Varazze – crollo all’hotel

Varazze, crollo, con feriti, di una scala all’hotel Astoria 
Chi è responsabile? Ma non “sparate” sull’albergatore 

Varazze, crollo, con feriti, di una scala all’hotel Astoria 
Chi è responsabile? Ma non “sparate” sull’albergatore 

Gli inquirenti che dovranno valutare eventuali ” responsabilità” dell’incidente hanno un bel problema….Non vorrei essere nei loro panni!

Prima riflessione: Torino ha un alveare di scale del tipo in dotazione all’Hotel Astoria  di Varazze.

Seconda riflessione: Savona, che molti definiscono la Piccola Torino per via  dei sistemi urbanistici che la compongono, a suo tempo si è dotata di tale “disgraziato servizio” al punto che, sulla scia dell’entusiasmo di quei tempi, ha costruito nel nostro teatro Chiabrera, una delle più belle e pregevoli opere marmoree di tutti i tempi! La scala interna del Teatro che conduce ai piani superiori.

La bellezza e l’armonia di queste opere consistono essenzialmente nel riuscire ad ottenere, in un sistema  abbastanza consolidato, una scala che nasce a sbalzo su di un considerevole muro portante, e si ritrova a reggersi su nulla dal lato, su cui insiste la ringhiera.

Questo è quanto: il caso Varazze desta a tutti,  meraviglia, stupore, interesse, mentre a me incute, da tecnico e cittadino, solo paura!

 

 

Terza riflessione. Nel  numero 196 di Trucioli Savonesi, del 12/04/2009, su richiesta di alcuni lettori, ho spiegato come si può “collaudare” un solaio  avente struttura portante lignea o in cemento armato, ma se mi venisse richiesto il collaudo di una scala in marmo che si regge su una serie di alzate in marmo di   “15 cm. di altezza per  3 o 4 cm. di spessore”  rinuncerei all’incarico.

 

Infatti  sbalzi in cemento armato o in legno hanno possibilità di flessione sotto carico e possibilità di ritorno, se liberati dallo stesso carico. Il marmo no ! Il marmo sotto carico non si deforma,  resistendo sino alla sua  rottura, e i costruttori di tali mezzi di risalita, duecento anni fa non potendo scrutare l’interno del marmo, penso immaginassero che questo marmo fosse un materiale omogeneo (come il ferro?)!

Quarta riflessione. Oggi sappiamo per certo che il marmo, pur avendo una resistenza alla compressione di 1300 Kg/cm2 , al taglio di 70 Kg/cm2, all’urto di 85 Kg/cm2, è pur sempre composto per il 99% di calcite, che trae origini da calcari contenenti  imperfezioni cristalline (evidenziate dalle venature che tutti conosciamo) ma che spesso  nascondendosi ai nostri occhi ne  decretano  “la non omogeneità” e quindi l’assoluta, latente  pericolosità!

Quinta riflessione. Le “responsabilità” sarebbero quindi da ricercare presso i progettisti ed i costruttori di 200/300 anni or sono, cosa un pò difficoltosa. Che ne dite? Il rimedio del silenzio e del “gridare” solo di fronte ai disastri o alla disgrazie, per poi dimenticare, è quanto praticato fino ad oggi. Che serve fingere di scandalizzarsi? Almeno facciamoci un buon e severo, meglio se costruttivo e fattivo, esame di coscienza. Soprattutto quelli che hanno la responsabilità politica, amministrativa, istituzionale ed anche professionale.

Guido Luccini  (perito edile)

Condividi

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.