Un problema culturale e di salute mentale

Un problema culturale e di salute mentale
L’abbrutimento del mondo arabo e il decadimento intellettivo dell’Occidente

Sarà il cervello rettile annidato nelle strutture più profonde e arcaiche del tronco encefalico, sarà la conseguenza di lesioni proencefaliche che abbassano la soglia della rabbia fino al limite della “falsa rabbia” nei gatti decorticati, che più che falsa rabbia è rabbia allo stato puro, sarà Mister Hide che prende il posto del dottor Jekill sta il fatto che l’uomo è potenzialmente in grado di esprimere un comportamento irrazionale violento aggressivo e distruttivo.

Dottor Jekill e mister Hide da https://www.magazzino26.it/

 Per chi predilige un approccio speculativo questo accade quando i processi primari non sono inibiti dalla censura e impediscono il prevalere di quelli secondari o, con una metafora più semplice, quando i freni inibitori non funzionano o, volando più alto, se il metafisico principio del piacere soppianta quello di realtà o ancora, con un linguaggio più colorito, se l’Es si sostituisce all’Io e non c’è traccia di Super-Io. Scherzare sulla struttura concettuale della psicoanalisi è come sparare sulla Croce Rossa e non intendo farlo. Tanto più che è innegabile che ci sia un fondo oscuro di stupidità e di malvagità nell’animo umano e questo fondo emerge in condizioni di assenza di controllo sociale o di immaturità affettiva e di mancato sviluppo intellettivo e cognitivo. Detto questo, meglio mantenere i piedi per terra – id est nella fisiologia – e riconoscere che l’energia del sistema limbico che si sprigiona nella rabbia, nell’aggressività, nella distruttività se viene preventivamente incanalata e filtrata ai livelli superiori della corteccia alimenta quello sviluppo da cui origina l’homo faber.  “Faber” perché interviene attivamente sulla realtà per trasformarla a proprio vantaggio e liberarsi dalla schiavitù del bisogno.  L’otium che ne deriva è all’origine dell’arte, della filosofia, della letteratura, della scienza, in una parola della civiltà.  La civiltà che sublima le emozioni in sentimenti e le pulsioni aggressive nel coraggio, sprezzo del pericolo, spirito di sacrificio propri del guerriero e dell’eroe della tradizione classica.

È un processo naturale e obbligato? Niente affatto.  Quando si verifica e coinvolge una parte significativa dei membri di un gruppo sociale si aprono le porte della civiltà e dell’humanitas. Altrimenti l’uomo, per dirla con Sallustio, rinuncia a sollevarsi al di sopra della sua natura animale e rimane chiuso all’interno di società elementari e statiche. Ma le stesse civiltà nelle quali si dispiegano l’intelligenza e la creatività umane non sono garantite una volta per tutte: si mantengono se il numero degli individui nei quali quel processo arriva a compimento rimane maggioritario e mantiene il controllo del gruppo.

PUBBLICITA’

Negli anni della crescita fisica, della formazione della personalità, della interiorizzazione delle norme sociali, dall’infanzia all’adolescenza, è decisivo il ruolo del gruppo dei pari, dell’ambiente, della scuola, della famiglia, delle letture, delle relazioni amicali.  Sono complessi processi fortemente individualizzati di educazione emotiva, sociale, intellettiva e di crescita cognitiva possibili solo in un contesto sociale acculturato.  Senza di esso la corticalizzazione è meno sviluppata e di conseguenza sono minori le differenze individuali e più marcato l’appiattimento nel gruppo.  Il torrente emozionale e la povertà della concettualizzazione e del linguaggio provocano un infantilismo collettivo e una totale dipendenza strumentale e tecnologica.  Il mondo islamico, che pure nei secoli aveva espresso raffinati esempi di civiltà e alti livelli di spiritualità, ha subito questa involuzione ed è ora travolto da una furia barbarica che stravolge l’eredità del suo fondatore. La fede diventa fanatismo, l’affermazione sopraffazione, l’identità la tuta mimetica, l’erotismo esibizione fallica del mitra. E, quel che è più grave, scompare completamente ogni forma di empatia.

La primavera araba e le manovre della Cia che ha foraggiato l’Isis, il califfato, il jihad hanno spalancato le porte a questa umanità degenerata che a tratti balena anche dalle nostre parti nella canaglia dei centri sociali, dei collettivi studenteschi, nelle proteste senza senso e senza scopo di ragazze e ragazzi che, per fortuna per un tempo limitato e in circostanze eccezionali, danno libero sfogo alla bestia che cova dentro di loro. Dico la bestia, con la consapevolezza che in realtà non c’è animale che non sia guidato da una più o meno sofisticata razionalità.  In questo caso infatti è proprio la ragione che viene meno, nei cori, negli slogan, nel collante sociale, nell’imbrattamento dei muri, nel rovesciamento dei cassonetti, nella rottura delle vetrine, nel lancio di pietre o di bottiglie incendiarie.

