2 agosto: Overshoot Day

Questa giornata non è minimamente equiparabile alle tante “Giornata del…” di cui abbiamo riempito il nostro calendario, in concorrenza col numero dei santi. Si tratta infatti del giorno in cui l’umanità ha superato, per l’anno in corso, la capacità della Terra di rigenerare ciò che abbiamo consumato.
Overshoot in inglese significa eccesso, superamento; ma in questo contesto ha una valenza storica in più. Il verbo shoot significa infatti sparare; e nella fattispecie sparare equivale a cacciare. Se si caccia troppo (over), i cacciatori finiscono col depauperare la fonte stessa della loro sopravvivenza. 

Il grafico rende l’idea del progressivo arretramento dell’overshoot day globale a partire dallo sganciamento del dollaro dall’oro e la successiva prima (fasulla) crisi petrolifera. Se però guardiamo l’Italia, essa si posiziona ben peggio: al 15 maggio u. s.

Quest’anno il giorno di questo superamento del limite fisiologico del pianeta vivente, l’Earth Overshoot Day cadrà il 2 agosto. Questo a livello globale. Se però ci limitiamo all’Italia ed estendessimo il nostro sistema di vita al globo intero, la data arretrerebbe, e di molto: sarebbe caduta il 15 maggio scorso. In altri termini, gli italiani consumano il 167% più di quanto sarebbe ecologicamente lecito; e, anziché di un pianeta, ne necessiterebbero di almeno 3.
Quanto sinora detto dovrebbe essere più che sufficiente a descrivere una situazione in via di progressivo deterioramento: nei nostri calcoli economici abbiamo sempre considerato i vari fattori come fossero sostanze inerti, dimenticando il fatto che la vita necessita di tempi rigidi per il suo sviluppo e la trasformazione in frutto. Noi invece non abbiamo fatto che premere sull’acceleratore, sia come tempi che come quantità, equiparando i campi in altrettante fabbriche industriali di sostanze morte.
Nel mio periodo “agreste” degli anni ’70, avevo allestito anche una stalletta, con una pecora; e quando questa partorì due agnelli, si rifiutò di allattare uno dei due, ritenendo che il latte fosse sufficiente solo per uno. Lo avrebbe spietatamente lasciato morire di fame, se io (comportandomi come membro della razza umana, quindi contro natura) non l’avessi salvato, cedendolo ad altri. E ancora, ho sul balcone una pianta di melograno, che a primavera inoltrata produce una colorata nuvola di fiori. Gradualmente, la pianta ne lascia cadere tanti affinché, alla fine, ne rimanga una quantità congrua con le sue capacità di sostentamento fino a piena maturazione.
Due piccoli esempi, tratti dall’esperienza personale, per mostrare come la natura non sia troppo delicata, e tenga in vita quel tanto che abbia la garanzia di sopravvivere.
L’umanità sta seguendo questi criteri? Ovviamente, ne è diametralmente all’opposto, puntando demenzialmente al solo accrescimento di merci e di uomini che le consumino, per incrementare i fatturati, ergo il Pil. Anche se con vistose differenze tra nazioni.

In questa baraonda di numeri, è interessante rilevare che il Pil pro capite nell’ultimo trentennio è aumentato vistosamente in Paesi come Cina, India, Corea del Sud e Turchia, che partivano da condizioni di notevole arretratezza, calando altrettanto vistosamente in tutte le economie mature, nelle quali gli over 65 sono in procinto di superare i lavoratori attivi

La parte più affluente della popolazione mondiale ha continuato a “coccolarsi”, sino al punto di produrre beni del tutto superflui, proprio per mantenere alto il mito della crescita, allungando, per inverso, la vita media dei suoi cittadini e astenendosi dal fare figli, visti non più come risorse ma come pesi che ostacolano il proseguimento di una vita di agi e vacanze, insomma il prolungamento senza fine di una incensata (o piuttosto insensata) gioventù. O, più prosaicamente, perché non abbiamo le risorse per allevarli sino all’indipendenza economica: una situazione sempre più diffusa, se ad es. pensiamo che in 20 anni il prezzo di un’automobile è raddoppiato, mentre i redditi sono saliti di solo il 20% (quando va bene). A furia di non far figli, per l’uno o l’altro motivo, e per non dover modificate l’attuale standard di vita, andiamo a raccattare finti naufraghi in mare per sopperire alla decrescita demografica. Naufraghi che altro non sono che esuberi di altri Paesi nei quali abbiamo introdotto quelle forzature innaturali di cui ai miei due esempi caserecci. D’altronde, dovevamo estendere i mercati ad altre popolazioni, come già accennato, per combattere la nostra sovrapproduzione. E così, eccole moltiplicarsi, quelle popolazioni, per poi invaderci, col chiaro intento di sostituirci, in quanto vecchi e decadenti, come non mancano di motteggiarci quando sbarcano da una nave ONG o della Guardia Costiera: cavalli di Troia, che puntano la prua verso l’Italia, pronta ad affamare i suoi cittadini pur di accoglierli.

I migranti culturalmente e fisicamente più lontani da noi, i subsahariani, non hanno alcuna intenzione di integrarsi. Anzi, vogliono schiacciarci numericamente, sopraffacendo anche altri migranti, come i nordafricani. E noi li trattiamo coi guanti, li andiamo a “salvare”, secondo la “legge del mare”, fingendo di non capire che è tutta una farsa, che ci degrada al livello di idioti, anziché affrontarli come nemici in guerra, a suon di pallottole. Per legittima difesa [VEDI]. Per non parlare dei guadagni stellari dei nuovi negrieri, che saranno oltremodo stupiti della nostra dabbenaggine e auto-lesionismo.

