LETTURA DI UN’IMMAGINE: La spigolatrice di Sapri

La spigolatrice di Sapri
Scultura in bronzo (2021) Di Emanuele Stifano
Sapri – Lungomare

Questa statua in bronzo a grandezza naturale dedicata al personaggio della  giovane contadina  che si innamora a prima vista di Carlo Pisacane quando sbarca vicino a Sapri con i suoi trecento patrioti ( eran giovani e forti e sono morti) creato da Luigi Mercantini, è subito diventato un oggetto quanto mai divisivo: pietra dello scandali per gli uni, audace opera d’arte per gli altri. Come mai? Basta darle un’occhiata per capire perché: non si tratta solo delle belle forme che la lunga veste non nasconde, anzi accentua soprattutto sul lato B della giovane donna, le critiche riguardano anche l’incongruenza dell’opera con il suo titolo; infatti quella statua tutto può rappresentare meno che un’umile spigolatrice (raccoglitrice delle spighe rimaste nei campi dopo la mietitura) meridionale di metà Ottocento. Va bene che nell’intenzione dell’artista, come spiega egli stesso “Non doveva essere un’istantanea fedele di una contadina dell’800, volevo bensì rappresentare un’idea di donna, evocarne la fierezza, il risveglio di una coscienza”. Ma allora sarebbe stato meglio lasciar stare l’eroina immaginata da Mercantini, bastava intitolarla “Giovane donna” o “Soubrette” e si sarebbero evitate tante polemiche più o meno pretestuose. Sul piano formale, la statua sembra più un esercizio anatomico da  accademia di belle arti che una creazione originale: il corpo è fasciato in una lunga veste trasparente che, mossa dalla brezza marina, le si incolla alle natiche, le spalle sono scoperte, con la mani destra regge il corpetto che scivola, il braccio sinistro è abbandonate lungo il fianco, la testa è  voltata verso sinistra e lo sguardo ammiccante, tanto da suscitato la reazione dell’imprenditrice ed ex senatrice Manuela Repetti, che ha scritto un indignato articolo su “Huffington Post”  stigmatizzando le fattezze della statua “in abito succinto, trasparente e con un atteggiamento provocante e lascivo, suggerendo di guardarle il bel sedere in mostra, tondo e perfetto, nel caso qualcuno non lo avesse notato”. Malizia a parte, certo è che questa statua non ha niente di eroico o di evocativo di una grande passione, ma indignarsi per la sua nudità non ha senso, come non avrebbe senso rivestire il David di Michelangelo. Lo scandalo, a ben vedere, è il dominio del cliché pubblicitario da rivista patinata, la concezione di un’arte volgare e commerciale di pessimo gusto. I nudi di Modigliani, ad esempio, non sono per niente volgari perché lo stile dell’artista li rende unici e irripetibili, originali  e inconfondibili, mai concepiti secondo un cliché alla moda, mentre l’opera di Stifano è un’opera mancata in quanto stereotipata.

FULVIO SGUERSO

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One thought on “LETTURA DI UN’IMMAGINE: La spigolatrice di Sapri”

  1. Io questa statua la trovo bellissima: davanti sembra la bandiera del femminismo, con quella sua aria sicura di sè, persino un po’ spavalda; dietro sembra un omaggio al voyeurismo maschile, peraltro in forma piuttosto pudica, visto che la nudità si intravvede soltanto.
    Il gioco del vestito sottile aderente al corpo è un capolavoro, sulla scia di altri della classicità e di una donna velata, in marmo, che tu avevi proposto tempo fa, di uno scultore ottocentesco.

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