Un savonese su tre è in povertà

Con l’eccezione di Bergeggi, anche a ponente molte situazioni di disagio a cui i Comuni provano a rispondere col sociale
Un savonese su tre è in povertà
Nel 2017: 202 domande per il “Rei”, 726 persone si sono avvalse della mensa e 1154 del servizio emergenza freddo”

 Con l’eccezione di Bergeggi, anche a ponente molte situazioni di disagio a cui i Comuni provano a rispondere col sociale

Un savonese su tre è in povertà

“Nel 2017: 202 domande per il “Rei”, 726 persone si sono avvalse della mensa e 1154 del servizio emergenza freddo”

 

 

Siamo usciti dalla crisi, anzi no. E poi la recessione tecnica, la disoccupazione e quindi i recenti tentativi di contromisure – leggasi in primis il reddito di cittadinanza – che taluni vedono come panacea di tutti i mali mentre altri li considerano provvedimenti inutili quando non dannosi. I problemi di natura economica tormentano da anni il nostro Paese e la soglia della povertà è un’asticella che per molte persone risulta sempre più difficile superare. Per fotografare la situazione abbiamo chiesto ai Comuni del nostro territorio quanti cittadini siano in situazione di disagio e con quali mezzi cerchino di dare un sostegno concreto a chi è in difficoltà.

 

A Savona, in base alle dichiarazioni dei redditi, un residente su tre è al disotto della soglia di povertà e 156 hanno dichiarato di non aver guadagnato nemmeno un euro. Sono questi gli ultimi dati riferiti al 2016, al netto, dell’evasione fiscale. Gli effetti della crisi economica hanno dunque picchiato duro sulla città della Torretta. La carta Sia (Sostegno Inclusione Attiva) è stata sostituita a dicembre 2017 dal Rei (Reddito di Inclusione: da 187,5 euro per una persona a 485 per le famiglie con cinque o più componenti); sino a ottobre 2017 sono state 202 le domande, 83 accolte, spesa 86.150 euro. 

 In ambito comunale 81 persone (dati 2017) hanno usufruito delle 4 strutture di pronta accoglienza notturna, mentre nella mensa di via De Amicis si sono recati in 726 e 1154 si sono avvalse del servizio per l’emergenza freddo. Il costo totale annuo di questi servizi (patto di sussidiarietà) suddiviso tra Comune, Fondazione diocesana ComunitàServizi, cooperativa Solidale Croce Rossa è stato di 288mila euro.

 

A Vado Ligure, su circa 8.300 abitanti, sono almeno un centinaio le persone che vivono in povertà economica alle quali il Comune cerca di andare incontro. Una sessantina le famiglie che vengono seguite dall’ufficio servizi sociali. Diverse le misure di base che l’amministrazione adotta nei loro con-

fronti: agevolazioni fiscali per l’iscrizione dei figli a scuola, borse lavoro, pacchi spesa di generi alimentari di prima necessità, buoni d’acquisto dei medicinali in farmacia e canoni concordati d’affitto della casa. “La nostra è un’ex città industriale in cui hanno chiuso diverse fabbriche e la povertà ha iniziato a prospettarsi già nel passato – spiega l’assessore ai Servizi alla persona  Mirella Oliveri – stiamo portando avanti parecchie attività e progetti per contrastare la povertà da oltre un paio d’anni e ci concentriamo anche sull’offerta di un posto a chi rimane disoccupato e che per questo prova vergogna e si sente umiliato perché è sempre stato abituato a lavorare negli anni”.

 

A Quiliano, poco più di 7mila abitanti, nel 2018 gli individui che vivevano al sotto la soglia di povertà erano 150 e attualmente lo scenario non risulta essere variato. Il Comune tenta di porre un rimedio al loro stato di indigenza con diversi provvedimenti e alcuni degli utenti percepiscono più di una prestazione, trattandosi di situazioni multiproblematiche “Le azioni intraprese consistono in contributi economici continuativi e straordinari a favore di minori e anziani e per l’inclusione  sociale di adulti, buoni spesa (oltre 30mila euro annuali), abbonamenti ridotti per le linee dei bus Tpl (in 17 casi persino  azzerati), percorsi di inclusione lavorativa in seguito a domande di Reddito di  inclusione, borse lavoro in collaborazione con il Centro di salute mentale   dell’Asl2.

 Inoltre 23 persone usufruiscono della distribuzione gratuita del materiale scolastico, quattro dell’assistenza domiciliare e tre del servizio di pasti caldi, questi ultimi totalmente a copertura del Comune.

