’estero, si ritrovavano, soprattutto d’estate, al bar Testa  e al ristorante Pescetto. Esordisce come pittrice figurativa, nel 1957, in una collettiva da “Checchin”. Nel 1963 allestisce una personale presso la Galleria “Il Cavallino” di Carlo Cardazzo, a Venezia.

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Negli anni Sessanta si trasferisce a Roma per motivi di studio. Esaurita l’esperienza romana, torna a Savona, dove apre un atelier in via de’ Mari 8/1. Le sue prime prove nel campo della ceramica le compie a metà degli anni Settanta, frequentando il laboratorio di ceramica albisolese “Fabbrica Casa Museo G. Mazzotti 1903”, dove realizzerà poi tutte le sue opere di quel genere. Nel 1992 espone alla Fortezza del Priamar alcune sue ceramiche nel contesto delle celebrazioni della scoperta dell’America. Nel 1995 avviene l’evento indubbiamente più memorabile della sua carriera artistica. Un grande pannello dedicato alla Madonna della Misericordia intitolato: “Apparizione della Vergine al Beato Botta”, che recherà in dono a Giovanni Paolo II e che è conservato nei Giardini Vaticani. Lo stile di Renata Minuto, come s’è detto, è figurativo, i toni sono per lo più delicati come nei disegni a pastelli. Nelle sue ceramiche prevalgono il bianco e il blu secondo la tradizione savonese, ma con qualche felice variazione: si considerino, ad esempio, le opere conservate al Museo della Ceramica di Denice nel Monferrato, come i tondi con “Cavalli di San Marco”, ceramica smaltata (1970): “Secchi”,(1977) terracotta ad ingobbio; “Libro aperto”(2003), ceramica semirefrattaria; Stemma dei Della Rovere” (2007) ceramica smaltate e vetro (2007). Chi l’ha conosciuta sa che era veramente un libro aperto; nel bene e nel male diceva a ciascuno quel che pensava, così di se stessa come dei suoi interlocutori, e difficilmente si sbagliava nei suoi giudizi. Altri suoi bassorilievi  si possono ammirare a cielo aperto sotto il Palazzo delle Azzerie al Santuario e nel Giardino delle Confraternite, in centro città, nei pressi del Mercato Civico. Come si può constatare anche Renata Minuto, come Renata Cuneo, ha lasciato più di un segno nella sua e nostra città. Felice viaggio, cara Renata.

Fulvio Sguerso

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