TRA SARKOFAGE ED IL FORMAGGIO D’HOLLANDE

Ma la politica è una cosa seria?
TRA SARKOFAGE ED IL FORMAGGIO D’HOLLANDE
DATE  RETTA: TENIAMOCI MONTAIGNE O MONTESQUIEU

Ma la politica è una cosa seria?

TRA SARKOFAGE ED IL FORMAGGIO D’HOLLANDE
DATE  RETTA: TENIAMOCI MONTAIGNE O MONTESQUIEU 

 

Il boom economico degli anni ‘6o venne definito il “miracolo economico” italiano. Allora, dei due casi l’uno: o fu una bufala allora, oppure questa storia dello spread, del fiscal compact, del rigore di bilancio e dei sacrifici necessari , è una bufala di adesso.

In parole povere,  o ci presero in giro i “padri” dell’Europa o ci prendono in giro, oggigiorno, i “salvatori” dell’Europa.

 E tutto ciò in ogni paese del vecchio continente, dove le folle – ormai quasi consapevoli di essere state prese per anni per i fondelli – sono incazzate come vespe, pronte a pungere i partiti nazionali dei rispettivi paesi reprobi e responsabili di tanto scempio.

Oggi, Palazzo Berlaymont, a Bruxelles, sede della Commissione Europea, sembra un castello assediato dalla  “jacquerie” dei “no euro” con  i forconi e le bandiere nere dell’anarchia o con le bandiere degli Stati nazione o i vessilli dei “no global” o gli “arancionen” dei “piraten” tedeschi. Le partitocrazie tradizionali non sanno più a che santo rivolgersi.

Marine Le Pen si rivolge a Giovanna d’Arco e riesce a convincere quelli del Front National che è tutta colpa degli inglesi di Cameron e di quelli che bruciarono l’eroina a Rouen . Eroina purissima, per giunta !

Sarkofage chiede l’appoggio dei centristi di François Bairou, ma in cuor suo spera negli aiuti sottobanco dei guastatori tricolori di Marine , ambasciatrice della Francia profonda, con la scusa che “ambasciatrice non porta le Pen”.

Il formaggio d’Hollande, vedendo che proprio in Olanda è caduto il governo, esita a rivolgersi a san Beatrice , regina d’Olanda, e preferisce farsi consigliare da Ratatouille, il topo di Montmartre, proprietario di un famoso ristorante a cinque stelle. Il topo esperto nelle forme di cacio rosso d’Hollande, in cuor suo – per la storia del ristorante a cinque stelle – è in realtà un agente segreto di Beppe Grillo, in Francia, nascosto tra le file della rive gauche.

Anche i comunisti francesi, dopo aver finito di leggere l’opera omnia di Jean Paul Sartre, sull’esistenzialismo in tempi di crisi, hanno inviato un messaggio a Fidel Castro per chiedergli se può ottenere un prestito dallo Ior, la Banca Vaticana di Benedetto XVI o dall’Opus Dei, dati i buoni rapporti instauratisi, di recente, tra L’Avana e la Santa Sede.

Tanto per rigirare il dito nella piaga di Sant’Angela Merkel, il governatore della BCE, l’italiano Draghi (un italianen, manco a dirlo) ha chiesto politiche più keynesiane, pur nel quadro di un indispensabile rigore.

Ma a Francoforte, in caso di vittoria della “rive gauche” in Francia, temono che malgrado il lifting, cadano le Borse sotto gli occhi alla loro Angela ed alla dama del FMI, la San Christine che ha preso il posto di quel peccatore socialista di Trotze Khan.