 

In tema di povertà Bergeggi, circa un migliaio di abitanti, rappresenta un po’ un’“isola felice”: i casi che il Comune segue sono limitati a due persone, un uomo di mezza età e una donna anziana.  L’ente dispone comunque di sette alloggi di edilizia residenziale pubblica che possono essere messi a disposizione tramite bando a canone d’affitto agevolato in rapporto all’indicatore di reddito Isee dei potenziali inquilini. “La città non ha mai avuto grossi problemi di gestione della povertà proprio in relazione al numero  molto basso di utenti dei nostri servizi – afferma il sindaco Roberto Arboscello  – l’assessorato ai Servizi  sociali è sempre stato una priorità e un fiore all’occhiello: è molto attivo ed è gestito da diversi anni, ancora prima del  mio  insediamento, da Carlo Galletti, che è molto competente. Si può certamente dire che Bergeggi sia un’isola felice: se mi guardo intorno vedo dei Comuni in cui ci sono code di persone che chiedono di incontrare i sindaci o gli assessori, magari anche per un colloquio di lavoro”.

 

Spotorno (3.800 abitanti) fa parte dell’Ambito territoriale sociale n. 26 con Bergeggi, Vado e Quiliano: “Gli assistiti sono circa 40 – spiegano

dall’Ufficio Servizi sociali – tra coloro che ricevono aiuti comunali sia aiuti dall’Ats. Le due misure principali sono il Rei cioè il reddito di inclusione le borse lavoro comunali, rivolte al reinserimento lavorativo di soggetti   inoccupati o disoccupati, a rischio emarginazione o in condizioni di particolare  disagio sociale e familiare, a cui a fronte di un impegno lavorativo di non più di 4 ore giornaliere viene assicurata, per non più di sei mesi eventualmente prorogabili, una borsa di 310 euro mensili.”

 

Noli fa parte dell’Ambito territoriale sociale n. 22 del “Finalese”:  “Nel  2017 sono stati seguiti 16 nuclei familiari per disagio socio-economico di cui 5 con anziani, 3 con minori e 2 con disabili su un totale di 2692 abitanti – spiegano dall’ufficio servizi alla persona del Comune  – a  giugno  2018 è stato poi attivato, in seguito all’adesione ad un bando della Regione Liguria,   il progetto Cantiere Scuola Lavoro over 60, che andrà avanti fino al prossimo giugno, per  la  ricollocazione lavorativa di persone in stato di disoccupazione”.

 

Nel Finalese le misure di contrasto alla povertà e al disagio sociale vengono erogate sia dai singoli comuni, sia soprattutto per le realtà più piccole dagli “Ats.  

Del  “22” che ha come capofila il Comune di Finale Ligure, oltre la già citata Noli, fanno parte Orco Feglino, Vezzi Portio, Calice Ligure e Rialto: “Le tipologie di intervento sono numerose e differenti –  spiegano dall’Ufficio  servizi sociali e Attività  d’ambito dell’ex marchesato  –  misure di contrasto alla povertà, interventi economici a integrazione del reddito famigliare,  contributi economici per alloggio attraverso il bando per il sostegno alla  locazione annuale, contributi ad integrazione della retta per ricoveri e inserimenti in strutture, servizi di fornitura pasti caldi, di trasporto  per anziani e disabili, percorsi di inclusione sociale e servizi per residenza anagrafica per senza fissa dimora, inoltre collaboriamo con la Caritas per distribuzione beni e interventi di prima necessità e ascolto”.

 L’Ats nel 2017 ha assistito 100 minori e famiglie di cui 67 per sostegno al reddito, 68 persone con disabilità di cui 58 per interventi di sostegno al reddito e 20 di inclusione sociale, cioè le ex borse lavoro; 118 adulti in disagio sociale di cui 95 per interventi di sostegno al reddito e 20 per percorsi di inclusione sociale. Gli anziani presi in carico sono stati 119 di cui 54 per interventi di sostegno al reddito e 45 immigrati e nomadi.

Fino al 1° gennaio 2018, quando è stata  soppressa, le misure erano erogate anche dall’Unione dei Comuni del Finalese  (Finale Ligure ed Orco Feglino) relativa ai servizi sociale e pubblica istruzione. Sono stati presi in carico 199 minori e famiglie di cui 99 per interventi di sostegno al reddito, 93 persone con disabilità di cui 6 per interventi di sostegno al reddito, 45 adulti in disagio sociale, 83 anziani di cui 44 per interventi di sostegno al reddito, e 130 immigrati e nomadi di cui 36 per interventi di sostegno al reddito. Nell’ultimo anno sono stati realizzati anche diversi progetti dall’apertura dal Bar Bistrot sociale nei chiostri di santa Caterina per coinvolgere in attività di formazione, orientamento e stage studenti diversamente abili e ragazzi a rischio, al nuovo Centro di cultura ludica di Finalpia che coinvolge bambini, anziani e profughi nello Sprar, il Sistema di protezione per richiedenti asilo.

 

Inchiesta di Alluigi, Arnello, D’Angelo, Gallotti e Oliveri da   IL LETIMBRO

 


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