LETTURA DI UN’IMMAGINE: Genio funebre della tomba Rossi Muratori. Marmo (1879) di Carlo Monari

 Genio funebre della tomba Rossi Muratori. Marmo (1879) di Carlo Monari
Certosa di Bologna

Lo scultore bolognese Carlo Monari (Bologna,1831 – Bologna, 1918) che aveva già all’attivo molte opere realizzate per la Certosa (il cimitero) di Bologna, viene scelto anche per eseguire il monumento funebre a  Saverio Muratori, ubicato in una cappelletta della Galleria degli Angeli, acquistata dalla vedova Teresa Rossi nel 1879. Il Muratori era stato un protagonista dei moti risorgimentali nell’Italia centrale; fu tra coloro che marciarono su Roma (nihil sub sole novum) nel 1831. Con il fratello Pasquale fu tra i cospiratori che misero in atto il moto di Savigno nel bolognese dell’estate del 1843. Fallito questo e altri moti insurrezionali, decise di espatriare.

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Tornò a Bologna solo quando il capoluogo emiliano entrò a far parte del Regno d’Italia. Lo scultore colloca sotto il busto-ritratto  del dedicatario una statua in piedi che raffigura un genio-angelo giovinetto seminudo  dalla folta e lunga capigliatura, che sta a guardia del sepolcro, come tante altre sculture funerarie. Ma, se lo si osserva bene da vicino, notiamo che si cura poco dei simboli religiosi pur presenti sul suo corpo: la piccola croce è voltata verso l’interno, il rosario pende negletto  sul panneggio del succinto mantello aperto  che, più che nascondere, fa risaltare le ben tornite membra del genio giovinetto, che ci fa pensare più a una divinità pagana che a un angelo cristiano. Però notiamo anche che il suo sguardo è volto tristemente verso il basso e le braccia  aperte esprimono un senso di resa di fronte al destino: è un genio malinconico e perdente che allarga rassegnato le braccia di fronte alla morte. Dal punto di vista stilistico, quest’opera è una riuscita contaminazione tra classicismo e verismo che la rende veramente unica nel suo genere

Fulvio Sguerso

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