IL PARTITO DELLE MUTANDE

Esclusivo: un fax da Roma per nuova norma costituzionale 112 bis
           LE DOLOROSE E IL PARTITO DELLE MUTANDE
A lezione da Giuliano Ferrara contro i ‘puritani’ e il ‘puritanesimo dei giudici’.
Con la vegliarda schiera di frequentatori di Villa San Martino

Esclusivo: un fax da Roma per nuova norma costituzionale 112 bis
           LE DOLOROSE E IL PARTITO DELLE MUTANDE
A lezione da Giuliano Ferrara contro i ‘puritani’ e il ‘puritanesimo dei giudici’.
Con la vegliarda schiera di frequentatori di Villa San Martino
 

E’ ora di finirla con tutte queste accuse sessuofobiche nei confronti del nostro Presidente del Consiglio. Che egli si accompagni a minorenni è stato già enunciato a suo tempo dalla ex moglie Veronica, evidentemente gelosa. Che egli abbia conosciuto, prima di ospitarla ad Arcore, la minore età della famosa Ruby, è una paradossale bufala dei giudici comunisti (A proposito: un nostro amico avvocato ci ha detto “possibile che in 50 anni di professione non abbia mai incontrato un, dico uno, giudice comunista! Li incontra tutti Lui”). Basta guardarla Ruby, cosa ha di minore ? è tutto maggiore.

Che egli abbia temuto l’incidente internazionale essendo convinto che Ruby fosse la nipote di Mubarak, è stato affermato in pieno Parlamento e lo ha sostenuto il ministro Maroni, domenica sera, a “Che tempo che fa” di Fabio Fazio. Sembrava , il Maroni, l’ispettore Clouzot della “Pantera Rosa”: quando l’ispettore capo gli spiega che il mendicante alla porta della banca era “il palo” dei rapinatori che, senza volere, egli ha aiutato a fuggire, afferma: “Non è possibile perché era cieco, come può essere cieco il palo?”

“Come sapevi che era cieco?”

“Me lo ha detto lui!”

“E tu gli hai creduto ?”

“Sì, ciecamente!”

Allo stesso modo i deputati di centro- destra e Maroni hanno creduto a Lui.

Dice: “Perché ha telefonato al questore di affidarla alla sua incaricata Minetti? Una maggiorenne non deve e non può essere affidata.

   Che discorsi ! si è preoccupato che non fosse sola nella notte nera .

Egli non sapeva, egli voleva fare opere buone, egli accoglieva nella sua villa le giovinette per sollevarle dalla loro solitudine, per cercare di tenerle allegre, per soddisfarne i bisogni, per dar loro un nutrimento e una cultura, anche politica, sissignore!

   Dopo la frugale cena, nella quale si prodigava in gioiose esternazioni, faceva transitare il gruppo di ospiti nella tavernetta ove, accompagnato da altri innocui vecchietti, offriva loro un caffè e, perché no, una canzone. Guardandole nel loro splendido candore, si sacrificava a tessere nel suo spirito le memorie d’altri tempi ove alle procaci giovinette, almeno ad una di esse, avrebbe offerto quell’ardore completo ora del tutto interdettogli, sia in ragione dell’età, sia soprattutto in ragione del suo ruolo di supremo garante del bene pubblico e privato.

Ruby Rubacuori

Il ricordo, estenuante, rendeva le serate particolarmente segnate da tale afflato di responsabilità, donde la definizione di esse da parte sua e dei suoi sodali: “Le dolorose”.

    Sì! altro che festini, altro che danze erotiche ed altre simili infamanti accuse dei bacchettoni di tutte le risme, le serate erano penose e colme di sofferta nostalgia, tipo: “O mio caro e buon Gesù non ti posso offender più”.

Dice: “Ma le intercettazioni telefoniche ? le dichiarazioni di questa e quella? Il giro di denari?”

     Ah, vili ! Denari sì, i trenta denari, quelli di Giuda! Parole al vento intercettate contro la decenza, con violazione della privacy, prove radicalmente nulle, sfoghi di alcune ragazze invidiose l’una dell’altra, che non erano “compos sui”- come i giornalisti che gli rivolgono domande indiscrete. Verba volant!”

    Da fonti precarie abbiamo saputo che, intanto, la maggioranza eletta dalla gente e che sola deve esercitare tutti i poteri secondo il dettame berleghista, ha presentato una proposta di legge costituzionale per tutelare Lui e chi, in un lontano domani, come Lui dovrà assumere il carico gravoso del governo democratico. Ecco il testo:

 

Proposta di norma costituzionale- art. 112 bis

“Il pubblico ministero non può esercitare alcuna azione penale nei confronti del Presidente del Consiglio dei ministri, senza l’autorizzazione del Governo.

Il Presidente del Consiglio dei ministri non può essere né fermato, né arrestato, né sottoposto a giudizio penale per tutta la durata del suo mandato, ancorché sussistano gli estremi della flagranza, per qualsiasi delitto, con esclusione dell’omicidio volontario plurimo e della strage dalla quale sia derivata la morte di più persone per i quali può essere perseguito solo se colto in flagranza e in concorso con altri.

Allorquando il mandato di Presidente del Consiglio sia venuto a cessare, l’azione penale nei suoi confronti può essere esercitata ed egli può essere sottoposto a giudizio per i delitti commessi durante l’esercizio del mandato punibili con pena minima edittale superiore ad anni quindici di reclusione”-.

In questi giorni di vergognose manifestazioni femminili contro il Presidente del Consiglio, si è costituito in Milano il gruppo d’azione e di partito delle “Mutande”, capitanato dal celeberrimo Giuliano Ferrara. Costui ha arringato la folla dei fedelissimi al teatro Dal Verme tuonando contro i “Puritani”, mandando in solluchero la platea dei berleghisti abbarbicati alla poltrona del Capo, per paura di perdere troppi danâe se mai egli dovesse cadere.

    Il nostro cervellone ha accusato di puritanesimo i giudici . Non importa che essi perseguano precisi delitti ( che sarebbero i reati puniti con la reclusione): concussione, induzione alla prostituzione minorile, sfruttamento della prostituzione. Secondo la tromba del Ferrara, essi sono ossessionati dal sesso e vogliono ammutandare tutti coloro che invece di sesso vogliono giustamente godere. Magistrati che intendono procedere addirittura con giudizio immediato, stante l’evidenza delle prove acquisite. Vedremo, povere giudicesse milanesi !

   Il partito delle mutande non appare come una novità. Un film degli anni ’50 di Renato Rascel aveva già, a suo tempo, messo a fuoco la questione, donde l’inno: Evviva le mutande, abbasso i pantalon.

  Ma, il merito di Ferrara the big è quello di avere posto in giusta luce il problema relativo alla assoluta serietà e, diremmo, tragicità, della commedia umana che attanaglia la vegliarda schiera dei frequentatori di Villa San Martino: mutande !

  Al gran finale, cotale indumento sarà indossato dai nostri mettendoselo, come certamente loro conviene, per via del contenuto, sulla testa.

 

      BELLAMIGO                                    20 febbraio 2011

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