Un bel carcere sul sito dell’Acna.

 
Un bel carcere sul sito dell’Acna.
CENGIO.  A proposito di lavori da fare.

 

Un bel carcere sul sito dell’Acna.

Il sindaco di Cengio è entusiasta: un ‘residence’ con centinaia di ospiti (detenuti, guardie carcerarie, addetti alle cucine e alle pulizie, impiegati amministrativi…) – molti ovviamente incapacitati a fuggire – a 50 metri da una discarica di rifiuti pericolosissimi di milioni di metri cubi e a un depuratore di reflui urbani e industriali (i percolati emunti tutt’intorno), il tutto periodicamente olezzante.


Dalla lettera aperta al Sindaco di Roberto Meneghini dell’Associazione per la Rinascita della Valbormida) 

…Quando, alla metà degli anni ’70, è ripresa con vigore la lotta della Valle Bormida

Piemontese contro l’inquinamento del fiume (il fiume rosso, il fiume rubato, il fiume della ‘fabbrica della morte’, solo per citare alcune definizioni diventate storia nella letteratura e nel sentire comune), molti pensavano a una delle solite lotte ambientaliste e un po’ vegane di cui è pieno il mondo.

Smentito dai fatti. La secca chiusura della ‘fabbrica’, l’esborso, fino ad ora, di 400 milioni di euro da parte di ENI e i 20 anni impiegati per fare una discarica (come dice la CE nella Procedura d’infrazione ancora pendente) e una ipotesi di rimborso per danni ambientali di qualche centinaio di milioni di euro, dicono il contrario.

Nel 1994, poi, vi fu un evento che tutti ricordano in Valle:  un’alluvione. E pochi anni fa s’è quasi ripetuta. Solo una coincidenza di combinazioni fortunate – la diga di Osiglia svuotata per manutenzione ed il versante più colpito quello contiguo del Cebano – hanno impedito che la ‘bonifica’ venisse effettuata istantaneamente dal fiume. Dunque, per definizione, quell’area è alluvionale.

Nel 2001, dopo la delimitazione del Sito di Interesse Nazionale, da bonificare o mettere in sicurezza,  ACNA C. O. in liquidazione se n’è venduta una fetta a un privato: o aveva bisogno di spiccioli per andare in discoteca,  oppure ha cercato di alleggerire gli ettari da bonificare.

Due delle sue tipiche marachelle.  Questa seconda, però non è legittima, anche perché sapeva che ai piedi di quell’appezzamento ci poteva essere qualche grosso problema d’inquinamento migliaia di volte superiore ai limiti di legge.

Parlo dell’area cosiddetta Merlo, dal nome dell’incauto compratore.

Ma se, per caso, la compra-vendita fosse stata regolare, e l’inquinamento tipico delle produzioni ACNA, oggi emerso, non ci fosse stato allora, è del  tutto evidente che la montagna creata sugli ex lagoni sta letteralmente spremendo il suo contenuto liquido attraverso i famosi muri di contenimento,  fiore all’occhiello del lavoro di Syndial. Il che non va bene.

E non va bene neppure il fatto che sull’area destinata a un qualche insediamento venga costruito un’residence’ con centinaia di ospiti (detenuti, guardie carcerarie, addetti alle cucine e alle pulizie, impiegati amministrativi) – molti  ovviamente incapacitati a fuggire – a 50 metri  da una discarica di rifiuti pericolosissimi di milioni di metri cubi e a un depuratore

di reflui urbani e industriali (i percolati emunti tutt’intorno), il tutto periodicamente olezzante.

 


 

CENGIO.  A proposito di lavori da fare.

Valle Bormida. In merito alle notizie di stampa dei giorni scorsi, secondo le quali i sindaci piemontesi avrebbero espresso un giudizio positivo rispetto alla proposta dell’ex sindaco, e dell’attuale, di Cengio di proporre la costruzione di una casa circondariale sulla area A2 (quella su cui insistevano la produzione e gli impianti) dell’ex Acna  C. O. di Cengio, abbiamo constatato  di prima mano che nessuno di ess ha avuto  modo di esprimere alcun  parere, tantomeno positivo.

Tutti loro, anzi, sono ben convinti di altro, almeno a ben leggere il documento che ognuno di essi ha inviato alla Regione Piemonte e al Ministero dell’Ambiente proprio nei giorni scorsi: “La zona A2. (è) destinata a insediamenti produttivi, ma di fatto impedita a tale finalità dagli inquinanti del sottosuolo e dalle complicanze determinate dalle acque meteoriche e di falda”.

E ben a ragione i Sindaci hanno così espresso il loro pensiero. Certamente erano a conoscenza delle conclusioni tratte dal Centro di Competenza Idrologica e Idrogeologica, rappresentato dall’ing. Carlo Cesio, per conto della Provincia di Savona, del 1 7. 6. 201 4, che debba essere potenziato l’attuale sistema di emungimento al fine   di   evitare che l’acquifero sub-superficiale confinato in area A2 e A2 bis possa raggiungere livelli prossimi al piano di campagna. L’area A2 bis è quella su cui insiste il depuratore.  E aggiunge: “Si sottolinea che l’attuazione di quanto specificato in questa prima osservazione sia da ritenersi condizione minima e necessaria per poter almeno ipotizzare un riutilizzo, se pur parziale (limitato per ora alla sola zona A2), del sito.”

In considerazione del fatto che tale Relazione è di  4 anni successiva ai  ‘collaudi’ (2010), che hanno certificato la fruibilità dell’area A2, è evidente  che pare esserci ancor MOLTO, MOLTO lavoro da fare.

Per esempio, costruendo delle VERE barriere a tenuta idraulica lungo tutto il lato ferrovia ed il lato portineria. A meno che Syndial no desideri per l’eternità presidiare il sito e depurarne i percolati.

21 Luglio 2019

Per L’Associazione  per la Rinascita della Valle Bormida

Massimo  Salamano –  Mario  Cauda – Massimo  Trinchero  – Roberto  Meneghini”

 

 www.rete-ambientalista.it

 

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