Circa la volontà delle élite di prendere atto dei cambiamenti climatici, che ormai soltanto dissennati negazionisti insistono nel non voler vedere, il leggendario investitore Warren Buffett, il novantatreenne multimiliardario che “non ha mai sbagliato un colpo” nella sua lunga carriera, dopo un 2022 di ulteriori, enormi guadagni nel campo energetico, sta approfittando degli attuali prezzi appetibili di petrolio e gas per farne nuovamente incetta, prevedendo un massiccio ricorso agli stessi, nonostante tutte le parole spese a favore delle energie rinnovabili. La sua società, la Berkshire Hathaway Energy, in 5 anni ha raddoppiato gli utili, portandoli nel 2022 a $ 3,9 miliardi, proprio puntando sull’inesauribile sete di energia, a dispetto dei vigorosi segnali di allarme da parte del clima.
Quanto sopra dà un’idea di come la finanza, che è proprio la motrice dei mutamenti economici, politici e sociali del nuovo millennio, sia un guidatore avido e cieco, incapace di fermarsi anche se all’orizzonte si profila sempre più netto il precipizio. Diciamo che è una forma di droga da cui sono dipendenti coloro ai quali si inchinano i politici, che gli hanno stoltamente ceduto lo scettro. Dove ci sta portando una simile accoppiata di personaggi, pervasi solo dalla sete di denaro, o perlomeno di stipendi sproporzionati all’impegno?
E, parlando di denaro, perché nei conti societari non compare mai il segno meno dei “danni collaterali” inferti alla natura? Tutta questa ricchezza, di cui i bilanci aziendali e i Pil nazionali rispecchiano l’entità, finirebbe in rosso se si contabilizzasse anche il contributo preso gratis dall’ambiente.
Quanto alla distribuzione di questa ricchezza, è ormai ben noto che si sta accumulando nei già pingui forzieri della crème de la crème, a discapito, oltre che della natura, della massa crescente degli esclusi dal grande banchetto.

Lazzaro e il ricco Epulone. Una fedele sintesi dell’umanità odierna.

Nessuno sa come usciremo da questa impavida marcia verso l’abisso. Di certo, non sarà un’uscita pianificata: non ce n’è né la volontà né la capacità.

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L’uscita sarà affidata a qualche evento, paragonabile alla proverbiale piuma che spezza la schiena del cammello, canonizzato nel numero di Reynolds, che governa il repentino passaggio dall’ordine al caos, nello specifico il repentino passaggio dal moto laminare a quello turbolento nel flusso di un liquido in un condotto (ad es. in un semplice rubinetto).
Nonostante i progressi tecnologici realizzati in virtù della meccanica quantistica, indeterministica, continuiamo in altri ambiti a comportarci come se fosse sempre la concatenazione deterministica causa-effetto a regolare i processi. Pensiamo, per fare un esempio, alla catena di eventi, non determinabili a priori, che hanno portato dapprima alla guerra Russia-Ucraina e indi a tutte le successive misure e mosse marginali che ne sono discese, dal rapido cambio dei flussi energetici tra Oriente e Occidente al formidabile impulso alla creazione di una moneta alternativa al dollaro nel sistema dei pagamenti internazionali.
Quanto alla demografia, suggerisco la lettura di un lucido esame di Leopoldo Gasbarro su WSI [VEDI] dall’eloquente titolo: “Il dividendo demografico cambia padrone”. Cito liberamente: “Pochi si rendono conto della portata dei numeri della demografia e di quanto siano devastanti per le vite future.” Come a dire che ci siamo preparati l’inferno con le nostre stesse mani. “Un numero straordinario di pensionati dipenderà da un numero sempre più ridotto di persone in età lavorativa che possa sostenerli. […] Di conseguenza, gli esperti prevedono che le condizioni di vita che molti paesi più ricchi danno per scontate, come le pensioni, le rigide politiche sull’immigrazione [dovunque, tranne in Italia, NdR], avranno bisogno di revisioni per essere sostenibili.” Lo sviluppo, visto sino a pochi decenni fa come sola conquista, ha portato con sé l’allungamento della vita ossia della vecchiaia, creando l’equivalenza sviluppo ≈ vecchiaia ≈ decrescita Pil (in prospettiva, rispetto alle nazioni prolifiche e giovani). “Quando i tassi di natalità diminuiscono, i paesi possono raccogliere un “dividendo demografico”.” Un dividendo che, come il canto del cigno, segna anche l’inizio della curva discendente, a favore di popoli giovani e numerosi, non paragonabili ai “barbari”, che riconobbero la superiorità culturale latina e si “integrarono”. L’onda nera, al contrario, arriva permeata del senso di superiorità conferitale dalla religione islamica, nostra secolare nemica. Qualche rilettura delle compiante Ida Magli e Oriana Fallaci, potrebbe aiutare a meglio capire in quale china stiamo sprofondando.

Warren Buffett (93) e Charlie Munger (99), suo socio di una vita in quella macchina da soldi che è la Berkshire Hathaway Energy. Non sono mai andati in pensione: il denaro è un carburante formidabile. E fa pure bene alla salute, se coniugato con una vita sobria. Inutile aggiungere che anche loro, come Bill Gates, George Soros e tanti altri stramiliardari, sono tutti “filantropi”. Sensi di colpa per l’eccesso di ricchezza?

Nel frattempo, tutto continua come prima e anche peggio, con la “svolta green” che sta assorbendo, per la sua messa in opera, quantità abnormi di combustibili fossili. Che Warren Buffet, da vecchia volpe, sta sfruttando per incassare altri miliardi. Lui 92enne, il suo braccio destro di sempre, Charlie Munger, 99enne. Non è detto che la vecchiaia porti sempre saggezza e sobrietà.

Marco Giacinto Pellifroni  settembre 2023

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