Santi

Santi, vittime e carnefici.          

Santi, vittime e carnefici.          
Chi sono i Santi? Così il quesito può apparire o retorico o provocatorio. Meglio chiedersi: sono a volte contradditori i requisiti di santità? Per il Fedele la mia posizione del problema potrebbe apparire irriverente, eppure anch’io (Fisico e non Storico) non ho dubbi che Frate Francesco abbia tutti gli attributi di essere un Santo elevato anche all’onore di essere patrono di uno stato.

Un uomo che coscientemente e tout court scelse l’autentica parola di Cristo messa in pratica e senza eccezione alcuna. Semmai il dubbio può sorgermi nelle motivazioni che spinsero quel pio Papa che risponde al nome di Innocenzo III ad abbracciare entusiasticamente il voto di povertà di Frate Francesco, mentre per contro faceva massacrare gli Albigesi nel Sud della Francia che come Frate Francesco volevano egualmente vivere secondo la parola di Cristo. Ma forse la differenza è di una banalità sconvolgente: gli Albigesi pur protestando di vivere l’autentica parola di Cristo e di metterla in pratica, non si sentivano legati all’obbedienza a Innocenzo III e ad una Chiesa che trovavano sfacciatamente ricca. Frate Francesco non si poneva il problema di appartenere ad una Chiesa contraddittoria con l’insegnamento di Cristo, chiedeva solo tolleranza (il nulla osta?) nel vivere in povertà e in amore con i suoi simili e la Natura. L’Italia può vantare così un Patrono con i migliori requisiti di santità. E la Francia? Ohibò, una santa messa al rogo dopo avere risollevato le sorti della Francia nella guerra dei cento anni e compiuto massacri usuali per i tempi dopo avere avuto delle visioni, può lasciare un po’ perplesso chi ha conservato un po’ di senso critico, eppure dal 1920 Giovanna d’Arco è agli onori degli altari e Patrona di Francia. Ma allora che dire di Roberto Bellarmino, sì quello che non volle mettere l’occhio nell’oculare del cannocchiale (e fin qui, pazienza …) come pure pazienza per avere iniziato la persecuzione di Galileo Galilei, ma meno pazienza quando la sua firma compare nella sentenza di morte di Giordano Bruno, messo al rogo per essersi “ostinato” nelle sue idee. Ma come? un Inquisitore può diventare “santo”? Evidentemente sì risponderebbe Monsieur de Lapalisse che mi ricorda che tra i santi c’è anche San Pedro d’Arbues che fu inquisitore nella regione di Saragozza e che fu assassinato da una congiura di “Marranos”. Thomas de Torquemada ebbe “fiuto” nello sfruttare l’uccisione di questo suo prezioso “collaboratore” chiedendone la beatificazione come “martire”. Infatti San Pedro d’Arbues fu canonizzato ma un po’ tardi, solo nel 1867 ad opera di Pio IX. Che abbia rischiato la santità anche Thomas de Torquemada? Non dimentichiamo, infine, che possiamo rivolgere qualche preghiera anche allo stesso Pio IX, canonizzato recentemente, con un occhio di riguardo agli impiccati e alle teste mozzate (a torto o a ragione) sotto il suo papato.

Salvatore Ganci

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