Sua Santità

Un invito alla lettura del libro di Gianluigi Nuzzi.
DALLE SEGRETE STANZE

 

Un invito alla lettura del libro di Gianluigi Nuzzi.
DALLE SEGRETE STANZE

 Dunque non si tratta pià di “voci” più o meno amiche o nemiche, di sussurri o soffiate o confidenze di maggiordomi fatte filtrare a detrimento di questo o quel vescovo, di questo o quel cardinale, di questo o quel direttore responsabile di un giornale cattolico, di questa o quella “corrente” o “cordata” interna alla gerarchia vaticana; questa volta è proprio il caso di dire che carta (segreta) canta, anzi, carte segrete cantano…Che cosa?

 Quali inconfessabili segreti destinati a rimanere sepolti negli archivi polverosi dei sacri palazzi sono ora divenuti di dominio pubblico? Chi volesse saperlo non ha che da leggere il nuovo libro-inchiesta di Gianluigi Nuzzi appena uscito da Chiarelettere Sua Santità. Le carte segrete di Benedetto XVI: “Quelle che state per leggere sono le carte segrete di Benedetto XVI. Centinaia di documenti che svelano la quotidiana precarietà della Chiesa, tra verità inabissate, emergenze risolte, difficoltà permanenti e segreti gelosamente custoditi. Segreti rimasti tali fino a quando il nostro uomo [la persona “fidata” che ha – o aveva – libero accesso alla corrispondenza  segreta del Papa], scorgendo per un attimo il profilo di Ratzinger tra le luci e le ombre di una sera di gennaio, si è definitivamente convinto che far conoscere i documenti, al di là delle conseguenze personali, fosse l’unica scelta possibile”.

Qual è stata, dunque, la motivazione di una scelta tanto onerosa e anche pericolosa? Lo spiega l’informatore stesso – nome in codice “Maria” – all’autore. “In alcuni momenti della vita o si è uomini o non lo si è. La differenza? Viene solo dal coraggio: di dire  e fare la cosa che sai e ritieni giusta. Il mio coraggio è di far conoscere le vicende più tormentate della Chiesa. Rendere pubblici certi segreti, piccole e grandi storie che non superano il portone di bronzo. Solo così mi sento libero, affrancato dall’insopportabile complicità di chi, pur sapendo, tace”.

Autentica o di comodo che sia questa motivazione (ma perché non dovrebbe essere autentica? A che prezzo “Maria” si sarebbe fatta comprare? Per trenta  o più denari? O lo fa per vendicarsi di qualche torto? Mah!) i documenti riservati provenienti dall’ufficio del Papa sono indubbiamente autentici, prova ne sia il duro comunicato diffuso sabato 19 maggio dalla Segreteria di Stato: “La Santa Sede continuerà ad approfondire  i diversi risvolti di questi atti di violazione della privacy e della dignità del Santo Padre – come persona e come suprema autorità della Chiesa e dello Stato della Città del Vaticano – e compirà i passi opportuni, affinché gli autori del furto, della ricettazione e della divulgazione di notizie segrete, nonché dell’uso anche commerciale di documenti privati, illegittimamente appresi e detenuti, rispondano dei loro atti davanti alla giustizia”.

Strano: il Papa viene definito, in questa nota, “suprema autorità della Chiesa”, dovrò rivedere le nozioni apprese da piccolo a catechismo, perché ero convinto finora che la suprema autorità della Chiesa fosse Gesù Cristo; e poi,  gli autori del furto, della ricettazione e della  divulgazione delle notizie che dovevano rimanere segrete, a quale giustizia dovranno rispondere?

Trattandosi non solo di reati ma anche di peccati come il tradimento, l’inganno e la frode nei confronti dei superiori e la violazione del diritto-dovere personale alla riservatezza e alla segretezza della corrispondenza privata del Santo Padre, si potrebbe anche pensare alla Giustizia divina; ma in questo comunicato, più che a quella divina ci si riferisce alla giustizia dei tribunali ecclesiatici e a quella  dei tribunali della Repubblica italiana, perché è vero che il “corvo”, o i corvi,  sono soggetti alla giurisdizione vaticana, ma i documenti segreti sono stati pubblicati e divulgati in Italia, tanto che, così si conclude il comunicato: “Se necessario, la Santa Sede chiederà la collaborazione internazionale”.

Da notare che, forse per pudore, o forse proprio per mancanza di fede, il comunicato del Vaticano si dimentica di chiedere aiuto al Signore! Certo è che l’affaire “carte segrete del Santo Padre trafugate e divulgate a mezzo stampa” rappresenta un salto di qualità rispetto alla fuga di documenti riservati avvenuta nei mesi scorsi a proposito del caso di monsignor Carlo MariaViganò (rimosso dal suo incarico dopo che aveva scoperto gravi irregolarità nella gestione degli acquisti e degli appalti della Santa Sede) e quindi non potrà essere archiviato tanto facilmente: “Qualcosa succederà, per forza, non si può continuare a far passare ladri e ricettatori come difensori della libertà o idealisti che vogliono purificare la Chiesa”, ammoniscono dalla sala stampa vaticana…Già, ma perché la divulgazione di questi segreti preoccupa tanto la Segreteria di Stato e tanto addolora lo stesso Benedetto XVI? Che cosa rivelano di tanto grave quelle  carte non più segrete?  E poi, perché tutti questi segreti? La Sede di Pietro non

dovrebbe essere come una casa di vetro? Che cosa c’è da nascondere? Evidentemente molte cose, basta scorrere l’indice del volume: le lettere segrete di Dino Boffo, corruzione nei sacri palazzi; la gioiosa macchina delle offerte; la sacre ingerenza sull’Italia; 007 vaticani, missione in Italia, Tarcisio Bertone: l’ambizione del potere; Cl, Legionari e lefebvriani; Vatileaks, terrorismo e omicidi…Ce n’è abbastanza per far tremare davvero, questa volta, i sacri palazzi. Dall’inchiesta di Gianluigi Nuzzi emerge, infatti, una Santa Sede che assomiglia  più a un nido di vipere che all’ovile del Buon Pastore: intrighi di Curia, “note riservate” su Giorgio Napolitano per l’incontro riservato con il Papa; la denuncia dell’ex direttore Boffo della manovra di Gian Maria Vian, direttore dell’Osservatore Romano e longa manus del Segretario di Stato Tarcisio Bertone, che lo costrinse alle dimissioni; i consigli del Segretario di Stato al Papa su come trattare il caso della povera Emanuela Orlandi; le coperture vaticane del fondatore dei Legionari di Cristo; gli screzi con la cancelliera Angela Merkel sui negazionisti; le informative riservate di Ettore Gotti Tedeschi, ora dimissionato, al Papa sull’ospedale San Raffaele; le trattative sotterranee con Berlusconi sull’Ici; i report difensivi del medesimo sul caso Ruby; il fallimento delle diocesi statunitensi a causa dei risarcimenti per i preti pedofili; i messaggi criptati dalle nunziature su omicidi a sfondo sessuale di sacerdoti; le direttive di Tarcisio Bertone  riguardo ai rapporti con i terroristi baschi dell’Eta…Questioni in confronto alle quali le unzioni strumentali  dell’untuoso Bruno Vespa per propiziarsi con offerta di 10.000 euro un incontro con Benedetto XVI fanno solo ridere…Ma c’è ben poco da ridere, e  il Santo Padre ha più di un motivo per sentirsi  addolorato e colpito.

 

 

 

FULVIO SGUERSO

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