 Sarko’ oppure Hollande? Per i motivi appena illustrati, le capitali s’interrogano. Molti credono che alla fine, pur di salvarsi i partiti europei, il parlamento europeo, la commissione europea andranno tutti da Scotti a “The Money Drop” e faranno una grossa puntata per vincere il milione di Euro, alla trasmissione televisiva di Mediaset. Così a pagare per tutti,ancora una volta, sarà San Pantalone, il cavalier Berlusca dall’assegno facile e dagli ottimi rapporti col mondo arabo, soprattutto con l’ eterna aspirante a diventare maggiorenne, venuta dal Marocco a “fare fortuna nel paese dei campanelli”. O nel paese dei balocchi, tanto per evocare un’atmosfera elettorale, nella quale siamo immersi. Il paese dei balocchi evoca Collodi e Collodi evoca il Grillo Parlante.

Il Beppe Grillo Parlante si prepara a fare la festa a spese del marchese Doria, che possiede qualche casupola nel centro di Genova e per questo comincia a nascere una buriana. “Quello è pieno di soldi e fa finta di niente per piacere alle masse del PD”.

Bersani che ha visto cadere la sua candidata nelle primarie, San Marta Vincenzi, non sa se ridere o se piangere. Esattamente, come la madonna torinese delle lacrime, la Fornerina, al pensiero di andare in piazza il 1° maggio a parlare coi lavoratori del 18 Isolabella.

Il primo maggio, i lavoratori sono ben decisi ad unirsi attorno a San Carlo Marx, il loro patrono.

Tutto sommato, finora è stata un bella festa. Il venticinque aprile, è soffiato il vento sulla nostra Liguria. Quelli di Portoria, erano un po’ delusi perché non è fischiato il sasso del ragazzo di Portoria, l’intrepido balilla. Ma, insomma, da buoni italiani abbiamo festeggiato tutti. Pionieri, boys scouts, balilla e figli della lupa.

Sicuramente, andrà bene anche il 1° maggio.

Tutti pronti a cantare l’Internazionale. Ovunque, Sarkozy ed Hollande, la Merkel e Cameron, Monti e Tremonti.

Poi, il sei maggio tutti alle urne.

Se dovesse prevalere il modello Sarkel (Sarkozy-Merkel) la vita sarebbe più facile per il rigoroso Montaigne italiano (Monti) che non dovrebbe rivedere gli accordi con Parigi e Berlino (in attesa, di incontrare Putin a Mosca).

Se  dovesse vincere Hollande, sarebbe quasi lo stesso , perché gli impegni sono impegni ed i “pacta sunt servanda” sia con Berlino, che con la Bce di Francoforte e con l’Fmi. Ma avremmo un fiscal compact più soft e keynesiano. Meno rigore ? Mah ! Vatti a sapere. Ma se Sarkozy e la Merkel, in qualche modo, dovessero perdere, in tal caso riderebbe il cavalier Berlusca (una rivincita a chi gli ha riso alle spalle) ed il professor Tremonti – due monti in più – da Montaigne a Montesquieu. Un portoghese, presidente della Commissione Europea, che ogni giorno si rivolge a Sant’Antonio da Padova (nato, però a Lisbona), per salvare il suo paese il Portogallo e non sa come diavolo fare, dovrebbe, in questo caso, dare le direttive per… salvare l’Europa. Come dice sempre il presidente Giorgio Napolitano, che almeno apprezza le serenate del Maestro Apicella (l’unica cosa che condivide con Berlusconi) : “Italiani, mi raccomando fatevi una adeguata cultura e che vinca il migliore!”

L’unico che parla poco è Francesco Storace, della Destra, ma spesso protesta e, rinfrancato dall’affermazione del FN di Marine Le Pen, ogni tanto fa scendere in piazza i Baccaglioni del Duce.

Le feste e le ricorrenze celebrative, di aprile e di maggio , come dicevo , erano andate abbastanza  bene.

Ma quando si dice, il diavolo che ci mette la coda…

Il cinque maggio, proprio il giorno prima del secondo turno elettorale in Francia,quello decisivo tra Sarkofage e Fromage d’ Hollande, non ti va a morire Napoleone ?!

 F.I. Per Trucioli Savonesi.

 

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