Ma il luogo naturale di quella umanità deviata e regredita è il radicalismo islamico (che, lo ripeto, farebbe inorridire il Profeta ed è un insulto al Corano che ha ispirato una civiltà che ha aiutato l’Occidente a sollevarsi dall’oscurità in cui era sprofondato).  Celebra il suo trionfo nelle camionette zeppe di pseudo uomini che agitano il kalashnikov, sparano in aria, massacrano civili inermi e risolvono la loro esistenza nella esteriorizzazione di una forza apparente che nasconde il vuoto non solo morale ma soprattutto mentale. Nelle loro mani, grazie all’Ue, agli americani, all’ambiguità di Israele, al fattivo contributo ucraino è finita la Siria di Assad. Accusato di stragi di cui non esiste uno straccio di prova, a capo di uno Stato laico e pluralista unico nel mondo arabo, colpevole agli occhi dell’Europa di non essere stato travolto dalla primavera araba, è stato sostituito grazie all’Occidente da un terrorista che si è aggiustato la barba e  in giacca e cravatta proclama ordine e pacificazione mentre sguinzaglia le sue milizie in ogni angolo del Paese per massacrare veri e presunti oppositori, vecchi, donne, bambini con lo scopo di ripulire la Siria dagli infedeli e dagli alauiti. Un genocidio in piena regola di fronte al quale l’Occidente chiude entrambi gli occhi. Non solo: l’Alta Rappresentante per la politica estera (fra le altre schifezze dell’Ue c’e anche questo linguaggio che rimarca la distanza dalla massa servile) posta davanti ai crimini orrendi dei nuovi padroni ha creduto bene di stigmatizzare la presenza di oppositori al regime del terrorista sunnita.

Quando ci scorrono davanti le immagini della Kallas, della von der Leyen, di Starmer, di Macron, della Meloni, di Tusk  la prospettiva di uno Stato europeo è agghiacciante; ma anche se il pericolo dovesse essere scongiurato resta una politica demenziale che nasconde la vera emergenza migratoria in un polverone di chiacchiere e di provvedimenti da azzeccagarbugli ma tollera che in un Paese membro si faccia strame delle basi della democrazia annullando il voto perché l’esito non piace all’Europa e agita la minaccia ridicola di un’invasione russa elaborando un piano di riarmo in vista di un conflitto nucleare. Le poche voci sensate che si levano dal parlamento europeo vengono silenziate – è il caso di Vannacci – e il popolo assiste indifferente allo spettacolo come se non lo riguardasse. Finché si tratta delle uscite di Macron è comprensibile che non vengano prese sul serio, finché a Berlino il successore di Scholz si fa beffe della volontà degli elettori peggio per i tedeschi, finché Starmer delira è un problema della sanità inglese (sulla Polonia aspirante potenza militare si può fare una risata) ma quando si fa concreto un disegno che pregiudica il nostro futuro per ingrassare mercanti e produttori di armi, quando il costo delle bollette diventa insopportabile, quando diventa evidente che i partiti non ci rappresentano più, (con la Meloni e la Schlein che riducono il sì al riarmo ad una questione nominalistica cambiando il nome al reArm o mettendoci l’etichetta dell’Onu o almeno dell’UE) ci si deve aspettare che una società sana insorga e si liberi di un ceto politico che la vuole mandare in rovina.

Niente di tutto questo. Siamo schiacciati fra vecchi che guardano la televisione e leggono i giornali giusto per esserne completamente plagiati e giovani che vivono in una realtà parallela. I primi hanno perso gli strumenti critici, i secondi non li hanno mai posseduti. In queste condizioni la maturazione individuale diventa problematica, l’infiacchimento delle coscienze impedisce quel processo di corticalizzazione che fa emergere dall’homo il faber. Non è infatti solo un problema politico o culturale: è un dato fisiologico e se il numero delle persone in grado di fare, di intendere e di reagire scende  sotto una certa soglia si finisce al livello della Palestina (o dell’Ucraina) poiché i valori dell’umanità e in primo luogo l’etica del lavoro non sono innati ma conquistati e in qualunque momento si possono perdere.

Se si tollera che sotto le mentite spoglie della democrazia liberale si siano installate delle oligarchie di malfattori siamo su una brutta china. I media cercano di darci ad intendere che la democrazia americana è messa a rischio da Trump, che al contrario ne ha arrestato la deriva autoritaria illiberale e antipopolare, e che la federazione russa, con un assetto istituzionale identico a quello francese, è retta da un tiranno sanguinario. La differenza fra Macron e Putin è che il secondo gode di un consenso che il primo non si sogna neppure, che mentre Putin persegue gli interessi e provvede al benessere del popolo che rappresenta Macron è impegnato a difendere i propri e a soddisfare la sua megalomania. Ma quello che nessuno si azzarda a dire è che se Trump, Putin, Xi Jinping e tanti capi di Stato e di governo di quello che una volta era il terzo mondo sono tutte persone a loro modo intelligenti, capaci, lungimiranti e responsabili a noi ci tocca la miseria umana che ho elencato sopra. E se, ahinoi,è vero che i governanti rispecchiano i governati è inevitabile che il baricentro della civiltà si sposti verso est condannando l’Europa alla marginalità.

Pierfranco Lisorini

FRA SCEPSI E MATHESIS Il libro di Pierfranco Lisorini  acquistalo su…  AMAZON

Condividi

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.