Il vero lascito di Bergoglio

Repetita iuvant recita un logoro motto latino e sarebbe opportuno che tutti gli uomini di buona volontà seguendo l’esempio di  Catone, che in senato  esordiva ripetendo puntualmente il monito Carthago delenda est, non si stancassero di ricordare in ogni occasione  che la seconda guerra mondiale è stata per l’Italia e per l’Europa anche l’ultima, senza se e senza ma. E per fortuna ci viene in aiuto la Costituzione, che per i compagni a giorni alterni è un testo sacro e carta straccia ma finché è in vigore resta comunque il riferimento normativo fondamentale: l’Italia ripudia la guerra, punto. Che non vuol dire rinuncia alle forze armate: allo stesso modo che pur consapevoli della loro sostanziale inutilità ci teniamo al decoro del nostro abbigliamento o della nostra abitazione e ci circondiamo di oggetti superflui per soddisfare il nostro gusto estetico  manteniamo pure un esercito, una marina e un’aviazione  proporzionati al rango internazionale del Paese ma guai all’imbecille che auspica un riarmo in vista di un loro impiego sul campo o straparla di entrare in un conflitto a bassa o alta intensità o addirittura nucleare.  Di fronte a un imbecille del genere  ben venga  la retorica di un Pertini che inaugurando il suo mandato si impegnava  a svuotare gli arsenali e riempire i granai.

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L’Italia è già stata dilaniata da due guerre in cui si è cacciata senza motivo, senza che nessuno la minacciasse e senza prospettive concrete di trarne vantaggio in caso di vittoria. In un caso tradendo clamorosamente i propri alleati, nell’altro abbandonando il ruolo di mediatore che le aveva garantito prestigio e sicurezza.  Ventilare l’ipotesi di una terza non è solo criminale: è anche stupido. Tutto può accadere, anche che un meteorite ci caschi addosso e ci polverizzi  tutti  ma che la Russia possa costituire una minaccia per la nostra integrità territoriale, la nostra libertà, la nostra democrazia (?!) è assolutamente impossibile.  Sul filo del paradosso e con un pizzico di paranoia si potrebbe semmai diffidare del cugino francese o delle ambizioni del Quarto Reich ma della Russia perbacco no. E allora che senso ha smaniare per la difesa? L’unica risposta che mi sento di dare rimanda alla volontà di far crescere Fincantieri e Leonardo per arricchire i loro azionisti e accontentare l’amico americano: cosa ci faremo con i proiettili stipati nelle casse, i missili  occultati in magazzini sotterranei e gli hangar pieni di F16  rimane un mistero.  Dov’è il pericolo che ci dobbiamo preparare a fronteggiare?

Non sono così ingenuo da immaginare uno scenario di pace e di sicurezza nel quale le forze armate sono solo un inutile orpello e non ha più senso parlare di difesa della Patria. Al contrario. C’è un pericolo concreto che incombe sul nostro Paese e sull’Europa tutta ed è lo stesso che nel passato ha fatto crollare civiltà millenarie  È il dislivello culturale ed economico che crea una pressione sui confini che i nostri governi non sono capaci di difendere.  Un’invasione subdola, uno stillicidio continuo fatto passare per immigrazione, facilitato dallo pseudo valore dell’accoglienza e da una varietà di interessi disposti lungo un continuum che va dal crimine all’errore di calcolo (le pensioni, la denatalità, la carenza di mano d’opera).

Quando quella pressione finirà per rompere ogni argine esploderà la miscela di rancore, frustrazione, fanatismo religioso e l’invasore esterno si unirà con quello già installato in casa nostra sarà una catastrofe per tutti noi (dico noi in nome di una continuità che va oltre i destini individuali). Dovrebbe essere di monito quello che è successo con la macabra primavera araba che ha avvelenato l’Islam, dovrebbero impensierirci i quotidiani eccidi interni al mondo arabo, in Africa e in Asia rivolti non solo e non tanto contro i cristiani ma finalizzati a imporre  la follia della jihad, dovremmo smettere di  sottovalutare o passare sotto silenzio il terrorismo e la violenza che abbiamo importato.

l’Occidente per far fuori  Assad  ha messo la Siria nelle mani dei terroristi senza rendersi conto che è da quella parte che incombe la vera minaccia per la nostra civiltà, il cui cammino – che è altra cosa rispetto al progresso invocato dal capitale e dalla tecnocrazia  già una volta è stato interrotto e deviato, quando al dislivello economico e culturale si aggiunse il furore ideologico del cristianesimo. Ora che siamo finalmente in grado di recuperare e fare rivivere i valori autentici dell’humanitas e che quel furore non solo è ormai spento ma si è risolto nel suo contrario dando vita all’unica voce sensata, all’unica espressione di razionalità che condanna senza riserve la corsa al riarmo e i nemici della pace..  Ora quella voce si è spenta ma ci sono buoni motivi per credere che continuerà a echeggiare e a turbare i sogni dei criminali che vivono sulla produzione e sul commercio di armi e sui minus habentes che hanno scambiato le guerre per un video gioco.

Pierfranco Lisorini

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