Una azienda fornitrice di servizi?

Una azienda fornitrice di servizi?

Una azienda fornitrice di servizi?

 Oggi, continuando a scrivere il mio libro dei sogni economici, spero non proibiti, mi piacerebbe parlare di realtà come Ascopiave, Acea, Hera, A2A ed altre.

Sono aziende fornitrici di servizi, aziende sane, forti, che creano degli utili.

La più piccola ha 300 dipendenti, la più grande, la romana Acea, è un vero colosso, con 3 miliardi di fatturato e 6500 dipendenti.

 

Si occupano della distribuzione di acqua, energia e gas, sono quotate in borsa, rullano allegramente sui mercati ma….hanno come azionisti di riferimento dei comuni.

Comuni grandi, come Roma, Milano, Bologna, ma anche comuni piccoli, come Pieve di Soligo o Castelfranco Veneto.

Qui è inutile che mi dilunghi a descrivere queste realtà, meritano che andiate a conoscerle su internet, anche Wikipedia ne parla diffusamente.

 


 

A me piace ragionare su di un percorso che potrebbe consentire anche a noi qui, torpidi liguri, di creare qualcosa del genere.

Vi ricordate della proposta che feci alcune settimane fa? Quella folle idea di mettersi a produrre sul territorio pale eoliche, sfruttando l’ ancora notevole concentrazione di industrie elettromeccaniche, elettroniche ed aeronautiche presenti?

Sappiamo che la nostra regione dispone di dozzine di luoghi in cui porle.

Immaginate di creare una società, aperta a qualunque realtà ne voglia fare parte, che abbia come mercato iniziale la miriade di edifici pubblici di comuni, provincie e regione.

Non sarebbe già una base sufficiente per partire?

Ma andiamo con ordine. La base di partenza dovrebbe essere un consorzio di comuni, magari supportati da provincia e regione, meglio se completato dalle forze economiche e produttive locali.

Questo dovrebbe realizzare un progetto per la costruzione in loco di pale eoliche, curandone anche la messa in posa in alcuni dei numerosi siti presenti in regione ed atti allo scopo.

Il tutto andrebbe finanziato con un normalissimo prestito bancario, garantito da alcuni dei tanti immobili pubblici poco sfruttati.

Una volta messe in opere queste strutture il consorzio dovrebbe evolversi in distributore di energia, avendo come clienti iniziali la miriade di utenze legate al pubblico presenti sul territorio.

E da qui immaginare un percorso di crescita, con la diffusione tra le utenze private, non mi appare ne assurdo né irrealizzabile.

Giustamente molti che leggono saranno scettici…se la cosa fosse facile…

Certo, la questione andrebbe vista e controllata, studiata e rivista.

Ma, a priori, non è possibile dire che non si potrebbe fare.

E un consorzio di questo tipo, una volta realizzato, potrebbe avere anche altri sviluppi.

LUCA MURGIA

 

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