2 pesi 2 misure [Il Flessibile]
Parto dal presupposto che ogni cosa ha il suo opposto.
È una considerazione data dall’esperienza, dalla natura delle cose.
La filosofia ci insegna che esiste un profondo legame tra due elementi, quella che viene definita relazione dialettica.
A volte fatico però a comprendere come le connessioni tra due elementi non siano tenute in conto.
La scuola sta per subire un nuovo scossone a seguito del disegno di legge del ministro Valditara, passato al Senato e in attesa di essere approvato alla Camera.
Il voto di condotta assume un peso più rilevante.
Ciò – con tutte le sfumature su cui non mi soffermo – in linea di massima assume contorni punitivi piuttosto che educativi.
Si è faticato a lungo per estirpare l’idea che la scuola sia un luogo di pena e di castigo, si è lottato a lungo per fare in modo che l’insegnante giunga preparato al rapporto dialogico con gli studenti, si è lavorato a lungo per costruire una scuola sicura ed accogliente.
Ora ci troviamo a dover affrontare un’inversione di tendenza epocale.
Nonostante le notizie ampiamente divulgate da giornali e notiziari vari, appare chiaro che né il mondo della scuola né l’opinione del cittadino qualunque siano stati scalfiti dallo scenario del futuro prossimo.
A stigmatizzare ulteriormente il cambio di prospettiva riguarda ciò che accadrà agli studenti che si macchieranno di aggressioni e violenze a docenti e dirigenti scolastici.
I codici civile e penale contengono già norme chiare sulle sanzioni al riguardo: un insegnante è un rappresentante dello Stato.
Mi soffermo.
Se un insegnante rappresenta – come è tenuto a fare – lo Stato allora a sua volta lo Stato deve scegliere con maggior cura i suoi rappresentanti nella Scuola e soprattutto deve essere pronto a comminare pene e sospensioni a coloro che non sanno insegnare, a coloro che praticano violenze psicologiche agli studenti, a coloro che platealmente si sottraggono agli obblighi professionali, a coloro che predicano la correttezza e praticano l’irresponsabilità.
Non è paragonabile il ruolo di uno studente a quello di un insegnante, questo è sicuro.
Usare però due pesi e due misure su due categorie affiancate racchiude un’idea precisa di discriminazione e dunque crea un innesco pericoloso.
Potrà accadere che lentamente e in silenzio le vicende imboccheranno questa china fino a quando più avanti, fra parecchi anni e forse alcuni decenni, qualcuno dovrà fare marcia indietro e costerà fatica, molta fatica.
Se è vero – come è vero – che ogni cosa ha il suo opposto, è anche vero che far convivere due pesi e due misure a volte è un delitto.
Di Stato.
Dario B. Caruso da Corriere AL