LETTURA DI UN’IMMAGINE: La finestra aperta Olio su tela (1921) Di Pierre Bonnard

La finestra aperta Olio su tela (1921) di Pierre Bonnard
Collezione Philips – Washington

Pierre Bonnard (Fontanay aux Roses, 1867 – Le Cannet, 1947) fece parte del gruppo di pittori esordienti, fondato a Parigi dal pittore Paul Sérusier a cui il poeta Henri Cazalis diede il nome di “Nabis”, che in ebraico significa “profeti”. Il gruppo si raccolse intorno a Sérusier, che  aveva conosciuto Paul Gauguin in Bretagna e ne fu fortemente impressionato. I Nabis, sulle tracce di Gauguin, ma anche del simbolismo di Puvis de Chavanne, di Odilon Redon e di Gustave Moreau si opposero alla concezione pittorica naturalistica degli Impressionisti: il teorico del gruppo, il pittore Maurice Denis diede, per così dire, le coordinate definendo un quadro una superficie piana coperta di colori disposti in un certo ordine ( ponendo così anche le premesse per la futura arte astratta). I Nabis, anche sul modello delle stampe giapponesi allora in voga, prediligono la bidimensionalità, le campiture di colori puri e la libertà compositiva, come possiamo ammirare nel dipinto realizzato da Sérusier sul coperchio di una scatola di sigari, conosciuto con il nome di “Talismano”. Bonnard, con “La finestra aperta” compone un’opera che rispecchia alla lettera la definizione di Maurice Denis: protagonisti del quadro sono i colori, le figure sono ridotte al minimo; in una camera dalla prospettiva inesistente intravediamo il volto di una ragazza dormiente su di un lettino vicino alla cornice destra, una macchia nera in forma di gattino (o viceversa) vicino al letto, un vaso celestino con fiori e una specie di lampada da tavolo che spunta sulla sinistra. Al centro sta la  finestra aperta che ci invita a guardare fuori da quella camera quasi vuota piena di una luce diffusa. Ma il tripudio dei colori è fuori, dove vediamo le varie sfumature degli alberi che occupano quasi tutto il vano della finestra; non tanto però da nasconderci i tocchi di rosa delle nuvole e l’azzurro del cielo che fa da sfondo agli alberi. L’interno sembra quasi un pretesto per mettere in risalto e in piena luce l’esterno di quella camera appena abbozzata. Dall’insieme spira comunque un senso di pace e di serenità, chè un aspetto costante delle opere di Pierre Bonnard.

Fulvio Sguerso

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