A VADO LIGURE E’ INIZIATA UN’IMPERDIBILE MOSTRA SUL PITTORE RAFFAELE COLLINA, UNO DEI PIU’ GRANDI ARTISTI ATTIVI IN LIGURIA NEL NOVECENTO.

A Vado ligure, all’interno della Villa Groppallo sull’Aurelia, è in svolgimento (gratis) dal 5 novembre, il mercoledì dalle 9,00 alle 12,00 e ogni giovedì, venerdì, sabato e domenica alle ore 15,00-18,00, un’interessantissima e imperdibile mostra, in programma fino al 31 dicembre, su Raffaele Collina (1899 – 1968), uno dei più grandi artisti attivi nel savonese nell’intero novecento, soprattutto brillante pittore figurativo ma anche ceramista e perfino poeta, oltre che convinto divulgatore dell’arte locale, rinomato in passato tra i suoi contemporanei a livello nazionale e autore di dipinti molto ben valutati sia dalla critica sia dal mercato, ma purtroppo oggi assai meno ricordato di quanto meriterebbe nonostante le indubbie qualità.
Collina è un autore assolutamente da riscoprire e questa bella, ricca e significativa rassegna a lui dedicata, piena di opere notevoli ed esemplificative della sua carriera, a partire dal quella scelta per la locandina, è senza dubbio l’ideale per cominciare a farlo. 

 Locandina

Raffaele Collina nacque a Faenza in Emilia Romagna nel 1899, crebbe a Ravenna e compì i propri studi in una scuola tecnica di Bologna, ma nel 1916, quando aveva dunque appena diciassette anni, suo padre, falegname, trovò lavoro in una fabbrica di Vado Ligure, località allora in pieno sviluppo industriale, e vi si trasferì con la moglie e i quattro figli.

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Poco dopo il giovane Raffaele fu arruolato per combattere nella prima guerra mondiale, al cui termine scelse Bologna per dedicarsi ai primi studi prettamente artistici. Nel 1921 tornò a Vado Ligure, che non lasciò più se non per causa di forza maggiore e che da allora divenne la sua terra d’adozione. In quello stesso anno si iscrisse inoltre all’Accademia Ligustica di Genova, di cui nel 1949 sarebbe divenuto Accademico di merito.
Se dunque il “romagnolo di Vado” è da considerare un ligure a tutti gli effetti, in cambio della sua presenza con la propria opera ha dato ampio lustro alla terra che lo accolse. Seppe, infatti, guadagnarsi un così grande apprezzamento da ricevere l’invito a partecipare per ben cinque volte alla prestigiosa Biennale di Venezia e quattro alla Quadriennale di Roma, oltre che a numerose altre mostre sia collettive sia personali, ricevendo inoltre numerosi premi.
Partito con i suoi primi timidi dipinti dalla pittura dell’ottocento italiano e memore della lezione sia dell’impressionismo che dell’espressionismo, appena giunto a Vado, Collina conobbe Arturo Martini, lì residente e scultore già affermato, di cui divenne grande amico venendone influenzato artisticamente al punto da spingerlo, in seguito, a giudicare questo rapporto più importante dei suoi stessi studi ufficiali.
Altre sue influenze del periodo furono il pittore novarese Felice Casorati e Felice Carena, artista quest’ultimo presente insieme a lui alla Biennale del 1926. In quegli anni si avvicinò inoltre ai movimenti Novecento e del cosiddetto Realismo magico. Sempre più sicuro della propria tecnica, col tempo sviluppò appieno un proprio stile personale caratterizzante, che portò la sua opera verso la raffigurazione veristica con accentuati toni cromatici.
Interamente legato alla pittura figurativa, come d’altronde i tanti altri suoi colleghi dei dintorni, a partire dagli amici Peluzzi e De Salvo, l’artista si dedicò molto sia alla paesaggistica dell’entroterra savonese sia alla vedutistica cittadina, con particolare attenzione in quest’ultimo caso alle attività portuali, fulcro all’epoca dell’economia vadese e savonese.

“Baracche al porto”

Malgrado il suo prevalente interesse per i paesaggi, dipinti senz’altro con maestria, a detta della critica odierna il meglio di sé lo diede tuttavia nella ritrattistica, dalle figure di lavoratori alle figure femminili in interni, tema, quest’ultimo, su cui realizzò numerosissimi quadri. 

