Violenze inaccettabili su civili innocenti
Nel Comunicato Stampa del 30 marzo 2025 in occasione della fine del Ramadan ( Eid Al Fitr ), il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella scrive:
E’ doloroso constatare che anche quest’anno il raccoglimento proprio del mese di Ramadan sia stato turbato da violenze inaccettabili e da perduranti tensioni, soprattutto in Medio Oriente.
Ai sentimenti di solidarietà nei confronti dei civili innocenti che subiscono i drammatici effetti delle crisi in atto, aggiungo l’auspicio che venga raccolto il messaggio di pace e fratellanza espresso dalle religioni.
Sebbene il linguaggio usato resti molto sorvegliato così come è tradizione e regola per la massima carica dello Stato, in questo documento risaltano due passaggi i quali, pur trattando in generale di tensioni violente in Medio Oriente, è facile capire che si riferiscono nello specifico alla Palestina.
Che l’attenzione del Presidente sia rivolta soprattutto ad essa ( con l’allargamento al corollario libanese ) lo si deduce da quel “anche quest’anno”.
Infatti se è vero che l’altra situazione bellica mediorientale della Siria dalla Primavera Araba in poi non si è mai del tutto stabilizzata, è altrettanto vero che l’acme della lotta tra le milizie antigovernative e il Presidente siriano Bashar al-Assad è alle spalle.
Solo per la sortita fallimentare dei lealisti nei giorni fra il 4 e il 10 marzo ’25, sconfitti una seconda volta dopo la travolgente avanzata dello jihadista Al-Jolani negli undici giorni a cavallo tra novembre e dicembre ’24, si può parlare di reciproche “violenze inaccettabili”.
Ma a parte quei sei giorni, il Presidente Mattarella non poteva che riferirsi alla Palestina; riferimento marcato anche dall’altro passaggio in cui il tempo verbale non è più al passato (“…il raccoglimento proprio del mese di Ramadan sia stato turbato…” ) ma al presente ( “Ai sentimenti di solidarietà nei confronti dei civili innocenti che subiscono…” ), evidentemente spinto dall’indignazione per la ripresa dei bombardamenti israeliani su Gaza e per le azioni scatenate dai coloni ebrei e dall’IDF in Cisgiordania dopo che Israele il 17 marzo scorso ha ripreso le ostilità infrangendo il Cessate il Fuoco.
Le conseguenze sono state, prendendo come data di riferimento sabato 5 aprile ’25, più di 1200 persone uccise e più di 3000 ferite ( dati forniti dal Ministero della Salute di Gaza ).
Ebbene, non che per chi è morto mentre combatteva si possa parlare di violenza accettabile, e tuttavia gli episodi del periodo di Ramadan a cui Mattarella pensa e che in modo ancora più deciso richiamano l’aggettivo “inaccettabile”, sono quelli, purtroppo frequentissimi, in cui vengono colpiti “civili innocenti”, e, tra essi, soprattutto e a maggior ragione proprio coloro che cercano di soccorrere chi a sua volta è stato colpito, come è accaduto in un copione già troppe volte replicato il 23 marzo ma, questa volta, documentato da un video.
Al riguardo la versione israeliana è stata che l’IDF ha sparato perché i mezzi del soccorso, ambulanze e un veicolo dei pompieri, si erano avvicinati troppo e non si erano resi riconoscibili.
La versione dei palestinesi invece riferiva di un’azione deliberata.
E che sia quest’ultima quella fedele ai fatti si è palesato dopo alcuni giorni, cioè quando il “New York Times” ha reso pubblico un filmato recuperato dal cellulare di uno dei 15 paramedici uccisi della Mezzaluna Rossa, delle Nazioni Unite e delle forze di difesa civile, in cui si sente e si vede che i soldati israeliani sparano sui veicoli dei soccorritori, sebbene questi avessero azionato le luci di emergenza, indossassero uniformi catarifrangenti, e il logo della Mezzaluna Rossa fosse ben visibile.
I capi di Tsahal responsabili per la zona in cui è avvenuto il fatto, a questo punto non hanno più potuto negare. Hanno però sostenuto che le raffiche nel “complesso incidente” sono partite da lontano, impostando una originale proporzione inversa tra distanza e colpa ( maggiore è la distanza da chi è bersagliato, minore è la colpa di averlo ammazzato) e aggiungendo come attenuante l’umana pietà dimostrata dall’IDF di seppellire ( altri sostengono nascondere, visto che sono stati completamente demoliti e poi seppelliti sotto la sabbia pure i veicoli della Mezzaluna Rossa ) i corpi per evitare che fossero mangiati dagli animali selvatici. Il che dimostrerebbe, di nuovo per una logica alquanto originale, la buona fede dei militari.
Senonché cercare attenuanti nella distanza, significa implicitamente contraddire quanto sostenuto in precedenza, ovvero che si era aperto il fuoco perché il piccolo drappello di mezzi di soccorso era sospetto e…troppo vicino!
In sostanza il Presidente Mattarella sembra proprio non abbia potuto trattenersi dall’esternare la sua riprovazione, con tutti i limiti che gli impone il suo ruolo istituzionale, per quello che gli è sembrato inderogabile e che sarebbe còmpito degli organi di stampa portare a conoscenza della gente in modo onesto, esauriente e documentato.
Un còmpito che alcuni tra i più letti quotidiani nazionali spessissimo non assolvono. Perché làtitano o riportano notizie addomesticate, o fuorvianti o francamente faziose.
Basta leggerli con un po’ di attenzione e si troverebbero centinaia di conferme.
Dopodiché è difficile che non sorga spontanea almeno una domanda:
“Quanto è determinato dal timore e quanto dalla convenienza il taglio ( in tutti i sensi ) che da certi giornalisti e da certi giornali viene dato nel raccontare il genocidio in atto del popolo palestinese?”