Trasparenza e coerenza

Trasparenza e coerenza
Possibile che eletti e partiti non debbano mai rendere conto agli elettori delle loro scelte e decisioni, ma soprattutto, delle loro giravolte?

Trasparenza e coerenza
Possibile che eletti e partiti non debbano mai rendere conto agli elettori delle loro scelte e decisioni, ma soprattutto, delle loro giravolte?
  
Per troppo tempo i seguaci dei Meetup di Beppe Grillo, e ora del MoVimento 5 Stelle, sono stati accusati di essere dei distruttori, pronti a criticare tutto e tutti.
 
Eppure, qualche considerazione ovvia, osservando il quadro politico, bisogna pur farla.
 
Possibile che eletti e partiti non debbano mai rendere conto agli elettori delle loro scelte e decisioni, ma soprattutto, delle loro giravolte?
Se io eleggo una persona in uno schieramento, se voto una forza politica sulla base di un programma, come posso trovare giusto e ammissibile che poi la persona cambi partito o schieramento, che la forza politica agisca in modo esattamente opposto al programma?
 
Attenzione, qui non si sta parlando di generiche promesse elettorali disattese, un cattivo costume di sempre, ma di veri e propri voltafaccia.
 
Terzo punto, come è possibile che un partito, ma anche un sindacato a volte, agisca in modo completamente diverso da un luogo all’altro, dal centro alla periferia? Non dovrebbero esservi quanto meno direttive comuni?
 
Infine, dato che i politici sono i nostri rappresentanti, le sedi istituzionali le “case di tutti”, ciò che vi viene deciso è in nome e per conto dei cittadini, ha senso la segretezza, la non trasparenza, il divieto di filmare pubbliche sedute, la mancanza a volte di resoconti documentali?
Per le riunioni dei comitati con le istituzioni non è previsto verbale né di filmarle. Rimarrà traccia solo nel racconto orale dei convocati, come ai tempi di Omero.
Ma come pretendere che i politici si assumano le loro responsabilità, come tenere conto di opinioni e promesse, in assenza di riscontro?
 
Sul primo punto, cambi degli eletti in corso d’opera, abbiamo molti esempi in sede ligure: Tuvè dalla Margherita all’IDV, Marson prima all’ACTS nominato dal centro sinistra poi assessore provinciale per il centro destra, prossimamente forse candidato Sindaco per lo stesso schieramento, Roberta Gasco in Mastella dell’Udeur dal centro sinistra di Burlando nella precedente giunta a coordinatrice del PDL alle successive regionali, facente campagna elettorale senza peraltro dimettersi dal precedente ruolo…E questo andava bene a tutti.
 
Tralasciamo le considerazioni che vengono alla mente. Diciamo che ognuno ha diritto di cambiare idea. Anche due o tre volte, va’. Anche tenendo un piedino nell’idea precedente e proiettandosi già nella successiva. Alla Barbareschi.
 
Ma parliamo della posizione dei partiti.
Può la Lega Nord, guidata da Bertolazzi, a Vado, aver fatto strenua campagna contro la piattaforma Maersk e l’ampliamento a carbone della centrale, appoggiando l’attuale giunta e prendendo voti su questo, mentre non solo un governo nazionale in cui la Lega è presente va in direzione esattamente opposta, ma un esponente di punta della Lega ligure, il potente sottosegretario Belsito, già noto per un suo biglietto da visita trovato in casa di Ruby, si batte come un leone per trovare finanziamenti per la piattaforma, nel decreto Milleproroghe, in perfetto accordo con il PD?

Possono la CGIL, la CISL, a seconda del luogo e della proprietà di una centrale, essere contro carbone e cdr o addirittura a favore di un ampliamento, minacciando persino (CGIL savonese) lo sciopero generale?

In particolare CGIL e CISL sono fortemente contrarie al cdr nella centrale Enel di La Spezia, peraltro convertita a metano in due gruppi su tre. Mentre la segretaria provinciale savonese della CISL, all’uscita da una riunione sulla centrale vadese, dice che il cdr può essere “una opportunità” .

E’ tanto pretendere una linea comune, un po’ di informazione e consapevolezza in più, su decisioni che ci riguardano tutti pesantemente?

Può il quotidiano filo-PD Repubblica (proprietà De Benedetti) dare evidenza alle lotte degli ambientalisti contro la centrale Enel di Civitavecchia e glissare da sempre su quella vadese, Tirreno Power, quindi Debenedetti?
 
Il PD fra regione, esponenti locali, amministrazioni, esprime una gamma variegata di opinioni, sul carbone.
 
Manifesti “NO al carbone” e addirittura raccolta firme per una petizione. Sindaci presenti al corteo di qualche anno fa di fronte alla centrale.PD regionale che esprime contrarietà nel programma elettorale. Esponenti (Miceli, Di Tullio…) che poi fanno dichiarazioni di vario tipo, da una proprietà definita “inaffidabile” all’opportunità di trattare.
 
E’ tanto difficile chiedere di schierarsi in modo netto, una volta per tutte?
Ma soprattutto, non deludere le aspettative di chi aveva votato anche in nome di un programma e di determinate assicurazioni.
Alla lunga, atteggiamenti così ondivaghi pagano solo con elettori distratti o legati alla semplice ideologia. Ma la consapevolezza diffusa va crescendo, la sfiducia pure.
Ricordiamo un ulteriore punto. Quell’esperto, il prof. Stevanin, che ha parlato alla conferenza di Uniti per la Salute demolendo con le sue considerazioni il progetto di ampliamento, faceva parte di una commissione di VIA nazionale nominata dal governo Prodi, quindi, centro sinistra.
Commissione che era sul punto di bocciare il progetto, quando venne sostituita, applicando lo spoil system in modo successivamente definito illegittimo, dall’attuale, nominata dal presente governo nella persona della Prestigiacomo.
 
Perché illegittimo? Semplice: se è stabilito che una commissione debba stare in carica un certo numero di anni, non è che quando cambia il governo per elezioni anticipate possa essere considerata decaduta prima del tempo.
 
Ebbene, questa commissione delegittimata ha deliberato a favore. La precedente, di nomina centro sinistra, avrebbe deliberato contro. E un esperto che ne faceva parte spiega anche perché.
 
Possibile che tutto questo, dati concreti, nei giochi della politica siano parole al vento?
 

Il carbone è sempre lo stesso, a nord come a sud, a est come a ovest, non è di destra né di sinistra. 

Non solo la sua pericolosità non è un’opinione che possa cambiare in funzione della geografia o dell’ideologia, ma neppure della gerarchia. E neppure del periodo.
 
Non è che sia più pericoloso, faccia ammalare le persone prima delle elezioni, e in seguito no. A La Spezia e Civitavecchia e Genova sì, a Vado no.
 
  Dunque, è ora di richiamare partiti e istituzioni a un comportamento che sia chiaro, univoco, inequivocabile, che non cambi dal centro alla periferia né dall’oggi al domani, prendendosi le proprie responsabilità e sostenendole fino in fondo, quali che siano, senza svicolamenti, ambiguità, diplomazie, prese di distanza solo formali, cerchiobottismi. E senza cavarsela con il politichese stretto, come fa SEL.
 
 E’ ora di registrare, tenere traccia, e chiedere conto in seguito di posizioni espresse e decisioni. Lo si deve ai cittadini.

 

Milena Debenedetti  candidata a Sindaco di Savona per il… movimento 5 stelle 

La Stampa censura l’Unione Cittadini e Comitati di Savona!

Condividi

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.