Correre per sfuggire al tumore

Correre per sfuggire al tumore

Correre per sfuggire al tumore

Una ricerca molto interessante è stata pubblicata più di un anno fa su Jama (Journal of the american medical association) e non ha avuto la diffusione che avrebbe meritato sulla stampa non specialistica, diretta al grande pubblico. Si tratta di un imponente studio del National Cancer Institute che ha seguito per 11 anni un milione e mezzo di persone negli Stati Uniti e in Europa.

Tutti i soggetti partecipanti allo studio si erano impegnati a prendere nota della quantità di movimento atto nel tempo libero a puro scopo ricreativo (camminare, correre, nuotare eccetera). È noto da tempo che l’esercizio fisico limita il rischio di malattie cardiocircolatorie e che riduce la mortalità in generale.

“Centinaia di studi, negli anni scorsi, hanno esaminato il rapporto fra attività fisica e cancro, ma trattandosi spesso di studi su piccoli numeri di partecipanti i risultati non sembravano sicuri anche se appariva già evidente una riduzione del cancro del colon, della mammella e dell’endometrio (mucosa interna dell’utero) nelle persone più attive.


 La sedentarietà è una abitudine sempre più diffusa: riguarda il 51% dei cittadini degli Usa e il 31% nel mondo. Da qui questo studio. Alla fine degli 11 anni di osservazione il milione e mezzo di soggetti risultava diviso in due gruppi: quelli che facevano una attività fi sica adeguata, equivalente a 150 minuti la settimana di movimento moderato (camminare o altro) e i sedentari che obbiettivo. Un più elevato livello di attività fisica fatta a scopo ricreativo si associava a un più basso rischio di sviluppare 13 dei 26 cancri presi in considerazione. I tumori che più sono tenuti a bada dal moto sono: il carcinoma dell’esofago, stomaco, colecisti, intestino tenue e colon, fegato, rene, polmone oltre i già noti cancri della mammella e dell’endometrio.

Solo due tumori risultavo più numerosi fra coloro che si muovevano rispetto ai sedentari: quello della prostata e il melanoma. Per il melanoma la spiegazione è che coloro che passeggiano, corrono o fanno comunque attività sportiva si espongono al sole più dei soggetti sedentari. Una crema protettiva basterebbe a eliminare questo problema…

Il cancro della prostata invece resta, al momento, un enigma. L’interpretazione di questi dati è che il movimento, se fatto per almeno 150 minuti la settimana, ma non tutto concentrato in un solo giorno, diminuisce l’incidenza di quasi tutti i tumori e di alcuni in particolare. Cosa molto interessante il moto riduce l’insorgenza dei tumori in tutti coloro che lo praticano, siano essi magri o grassi, fumatori o no. Naturalmente chi è di peso normale ne è meno colpito cosi come chi non fuma. Senza addentrarci in spiegazioni troppo difficili possiamo dire che l’accumulo di grasso, soprattutto addominale, influisce sulla secrezione di insulina e sulla infiammazione cronica favorendo l’insorgenza di alcuni tumori.

Un’altra cosa accertata è che le oscillazioni del peso, frequenti in coloro che cercano con la dieta di perdere peso e ci riescono, ma poi lo riacquistano per poi riperderlo con una nuova dieta, inducono squilibri ormonali importanti che favoriscono il cancro della mammella anche nelle donne in menopausa. Una attività fisica regolare aiuta ad evitare questi pericolosi sbalzi di peso. Questi effetti positivi dell’attività fisica hanno fatto scrivere il 2 agosto all’Indipendent, un giornale inglese molto letto e molto attento nel divulgare informazioni di medicina, che il movimento è quanto di più simile ad un farmaco miracoloso. Infatti i benefici che il moto arreca all’organismo non sono solo quelli sopra elencati, già importantissimi, ma nuove prove dimostrano che mette di buon umore e contrasta il declino della memoria che si accompagna all’invecchiamento. Un esperimento condotto su persone tra i 60 e gli 88 anni ha dimostrato che coloro che passeggiavano 30 minuti al giorno per 4 giorni la settimana per quattro mesi, riuscivano a migliorare le connessioni nervose nella zona del cervello che presiede al funzionamento della memoria

 Giorgio Menardo 

IL LETIMBRO

  E’ in edicola  il numero di novembre

 Il Letimbro di novembre, uscito nei giorni scorsi, apre con un’inchiesta sulle pubbliche assistenze (le varie “Croci” rosse, verdi, bianche …) del territorio: una preziosa opera di volontariato che però è penalizzata dalla troppo burocrazia e dalla mancanza di nuovi militi specie giovani.

A livello diocesano interviste a don Luis Becerra, a pochi giorni ormai dalla sua ordinazione presbiterale, e a don Adolfo Macchioli, nominato dal vescovo Marino Segretario generale del cammino sinodale, proprio su questo percorso che la Chiesa savonese ha deciso di intraprendere per i prossimi tre anni. 

Nella pagine di città curiosa inchiesta su come i turisti internauti vedono Savona e sul caso dei pini in corso Tardy e Benech. Nelle pagine del territorio, tra gli altri temi, intervista al sindaco di Vado Monica Giuliano e sui progetti (e i sogni) del Comune di Albissola su Villa Faraggiana. 

Il Leggio si apre con l’interessante libro curato dalla Confraternita di san Dalmazio sui Lavagnolesi alla Grande Guerra con testimonianze tratte da Il Letimbro di un secolo fa, ma c’è anche un’importante scoperta artistica che collegherebbe Valleggia a Spigno e la conclusione dei restauri di un antico complesso conventuale. 

Nelle pagine di chiesa tre iniziative del Cif, le feste patronali e i 90 anni di don Giovanni Farris. Il Letimbro si trova in edicola, in molte chiese e alla libreria Paoline o si può ricevere ogni mese in abbonamento.

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