 “Ragazze alla finestra”

Come scrissero in proposito Carla Bracco e Maria Pia Torcello:
“Nel paesaggio trasferisce un lirismo incantato e una forte emotività, che dalle costruzioni rigide e dai toni cupi delle prime realizzazioni approdano via via a toni più caldi e luminosi, con pennellate compatte e fluide”, mentre “nella riproduzione del corpo umano rivela una grande capacità nel disegno, attento alla definizione plastica dei volumi, spesso immobili in una atmosfera sospesa, ed ai rapporti dinamici dei soggetti in movimento. Frequente è la rappresentazione di gente comune ripresa in atteggiamento di vita quotidiana”.
Grande appassionato e praticante di sport, con trascorsi da centometrista e da arbitro di calcio oltre che acceso tifoso del Vado Calcio, vincitore nel 1922 della prima coppa Italia, club di cui fu anche dirigente (morì tra l’altro a Campo Ligure nell’ottobre del 1968 proprio mentre seguiva sugli spalti una partita della formazione rossoblu), di lui si ricordano anche numerosi dipinti a tema sportivo, tra cui uno, “Atleti al traguardo”, premiato dal C.O.N.I. alla seconda Mostra Nazionale Fascista a Napoli nel 1937.
Un esempio dei suoi efficaci dipinti sportivi potete vederlo nel bel quadro tardo, presente alla mostra e riprodotto qui sotto, intitolato “Tempo libero”, in cui il tema a lui caro dello sprint nell’atletica leggera è peraltro richiamato solo come immagine televisiva all’interno di un’altra rappresentazione scenica.

“Tempo libero”

Autore assai eclettico nella scelta delle tematiche, Collina dipinse inoltre nature morte e perfino quadri a carattere tradizionalmente religioso, raffiguranti ad esempio la Passione di Cristo.
Richiamato alle armi nel 1940, durante la seconda guerra mondiale fu catturato in Africa dagli inglesi, dei quali rimase prigioniero in India per alcuni anni. Oramai del tutto svincolato dalla pittura del novecento nel proprio rinnovato linguaggio espressivo, il risultato artistico di questo forzato esilio è un’interessante serie di vedute, paesaggi e ritratti indiani dal gusto esotico, luminosi e vivacemente colorati, materici e sensoriali, che, pare, talvolta regalasse ai suoi secondini magari per ottenere in cambio un trattamento migliore.
Molto apprezzato e stimato all’epoca dalla cittadinanza locale, Raffale Collina tra il 1935 e il 1936 fu chiamato, insieme a Eso Peluzzi e a Mario Gambetta, ad affrescare alcune sale del Comune di Savona, per le cui pareti realizzò una serie di sei opere dedicate alla città e tutt’ora conservate, che potrete ammirare all’interno della mostra su uno schermo appositamente predisposto allo scopo.

Uno degli affreschi, particolare

Ma da artista eclettico qual’era, Collina non si limitò alla pittura, perché seppe dedicarsi con buoni esiti anche alle decorazioni grafiche, alla ceramica (e alla poesia), partecipando inoltre ad alcune mostre specialistiche. In proposito vale in particolare la pena di ricordare le sue affascinanti illustrazioni fantascientifiche realizzate nel 1930 per un romanzo in tema scritto dall’ormai dimenticato Giuseppe Lo Duca.
Raffaele Collina è stato, insomma, un vero grande e completo artista che, vale la pena di ribadirlo, merita di essere riscoperto, magari già con una visita alla mostra. Non perdetevela, cari amanti dell’arte, vedrete che ne varrà ampiamente la pena. Resa possibile grazie alla preziosa collaborazione di prestatori privati, essa costituisce, infatti, un’importante occasione per conoscere opere di qualità, solitamente non fruibili dal grande pubblico.
L’esposizione è stata suddivisa in quattro sezioni principali. La prima è quella della formazione e della maturazione dell’artista tra le due guerre, la seconda è quella relativa al periodo della prigionia in India, la terza è quella che va dal dopoguerra alla sua morte e la quarta è quella, meno nota al pubblico e forse minore ma non per questo priva di interesse, che riguarda la sua opera ceramica.

Vaso “Calciatori”

Segnaliamo inoltre che in contemporanea alla mostra vadese alcuni dipinti di Collina, appartenenti alle collezioni comunali, saranno esposti nella pinacoteca civica di Savona, dove solitamente sono conservati nei depositi a causa della cronica mancanza di spazio di cui soffrono questo e tanti altri musei d’Italia, la nazione che da sola detiene all’incirca i tre quarti dell’intero patrimonio artistico mondiale.
Le decine di splendidi dipinti presenti a Villa Groppallo permetteranno a chi ama l’arte ma ancora non conosce né Collina nei gli altri validi autori savonesi suoi coevi di scoprire che pittori di grande caratura artistica ha avuto la nostra provincia e a chi invece già lo conosceva di scoprirlo autore ancora più valido di quanto presumeva.

Testo e foto di Massimo Bianco

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