A Cutro, in gita scolastica

 Non avrei voluto tornare sul tema immigrazione, ma la farsa del Consiglio dei Ministri a Cutro mi ha spinto a revocare il mio proposito. Farò i miei commenti sulla falsariga del resoconto, virgolettato, di un organo di stampa non sospetto di posizioni estremiste: il Sole-24 Ore. [VEDI]

In effetti, Guardia Costiera (prevista per tutelare le coste da intrusioni estranee), Guardia di Finanza (contro il contrabbando) e Marina Militare (per presidiare il mare da navigli ostili) stanno ormai da anni svolgendo il precipuo compito di trarre in salvo naufraghi volontari o presunti tali, per oltre l’80% non aventi titoli per entrare in Italia: a far cosa?

“Il provvedimento, dal titolo “Disposizioni urgenti in materia di flussi di ingresso legale dei lavoratori stranieri e di prevenzione e contrasto all’immigrazione irregolare”, allargherà le maglie per i numeri dell’accoglienza degli stranieri e imprimerà un giro di vite per le sanzioni comminate agli scafisti.

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Dal provvedimento è stata invece eliminata la norma che mirava ad aumentare la sorveglianza marittima, dando un ruolo maggiore alla Marina militare.”
Dunque, la Meloni ha deciso di incrementare il volume dei flussi concordati, sorvolando sul flusso giornaliero, oltre che di immigrati senza alcuna qualifica atta a farli considerare utili alla nazione, trasbordati su navi ONG, con mare mosso o calmo, ma fatti comunque passare per “naufraghi”, anche di decine di barche e barchini, spesso fai-da-te, e quindi senza scafisti a bordo. E se scafisti ci saranno, a bordo di barconi svuotati a pochi km dalle coste africane, non saliranno certo sul vascello salvatore per farsi processare in Italia. Prevedo che d’ora innanzi affideranno la carretta ad un migrante con poche rudimentali istruzioni per il funzionamento e la rotta, guardandosi bene dal salirci. Quindi, provvedimento spaventapasseri.
Circa il provvedimento accantonato, di maggior sorveglianza affidata alla Marina Militare, direi che è stato meglio così, visto che il nostro naviglio non serve tanto da deterrente, ma anzi da facilitatore-attrattore delle partenze, collaborando di fatto con la flotta delle ONG.
“L’obiettivo del governo è “colpire non solamente quei trafficanti che troviamo su quelle barche ma anche quelli che ci sono dietro. Questo cambia completamente l’approccio del governo italiano rispetto a quanto abbiamo visto negli ultimi anni. Andremo a cercare gli scafisti lungo tutto il globo terracqueo, perché vogliamo rompere questa tratta”, ha aggiunto la Meloni.

[Visto da sinistra: la Repubblica]
Eh, artisti e prelati accarezzano la loro creatività, plastica e verbale. Ma alle loro vite non avrebbero dovuto pensarci i rispettivi genitori, invece di limitarsi a scopare senza riguardi, come fanno per natura gli animali, per poi rifilarci, appunto “all’infinito”, i prodotti dei loro amplessi?

Frase incongruente e contraddittoria: prima la Meloni propone di non fermarsi agli scafisti, “ma anche a quelli che ci sono dietro”, cioè i trafficanti. Poi però afferma di “cercare gli scafisti lungo tutto il globo terracqueo”. Chiunque lei voglia perseguire, mi sembra un proposito davvero roboante: non riusciamo ad acciuffare i trafficanti a due passi da casa (e persino a casa, con l’arresto di certi mafiosi che ha richiesto decenni), e la Meloni vuole riuscirci sguinzagliando reparti speciali in giro per il mondo, chissà, in Afghanistan o in Colombia? I miei commenti si estendono anche a quanto afferma il ministro della Giustizia, Nordio, che elenca appunto gli inasprimenti per gli scafisti, di cui sopra. Certi inasprimenti di sanzioni mi ricordano quelli relativi al Codice della Strada: multe stellari, che servono solo a far cassa e a rovinare i malcapitati, ma non diminuiscono le infrazioni.
Queste le parole di Piantedosi, sotto i colpi di PD e sinistre, oltre naturalmente alle ONG, con esposti in Procure varie; tanto, hanno i miliardari alle spalle e possono permettersi spese legali a gogò:
”Noi contiamo di velocizzare le permanenze. Le persone trattenute nei centri di permanenza temporanea potrebbero uscire in pochissimi giorni se collaborassero per l’identificazione, perché sono luoghi dove la persona è trattenuta in attesa che si completino le procedure di identificazione. Sono luoghi sicuramente non gradevoli, ma se ne può uscire in pochi giorni se la persona collabora”.

[Visto da destra: Gazzetta tricolore] Si tratta di un business delittuoso, dall’inizio alla fine. Ma sinistre e ONG vedono solo “disumanità”, peraltro immaginaria, solo da parte del governo, che si arrabatta tra proteste, accuse, insulti, vie legali, con tanto di CdM sul luogo del “delitto”, a Cutro, quasi con senso di colpa, per partorire, alla fine, il proverbiale topolino

Pur godendo Piantedosi di tutta la mia solidarietà, per l’ingrato compito che svolge, infamato come un criminale, vorrei prendere spunto da queste sue dichiarazioni per chiedergli come ministro degli Interni: “E una volta usciti e lasciati a piede libero, girovaganti per la penisola, che ne è di costoro?” La risposta nel mio precedente articolo di domenica scorsa.Marco Giacinto Pellifroni   12 marzo 2023

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2 thoughts on “A Cutro, in gita scolastica”

  1. Lei con questo articolo e quello della settimana scorsa ha centrato il vero problema, ma credo che i nostri governati non risponderanno mai alla sua domanda finale. Eppure per rendersene conto ai nostri politici basterebbe vedere i servizi di striscia la notizia sullo spaccio di droga nei parchi e piazze di molte città.
    Ormai gli immigrati clandestini vagano nelle città finiscono nelle mani della malavita e nello spaccio di droga o, per bene che vada, fanno i barboni. Pochi sono quelli che si inseriscono. Accoglierli e poi abbandonarli è la cosa che più indigna. L’accoglienza degli immigrati senza controlli sarà la rovina del nostro paese, se già non lo siamo

  2. Grazie Anita, la sua è una risposta esemplare di come la pensa la stragrande maggioranza degli italiani sul fenomeno migratorio. Sono pochi, ma rumorosi, quelli che tifano per i porti aperti e lo sbarco incondizionato, chiudendo gli occhi su ciò che succede dopo. L’Italia passa per la nazione dei fessi, mentre le altre se ne guardano bene dall’imitarci.

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