Vittime senza colpevoli.

VITTIME SENZA COLPEVOLI

Vittime senza colpevoli.

Si avvicina a grandi passi il periodo dell’anno che, a mio avviso, è nel contempo il più dolce ed il più amaro. Dolce per chi possiede il cuore leggero di un bambino felice, che festeggia di riflesso il compleanno di un bimbo nato 2013 anni or sono, al freddo ed al buio. Amaro, per tutti coloro che vivono la festa di circostanza, perché trascinati loro malgrado in un clima che avvertono alieno, lontano, freddo come la notte in cui Gesù è nato. Sono tante le persone che compenetrano l’essenza del  Natale vivendo nel rispetto della figura del Cristo, del suo insegnamento fatto di sostanza e non di apparenza. Sono tanti anche coloro che soffrono perché il modello del Natale imperante basato sul pantagruelico pranzo in famiglia, sui regali dovuti e sui sorrisi di circostanza, per loro non vale. La “magica” atmosfera fatta di luci ed ipocrisia può diventare un nemico spietato, col potere di frantumare equilibri precari. Da anni nel periodo del Natale aumentano in modo considerevole i casi di suicidio, non occorre scomodare le scienze socio-sanitarie per comprendere che le festività acutizzano la solitudine di chi non ha famiglia o una sua casa. O di chi non ha speranza. E’ un aspetto fastidioso e destabilizzante, ma che senso può mai avere il festeggiare la nascita di Gesù se poi ci si dimentica che il più piccolo dei nostri simili dovrebbe essere, per chi crede, come il Cristo stesso. Per chi non è credente ma è persona che possiede una struttura morale solida, il concetto non cambia. Per chi non vive prevalentemente di apparenza, Natale dovrebbe esserlo tutti i giorni. Ed il pensiero vola a tutti i piccoli che non sanno nemmeno che esiste il Natale, che verranno comprati, usati e gettati per poche ore a capodanno da rispettabili turisti che il Natale lo avranno festeggiato in case comode e calde. Il turismo sessuale è una realtà scomoda da affrontare sempre, scomodissima sotto le feste. Ma è una realtà concreta, che tanti vivono o conoscono e ipocritamente fanno finta di non vedere. Vivere il Natale, questo Natale, senza chiudere gli occhi e la coscienza potrebbe essere il regalo più grande che simbolicamente potremmo donare a quel  bimbo nato in terra straniera tanto tempo fa. Potrebbe essere il rispetto dovuto alle tante vittime che non avranno mai riconosciuto il colpevole del loro male, almeno in questa vita.

Giovanna Rezzoagli Ganci

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